particolare dei manifesti relishDopo il Sindaco di Napoli anche le associazioni gay-lesbo-trans di Napoli chiedono, come operatori nella lotta per i diritti civili, che vengano tolti i manifesti con la pubblicità-schock della Relish che da qualche giorno tappezzano la città

“Riteniamo - si legge in un comunicato di Arcilesbica Napoli, i Ken Onlus e MIT Napoli - che l’immagine rappresentata dai manifesti della collezione del gruppo Relish sia lesiva non solo della dignità della donna, ma anche e soprattutto del principio di civiltà e di pacifica convivenza, in quanto costituisce un incitamento alla violenza sessuale da parte di uomini armati e rappresentanti delle forze dell’ordine”

Nella campagna due donne vestite in maniera provocante (facilmente riconoscibili come prostitute) sono fermate da altrettanti poliziotti e, intuiamo da alcuni dettagli, oggetto di abuso sessuale.

I recenti fatti di cronaca che hanno visto alcune donne vittime di stupri e violenza gratuita (ma anche un presunto incidente diplomatico con il Brasile, location degli scatti fotografici) hanno acuito l’indignazione verso una campagna che ha il sapore della provocazione tanto spicciola quanto inopportuna.

Goffa la difesa dell’amministratore delegato della Relish (che afferma di essersi ispirato al film “Thelma & Louise”) in puro linguaggio marketing

“Appare abbastanza evidente - dice Alessandro Esposito - che le immagini hanno un notevole contenuto di ironia. L’espressione della donna non è allarmata o terrorizzata, come sarebbe invece se la situazione rappresentata fosse effettivamente drammatica. Anzi è addirittura leggermente beffarda e maliziosa, per cui appare evidente che tutta la situazione è un’iperbole, ben lontana dall’essere vera”

“Pubblicità come queste - concludono le associazioni - non dovrebbero assolutamente avere l’accesso alla pubblica visione in quanto compromettono gravemente il lavoro delle tante e dei tanti, associazioni, famiglie, scuole, ecc. che operano affinché questa città maturi valori sani e giusti”

Ma, secondo l’azienda (che specifica che il manifesto è solo uno dei tanti soggetti di una campagna più vasta), si tratterebbe di pura finzione

“Finti sono i poliziotti, interpretati da due comparse, finte sono le divise della polizia, trattandosi semplicemente di costumi di scena. Finta la reazione delle due modelle, che hannoprovato e riprovato gli scatti, proprio perché si è trattato di una messa in scena”

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