i collettivi al napoliprideDopo lo spiacevole episodio verificatosi il 30 maggio nel corso del NapoliPride che ha visto il corteo scindersi in due tronconi contrapposti (quello del comitato organizzatore e quello dei collettivi studenteschi), il Comitato NapoliPride pubblica sul proprio sito una lettera aperta al movimento lgbtq ed al movimento femminista.

Nell’introduzione alla lettera si riassumono gli eventi (compresi l’equivoco “strumentale” nato dalla diffida del Comitato ad usare la parola “pride”) che hanno visto protagonisti, tra gli altri, il Collettivo lgbtq Tiresi@ e quello femminista Degeneri e che, secondo le parole del Comitato, nascondevano l’intenzione di sabotare l’organizzazione del Pride: dagli scontri in Piazza Matteotti all’ostruzionismo verso gli interventi del Comitato NapoliPride in piazza del Gesù e le conseguenti difficoltà con la Questura.

“La seguente analitica ricostruzione dei fatti - si legge nella lettera aperta della Segreteria Orgnaizzativa del NapoliPride - vuole avere l’obiettivo di portare a conoscenza e stigmatizzare ciò che a nostro avviso sono stati i limiti di una prassi politica inutilmente aggressiva e autolesionista di alcune frange politiche interne al movimento”

I firmatari della lettera (Salvatore Simioli di Arcigay Napoli, Giordana Curati di Arcilesbica “Le Maree” e Carlo Cremona di i Ken Onlus) chiariscono subito le intenzioni

“Riteniamo sia opportuno, a partire dalla condanna pubblica ed il ripudio dei metodi violenti del dissenso interno, aprire una seria riflessione sulle possibilità, se esistono, che tale dissenso diventi terreno di confronto per tutte\i”

Nelle conclusioni infatti leggiamo l’invito, fatta salva l’autonomia delle differenti soggettività, a porre fine a sterili contrapposizioni interne

“in un momento in cui le destre omofobe, sessiste e razziste di governo attuano politiche di delegittimazione costante della nostra richiesta dei diritti, in un momento in cui il ministro delle Pari Opportunità ci cancella dalle sue doverose priorità, in un momento in cui a Roma l’amministrazione di regime ostacola lo svolgimento di un Pride”

invitando il movimento lgbtq come quello femminista a condannare fermamente gli atti di violenza perpretati a Napoli e a parlarne nelle sedi e con i modi appropriati.

> leggi il testo completo della lettera aperta

foto: napoligaypress.it

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