Priscilla trasforma il Cabaret in Teatro.
napoli, teatro, culturascritto da art_balù | 9 Maggio 2008 | trackback
Direttamente dagli spettacoli della Bavarese, nota birreria napoletana, anche molti “seguaci” dell’intraprendente e sfrontata show-drag Priscilla (Mariano Gallo) in “Priscilla Killer Drag” (in scena fino a Domenica 11 maggio), ma solo il personaggio e l’attore-artista sono gli stessi. Il Teatro Port’Alba targa il tutto esaurito.
Le luci si accendono e la scena affaccia gli spettatori nel monolocale kitch e super addobbato della drag-queen, si sente la voce di Priscilla fuori campo che parla a telefono con una sua amica. Inizia lo spettacolo, la drag-queen invade la scena con una valigia enorme, l’attenzione da subito è rapita dall’ironia esilarante del bravissimo Mariano Gallo, ma inizia a prendere forma anche la trama pulp-giallo del testo.
Il monologo è interrotto solo da un paio di telefonate alle amiche e dalle interpretazioni di playback perfetti che servono sia a sottolineare il “mestiere d’artista” (Mina, Gloria Gaynor, Carmen Consoli e non solo) della protagonista del testo ma anche a rievocare le scene dove si consumano i delitti.
Insomma l’artista nell’artista, la drag-queen Priscilla interpreta se stessa che tra il suo lavoro e le sue “amiche” nasconde un segreto, un desiderio intenso che si materializza in una schizofrenica mania: “Possedere per sempre i suoi ammiratori”. E’ inevitabile evocare l’ossessione del cannibalismo che troviamo nelle opere letterarie di Thomas Harris, ma la situazione e l’atmosfera qui sembrano più gioiose, più allegre. La gente riesce a sorridere anche sulla scena più lunga e macabra, di quando Priscilla si accorge che il braccio della sua ultima vittima non si è staccato dal tronco e inizia l’opera di macelleria.
Il monologo continua in quello che si può definire il secondo atto, la scrupolosità con la quale l’assassina racconta degli omicidi coinvolge lo spettatore, obbligandolo stavolta a trattenere le risate, che diventano sorrisi accennati. Perché forse non c’è molto da ridere davanti alla tragicità di un male così complesso che affligge quel personaggio così allegro, sfrontato e sexy che è Priscilla.
La telefonata del commissario, la confessione di Priscilla e le sirene della polizia portano alla scena finale di nudo, quasi annunciata nel primo atto, dove il personaggio cede totalmente alla sua ossessione e usa il sangue delle sue vittime per completare il rito di “appartenenza” in una doccia sensuale e d’amore.
La firma, del testo e della regia, è di Fabio Brescia (speaker, scrittore, attore, show-man) che trova sempre più consensi nel panorama omosessuale napoletano e no. Artista eclettico che segue il suo, ormai lungo, periodo ispirato e sarà anche lui al Teatro Cabaret Port’Alba con lo spettacolo “Io ed Helen” dal 20 Maggio.
La gestione artistica del teatro è affidata a Diego Sanchez con l’intento di portare a nuova vita anche il cabaret napoletano. Speriamo perché i presupposti ci sono, le competenze e la bravura degli artisti pure.
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5 commenti a “Priscilla trasforma il Cabaret in Teatro.”
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Napoli: Priscilla trasforma il Cabaret in Teatro.
Direttamente dagli spettacoli della Bavarese, nota birreria napoletana, anche molti “seguaci” dell’intraprendente e sfrontata show-drag Priscilla (Mariano Gallo) in “Priscilla Killer Drag” (in scena fino a Domenica 11 maggio), ma solo il pers…
10 Maggio 2008 | 07:26Napoli: Priscilla trasforma il Cabaret in Teatro.
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10 Maggio 2008 | 07:27Napoli: Priscilla trasforma il Cabaret in Teatro.
Direttamente dagli spettacoli della Bavarese, nota birreria napoletana, anche molti “seguaci” dell’intraprendente e sfrontata show-drag Priscilla (Mariano Gallo) in “Priscilla Killer Drag” (in scena fino a Domenica 11 maggio), ma solo il pers…
10 Maggio 2008 | 07:29critica molto giusta, ho visto lo spettacolo e l’articolo di art_balu è assolutamente completo e concreto.
11 Maggio 2008 | 11:21bravo !
Insomma lo spettacolo ha visto un bravissimo interprete ma la regia, il testo, le luci e la trama hanno delle lacune e “cadute di stile” imbarazzanti. Aspira ad essere testo teatrale ma finisce per essere “popolano” più che popolare.Auspico, quindi, che l’autore e regista, di indubbio talento, sappia percepire i limiti e le critiche per rimettere mano ad un buon canovaccio che va rivisto e corretto.
11 Maggio 2008 | 15:06