Città del Vaticano: “lo stato canaglia”
vaticano. omofobia. opinioniscritto da true_poison | 2 Dicembre 2008 | condividi su facebook
Stato canaglia è un’espressione utilizzata da alcuni teorici di scienza politica per riferirsi a taluni stati considerati una minaccia per la pace mondiale. Questo implica la compatibilità con alcuni criteri distintivi, come il fatto di avere una forma di governo autoritaria che lede gravemente i diritti umani.
Certamente lo stato teocratico “Città del Vaticano” ha un governo autoritario e con la sua opposizione alla proposta della Francia all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per la depenalizzazione universale dell’omosessualità, di fatto avalla e propugna legislazioni lesive dei fondamentali diritti civili e umani delle persone omosessuali.
Questa aberrante posizione scaturisce proprio dall’esistenza dello Stato confessionale Città del Vaticano, a cui non dovrebbe essere riconosciuto lo status di Stato, perché privo dei requisiti minimi per essere considerato tale. Secondo il Diritto Internazionale gli Stati devono presentare tre caratteristiche sostanziali: avere un popolo; avere un territorio; avere sovranità reale sul territorio e sul popolo.
Ebbene il Vaticano non ha un popolo, nessuno nasce cittadino dello Stato del Vaticano, non ha un territorio, perché ha una estensione limitatissima, non è sovrano perché è privo di una difesa propria e dipendente completamente da altri stati per la sua sovranità.
Gli iscritti Arcigay attribuiti alla sola Arcigay di Napoli sono 10 volte superiori al numero di abitati della Città del Vaticano, altro che popolo questa è una “enclave di fanatici religiosi”.
Il Vaticano quindi gode di un ingiusto privilegio in deroga ai principi di diritto internazionale ed, in linea di principio, la sua posizione non può valere come proveniente da una uno Stato ma da una religione, con tutti i limiti del “credo” religioso, dove la propria concezione di peccato si confonde in reato.
Avallare la posizione del Vaticano vuol dire minare la pace sociale del mondo occidentale e spingere i soggetti vittime di legislazioni persecutorie e discriminatori ad azioni sempre più forti ed eclatanti rispetto a chi nega persino il rispetto dei diritti umani.
La Città del Vaticano è uno “stato canaglia”, quindi, perchè destabilizza pericolosamente la pace sociale mondiale e difende legislazioni che violano i diritti umani.
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Vaticano, stato canaglia
Certamente lo stato teocratico “Città del Vaticano” ha un governo autoritario e con la sua opposizione alla proposta della Francia all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per la depenalizzazione universale dell’omosessualità, di fatto aval…
2 Dicembre 2008 | 17:44Vaticano, stato canaglia
Stato canaglia è un’espressione utilizzata da alcuni teorici di scienza politica per riferirsi a taluni stati considerati una minaccia per la pace mondiale. Questo implica la compatibilità con alcuni criteri distintivi, come il fatto di avere una f…
2 Dicembre 2008 | 17:46Vaticano, stato canaglia
Stato canaglia è un’espressione utilizzata da alcuni teorici di scienza politica per riferirsi a taluni stati considerati una minaccia per la pace mondiale. Questo implica la compatibilità con alcuni criteri distintivi, come il fatto di avere una f…
2 Dicembre 2008 | 17:48Vaticano, stato canaglia
Stato canaglia è un’espressione utilizzata da alcuni teorici di scienza politica per riferirsi a taluni stati considerati una minaccia per la pace mondiale. Questo implica la compatibilità con alcuni criteri distintivi, come il fatto di avere una f…
2 Dicembre 2008 | 17:48Carissimi amici, aderisco alla manifestazione di sabato presso il vaticano (davanti alle transenne) anche se non potrò essere presente. La chiesa cattolica è criminale già solo pensando al povero Ormando ( omicidio attraverso l’uso della parola) che ricordiamo sempre il 13 gennaio e che spero sarà un’altra occasione per far venire in massa le persone per protestare contro questa chiesa anticristica. C’è da ricordare lo IOR (Affare Calvi, etc.), l’unica banca in Europa sulla quale non risulta alcun controllo e che può riciclare tranquillamente i soldi neri delle mafie e della politica (Vi ricordate il baciamano!); il repentino cambiamento (da laici a teodem) da parte di certi politici; le tante truffe; la pedofilia ed il segreto imposto per quello schifoso crimine lasciando i preti impuniti spostandoli soltanto in altre sedi (plurifavoreggiamento della pedofilia).
4 Dicembre 2008 | 00:17Spero ardentemente che sarete in tantissimi e che la gente cominci ad aprire gli occhi.
Carissimi, laicissimi e gayissimi saluti, Peter Boom.
http://digilander.libero.it/pansexuality
Gay Pride per la Depenalizzazione Universale dell’Omosessualità
di Peter Boom
Il prossimo Gay Pride a Roma bisogna farlo passare per piazza Pio XII (territorio italiano) con una lunga sosta.
1) Per protestare contro il Vaticano che non è disposto a firmare la proposta del Presidente francese Nicolas Sarkozy presso le Nazioni Unite a favore della depenalizzazione universale dell’omosessualità.
2) Per aver assassinato e reso la vita impossibile a moltissimi omosessuali attraverso l’uso della parola (Alfredo Ormando docet).
3) Per la continua ingerenza nella politica italiana ed internazionale, che incredibilmente dà ancora ascolto ad una gestione immorale di una religione che possiede l’unica banca non controllata nell’Unione Europea, che ha favorito i numerosi atti di pedofilia dei preti attraverso il segreto imposto.
Insomma, una chiesa che in un paese normale dovrebbe vergognarsi di aprir bocca e che con i suoi mistificanti florilegi nasconde i vizi ed i crimini propri.
Per il Gay Pride di quest’anno a Roma bisognerà invitare, tutti i Capi di Stato, i ministri degli Esteri, delle Pari Opportunità e gli Ambasciatori dei paesi che hanno firmato per la depenalizzazione universale dell’omosessualità, a partecipare con la loro presenza a piazza Pio XII per far comprendere che i paesi non firmatari non possono essere considerati paesi pienamente civili e democratici.
24 Gennaio 2009 | 18:11Vogliamo per questo ringraziare il Presidente francese Nicolas Sarkozy ed altresì il ministro degli Esteri olandese Maxime Verhagen che ultimamente ha convocato il nunzio papale François Bacqué per chiedere spiegazioni per le aberranti parole pronunciate da monsignor Celestino Maggiore presso le Nazioni Unite.
Speriamo di poter contare sulla presenza del “Presidente della Speranza” Barack Obama, sulla partecipazione del segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e delle famiglie reali inglese, olandese e tutte le altre.
Sapere di avere al nostro fianco, per esempio, il principe Carlo d’Inghilterra, la regina Beatrice d’Olanda, il re Bhumipol della Thailandia, o, in caso fossero impossibilitati, dei loro rappresentanti ufficiali ed un loro commento scritto a favore dei diritti umani e civili uguali per tutti gli abitanti del mondo.
Bisogna chiedere la partecipazione del vescovo gay Gene Robinson, di Amnesty International, di tutte le organizzazioni umanitarie, dei sindacati e delle organizzazioni femministe soprattutto, perché le donne sono ancora le persone più oppresse e maltrattate in molti paesi.
Si dovrebbero invitare i paesi ancora non firmatari a presentarsi per l’occasione per sottoscrivere pubblicamente l’importante documento.
Sarebbe una festa per la libertà, l’uguaglianza e la fratellanza universale.
Peter Boom.