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Francesco di Leva ci racconta Emilio, il personaggio che interpreta in “12 baci sulla bocca” in scena dal 23 al 28 febbraio a Galleria Toledo.

francesco di leva è emilio in “12 baci sulla bocca” …Come al solito mi ritrovo al punto di partenza: non saper rispondere alla domanda “chi è il tuo personaggio?”. Posso allora solo provare a raccontare e raccontarmi come mi sono avvicinato ad Emilio, anziché analizzare quello che ho fatto.

Ragazzo 26 enne, gay, residente a Napoli, cameriere per un solo ed unico obiettivo: guadagnare denaro per soddisfare il suo unico grande sogno, andare a vivere a Londra. S’innamora del fratello del proprietario del ristorante presso il quale inizierà a lavorare. A tutto questo fanno da cornice i frenetici anni 70.

Cosi si presentava lo scritto di Mario Gelardi nella descrizione del personaggio di Emilio, propostami da Giuseppe Miale di Mauro.
C’era una parola che mi colpì fortemente: “S’innamora”, perché conoscendomi non sarei mai riuscito ad avere un approccio razionale con questo personaggio, non l’ho mai fatto, e non ci sarei riuscito sicuramente ora con Emilo.

“S’innamora?” e come posso io innamorarmi di un uomo? E come posso innamorarmi così profondamente da poter restituire al pubblico quello che Emilio ha vissuto in quegli anni cosi difficili? Ho chiamato subito degli amici ed ho detto loro: “mi devo innamorare di un uomo”, e seduti al tavolo di un bar hanno iniziato a raccontarmi storie, frammenti della loro vita, vissuta da loro in prima persona dal 1960 sino ad arrivare all’ anno che a me interessava il 1975.

C’era Silvio che non faceva altro che ripetermi che hanno lottato, lottato, lottato! E quando mi parlava di lotta io capivo che non era solo una parola usata per la circostanza, lui la LOTTA l’aveva fatta sul serio.

Claudio m’illustrava e dettava - aspettando che io segnassi sul mio quaderno tutti i suoi suggerimenti - tutte le correnti politiche di quegli anni, mi faceva capire l’importanza dei movimenti gay che nascevano. Ricordando, Claudio ogni tanto si bloccava, faceva memoria, e mi suggeriva un titolo di un film, un libro da leggere, foto da guardare.

E poi mi disse una cosa, (“questa non importa se la scrivi o meno” cosi mi disse!) “Non cercare nel corpo un atteggiamento particolare, cercalo negli occhi e saranno loro a darti una personalità. CI RICONOSCIAMO GUARDANDOCI NEGLI OCCHI”

Aprendo le pagine di un libro da lui stesso regalatomi (“Lo schermo velato”) ci furono delle frasi che mi colpirono. Una era di Jean Renoir, a proposito del film “Nodo alla gola” di Alfred Hitchcock: “Dicono che il film sia sugli omosessuali e non si vedono nemmeno i ragazzi baciarsi. Che faccenda è?”

Un’altra invece era di Dirk Bogarde, a proposito del film “Victim”: “Era il primo film in cui un uomo diceva: TI AMO ad un altro uomo. Sono stato io a scrivere quella scena. Ho detto: “le mezze misure non hanno scuse. O si fa un film sui froci o non si fa”.

Ed è proprio grazie a questo libro ed altri, grazie a film come “Brokeback Mountain”, “Milk” ecc. che ho intrapreso questo viaggio, non pensando a cosa dovevo fare da attore, ma a come viverlo come persona!

A sedici anni ho capito che mi piacevano gli uomini. I miei non si sono accorti di niente o almeno hanno fatto finta di non accorgersene. Me ne sono andato, sono andato a Roma. Dovevo capire. La mattina facevo le marchette all’Eur e la sera al Colosseo; li ho conosciuto un uomo, sui cinquant’anni, con degli occhiali scuri, grandi, mi faceva sorridere, io stavo bene insieme a lui, era uno che mi rapiva con le parole, “me faceva ascì pazz! ” mi sono innamorato di lui, lo aspettavo ogni giorno, alla stessa ora ed allo stesso posto, arrivava con la sua macchina color bordeaux mi caricava a bordo e andavamo vicino al mare a fare l’amore. Ero capace di stare ore ad ascoltarlo su quella spiaggia lontano da tutto e da tutti, lui mi faceva tante promesse, tante “dovresti fare il cinema” mi diceva, ma un giorno io ero li allo stesso posto e alla stessa ora, lui arrivò ed invece di caricare me su quella macchina, caricò un altro uomo…

Massimo io non pretendo niente da te,
solo una cosa, ti prego, Massimo almeno tu non prendermi in giro!
Tuo Emilio


francesco di levaFrancesco di Leva diplomato in arte drammatica, debutta al cinema in “Un nuovo giorno” di Aurelio Grimaldi con cui lavora in numerose pellicole. Per il cinema recita in “Certi bambini” e in “Vento di terra” di Vincenzo Marra (in concorso a Venezia 61). E’ co-protagonista in “Pater familas” di Francesco Patierno (presentato alla Berlinale 2003).

A teatro ha recitato in “L’opera segreta” di Mario Martone, “Napoli Milionaria!” e “Le voci di dentro” (da Eduardo De Filippo) diretto da Francesco Rosi. Per il piccolo schermo ha preso parte a fiction come “Distretto di polizia” e “La nuova squadra”.

Ha già lavorato con Mario Gelardi e Giuseppe Miale di Mauro in “Quattro” e in “Gomorra” (in cui interpreta il ruolo di Picachù) al Teatro Stabile di Napoli. Nella primavera 2010 uscirà il film “Una vita tranquilla” di Claudio Cupellini in cui recita al fianco di Toni Servillo.

foto: carmine luino

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