fabiano gallo è priscilla killer dragDirettamente dagli spettacoli della Bavarese, nota birreria napoletana, anche molti “seguaci” dell’intraprendente e sfrontata show-drag Priscilla (Mariano Gallo) in “Priscilla Killer Drag” (in scena fino a Domenica 11 maggio), ma solo il personaggio e l’attore-artista sono gli stessi. Il Teatro Port’Alba targa il tutto esaurito.

Le luci si accendono e la scena affaccia gli spettatori nel monolocale kitch e super addobbato della drag-queen, si sente la voce di Priscilla fuori campo che parla a telefono con una sua amica. Inizia lo spettacolo, la drag-queen invade la scena con una valigia enorme, l’attenzione da subito è rapita dall’ironia esilarante del bravissimo Mariano Gallo, ma inizia a prendere forma anche la trama pulp-giallo del testo.

Il monologo è interrotto solo da un paio di telefonate alle amiche e dalle interpretazioni di playback perfetti che servono sia a sottolineare il “mestiere d’artista” (Mina, Gloria Gaynor, Carmen Consoli e non solo) della protagonista del testo ma anche a rievocare le scene dove si consumano i delitti.

Insomma l’artista nell’artista, la drag-queen Priscilla interpreta se stessa che tra il suo lavoro e le sue “amiche” nasconde un segreto, un desiderio intenso che si materializza in una schizofrenica mania: “Possedere per sempre i suoi ammiratori”. E’ inevitabile evocare l’ossessione del cannibalismo che troviamo nelle opere letterarie di Thomas Harris, ma la situazione e l’atmosfera qui sembrano più gioiose, più allegre. La gente riesce a sorridere anche sulla scena più lunga e macabra, di quando Priscilla si accorge che il braccio della sua ultima vittima non si è staccato dal tronco e inizia l’opera di macelleria.

Il monologo continua in quello che si può definire il secondo atto, la scrupolosità con la quale l’assassina racconta degli omicidi coinvolge lo spettatore, obbligandolo stavolta a trattenere le risate, che diventano sorrisi accennati. Perché forse non c’è molto da ridere davanti alla tragicità di un male così complesso che affligge quel personaggio così allegro, sfrontato e sexy che è Priscilla.

La telefonata del commissario, la confessione di Priscilla e le sirene della polizia portano alla scena finale di nudo, quasi annunciata nel primo atto, dove il personaggio cede totalmente alla sua ossessione e usa il sangue delle sue vittime per completare il rito di “appartenenza” in una doccia sensuale e d’amore.

La firma, del testo e della regia, è di Fabio Brescia (speaker, scrittore, attore, show-man) che trova sempre più consensi nel panorama omosessuale napoletano e no. Artista eclettico che segue il suo, ormai lungo, periodo ispirato e sarà anche lui al Teatro Cabaret Port’Alba con lo spettacolo “Io ed Helen” dal 20 Maggio.

La gestione artistica del teatro è affidata a Diego Sanchez con l’intento di portare a nuova vita anche il cabaret napoletano. Speriamo perché i presupposti ci sono, le competenze e la bravura degli artisti pure.

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