la morte della bellezza

“Strinse le palpebre, vide le scogliere ardere in un mare rosso e giallo di lingue di fuoco, i pesci galleggiare, con occhi cotti, bianchi, che pendavano sulle branchie arrostite, le squame carbonizzate, le spiagge di brace sfavillante ridurre le barche tirate a secco in tizzoni, mentre dalla distesa liquida in ebollizione, alghe, lattughe, si ergevano contorcendosi, anime del purgatorio in pena”

Napoli, seconda guerra mondiale. Lilandt, insegnante di tedesco rimasto orfano incontra Eugenio, bellissimo quindicenne. Tra i due nasce l’amore vissuto nella città bombardata. Il primo cosciente della propria sessualità, il secondo iniziato (prima ritroso, poi via via sempre più convinto) all’amore tra maschi.

E’ la storia al centro de “La morte della bellezza” di Giuseppe Patroni Griffi che Baldini e Castoldi Dalai torna a pubblicare nella collana “i Nani”. In tempo di vacanze (e quindi di letture) è un ottimo libro da consigliare, da leggere e da rileggere.

Come nota anche Giovanni dall’Orto, il romanzo oscilla tra la schiettezza delle scene omoerotiche ed un linguaggio da pamphlet di fine ottocento, ma è sicuramente un romanzo struggente (che qualcuno considera quasi un must della letteratura omosessuale italiana) che non smette mai di emozionare e in cui molti di noi possono riconoscere i propri tormenti adolescenziali.

Buona lettura e buon ferragosto.

Omoios

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