NapoliPride. Lettera aperta del Comitato alle femministe: “riflessione interna”
movimento. antagonisti. napolipride09scritto da uiallalla | 11 Giugno 2009 | condividi su facebook
Dopo lo spiacevole episodio verificatosi il 30 maggio nel corso del NapoliPride che ha visto il corteo scindersi in due tronconi contrapposti (quello del comitato organizzatore e quello dei collettivi studenteschi), il Comitato NapoliPride pubblica sul proprio sito una lettera aperta al movimento lgbtq ed al movimento femminista.
Nell’introduzione alla lettera si riassumono gli eventi (compresi l’equivoco “strumentale” nato dalla diffida del Comitato ad usare la parola “pride”) che hanno visto protagonisti, tra gli altri, il Collettivo lgbtq Tiresi@ e quello femminista Degeneri e che, secondo le parole del Comitato, nascondevano l’intenzione di sabotare l’organizzazione del Pride: dagli scontri in Piazza Matteotti all’ostruzionismo verso gli interventi del Comitato NapoliPride in piazza del Gesù e le conseguenti difficoltà con la Questura.
“La seguente analitica ricostruzione dei fatti - si legge nella lettera aperta della Segreteria Orgnaizzativa del NapoliPride - vuole avere l’obiettivo di portare a conoscenza e stigmatizzare ciò che a nostro avviso sono stati i limiti di una prassi politica inutilmente aggressiva e autolesionista di alcune frange politiche interne al movimento”
I firmatari della lettera (Salvatore Simioli di Arcigay Napoli, Giordana Curati di Arcilesbica “Le Maree” e Carlo Cremona di i Ken Onlus) chiariscono subito le intenzioni
“Riteniamo sia opportuno, a partire dalla condanna pubblica ed il ripudio dei metodi violenti del dissenso interno, aprire una seria riflessione sulle possibilità, se esistono, che tale dissenso diventi terreno di confronto per tutte\i”
Nelle conclusioni infatti leggiamo l’invito, fatta salva l’autonomia delle differenti soggettività, a porre fine a sterili contrapposizioni interne
“in un momento in cui le destre omofobe, sessiste e razziste di governo attuano politiche di delegittimazione costante della nostra richiesta dei diritti, in un momento in cui il ministro delle Pari Opportunità ci cancella dalle sue doverose priorità, in un momento in cui a Roma l’amministrazione di regime ostacola lo svolgimento di un Pride”
invitando il movimento lgbtq come quello femminista a condannare fermamente gli atti di violenza perpretati a Napoli e a parlarne nelle sedi e con i modi appropriati.
> leggi il testo completo della lettera aperta
foto: napoligaypress.it
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8 commenti
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NapoliPride. Lettera aperta alle femministe: “riflessione interna”
Dopo lo spiacevole episodio verificatosi il 30 maggio nel corso del NapoliPride che ha visto il corteo scindersi in due tronconi contrapposti (quello del comitato organizzatore e quello dei collettivi studenteschi), il Comitato NapoliPride pubblica sul…
11 Giugno 2009 | 16:01[…] I firmatari della lettera (Salvatore Simioli di Arcigay Napoli, Giordana Curati di Arcilesbica “Le Maree” e Carlo Cremona di i Ken Onlus) chiariscono subito le intenzioni (more…) […]
11 Giugno 2009 | 17:14NapoliPride. Lettera aperta al movimento femminista
Dopo lo spiacevole episodio verificatosi il 30 maggio nel corso del NapoliPride che ha visto il corteo scindersi in due tronconi contrapposti (quello del comitato organizzatore e quello dei collettivi studenteschi), il Comitato NapoliPride pubblica sul…
11 Giugno 2009 | 18:50Scriveva uno di I-ken in risposta al mio commento sul fallimento del pride di Napoli:
14 Giugno 2009 | 14:48Il Movimento LGBT Partenopeo e Nazionale è vivo e gode di ottima, sana e robusta costituzione. Il fallimento c’è stato, ma da parte di chi ha remato contro il Napoli Pride. E’ stata una grande ed esemplare manifestazione, pacifista, contro ogni forma di violenza e discriminazione.
…e si vede come la manifestazione è stata pacifista e soprattutto contro la discriminazione…il corteo si è spaccato in due con le femministe contro l’Arcigay e i fac-simili!!! Lo ripeto andate a lavorare invece di prendere in giro i gay! Magari portatevi i candidati di sinistra che sono stati trombati…così la prossima volta ci pensate a fare un pride/spot elettorale per i pseudo-post-comunisti…auguri!
ma questo blog è moderato?
15 Giugno 2009 | 13:38è possibile che ci siano persone che screditino le associazioni gay di napoli e trovino qui spazio senza che alle accusa segua una firma?
Tutti possono dire ciò che vogliono, ma che se ne assumano la resposabilita!
No?
Questa è democrazia, altro è anarchia!
Il blog è moderato ma non operiamo nessuna censura: ognuno è libero di esprimere la propria opinione nel rispetto di quella altrui (ovvero senza trascendere in volgarità ed offese gratuite)
ovviamente l’autorevolezza dei commenti è diversa se chi li lascia si firma con nome e cognome o semplicemente con un nick
15 Giugno 2009 | 13:49Ancora in direzione ostinata e contraria!
Leggiamo quanto di calunnioso nei nostri confronti è stato scritto in questi giorni dai circoli napoletani di Iken, ArciLesbica e Arcigay a seguito del Napoli Pride 09 e siamo costrett@ a tornare su una vicenda che sarebbe stato più dignitoso, proprio per queste organizzazioni, dimenticare.
Non ci stiamo ad apparire come quell@ che “sfasciano” i movimenti perchè la verità è ben diversa dalla ricostruzione falsificata dei fatti.
Punto 1) Alla faccia del confronto!…
Premettendo che un confronto, per essere tale, non può svilupparsi verticalmente, facciamo notare che i collettivi femministi Degeneri e Pachamama, a cui fa riferimento la lettera aperta, non sono mai stati invitati alle riunioni organizzative del Pride pur lavorando da anni (come i firmatari della lettera ben sanno) sul territorio napoletano sui temi di genere, dei diritti, della laicità e dell’antifascismo. Inoltre un confronto non può avere come premessa l’ appropriazione indebita di una scadenza di cui invece nessun@ è proprietari@! Siamo rimaste esterrefatte quando abbiamo letto la notizia sul sito di Iken della diffida all’utilizzo del nome “Pride” per l’organizzazione di feste ed altro. E’ molto difficile equivocare la minaccia ad adire vie legali, pensiamo più che altro che Iken si sia reso conto solo successivamente del gravissimo autogol su un campo da noi sempre contestato, quello della mercificazione di tutto ciò che gravita intorno alla lotta lgbtiq. Noi al contrario siamo quell@ che sin dal primo momento hanno parlato di COPYLEFT PRIDE come soggetti autodeterminati fuori dalle logiche del mercato e sulla base di questo rivendichiamo che il protagonismo di tutt@ vada preso senza chiedere il permesso!
Punto 2) L’organizzazione…
Malgrado queste premesse i collettivi Tiresi@, Degeneri e Pachamama hanno lavorato alla preparazione del Pride con un lavoro capillare e reticolare di informazione e costruzione. Infatti non solo questi tre collettivi hanno partecipato alla costruzione del Pride ma numerose altre realtà sociali e tante altre lesbiche, gay, trans, bi e soggetti queer hanno reso questo solo l’inizio di un’importante percorso, forse del tutto nuovo a Napoli…. Quello che sfugge ad IKen e soci@ che continuano a chiamarci “collettivi studenteschi” (come a voler sottolineare una nostra estraneità dal movimento lgbtiq) è che loro in quanto associazioni non hanno il monopolio a Napoli e in nessun altro posto del “movimento lgbtiq”, chi si proclama tale ha piu’ probabilmente una difficoltà a decifrare la realtà oltre se stess@. Abbiamo costruito un’assemblea molto partecipata sui temi del genere, della razza e dell’antifascismo, nonché una festa enorme, bella, divertente. Senza queste iniziative il Pride non sarebbe stato visibile a Napoli perchè, dopo essersi appropriati della sigla, IKen, ArciLesbica e ArciGay hanno fatto poco o nulla perchè la manifestazione riuscisse (non un manifesto ma nemmeno un’iniziativa che potesse dare il giusto risalto a quello che doveva essere il primo pride a Napoli degli ultimi quindici anni). Abbiamo deciso di partecipare ugualmente con uno spezzone e una piattaforma nostra perchè convinte che, malgrado le premesse, il settarismo non aggrega e non informa.
Punto 3) Il Corteo…
A) Arrivati in piazza Matteotti gli organizzatori ci avvisano che il corteo subirà la sosta di 1 ora in cui sono stati pensati degli interventi dal loro camioncino per sottolineare il valore antifascista della città… La verità invece la scopriamo solo poco dopo proprio da Iken: bisogna aspettare che una congregazione di gesuiti finisca di celebrare messa…insomma, oltre al danno la beffa!!!
B) Il camioncino che doveva servire come microfono per interventi liberi in realtà non è altro che il luogo dei vari interventi di candidati di partiti politici, collocando in questo modo lo stesso Pride all’interno delle scadenze elettorali. Non abbiamo nulla contro la partecipazione di partiti o gruppi politici alla battaglia contro il sessismo, l’omo-lesbo-trans fobia e il razzismo, ma non accettiamo che il movimento sia strumentalizzato da forze politiche, soprattutto in occasione di scadenze elettorali e non possiamo non denunciarne l’ambiguità!
C) Iken, ArciLesbica e Arcigay hanno mantenuto in tutta la vicenda un atteggiamento aggressivo, maschilista e fuori da ogni possibilità di confronto politico: oltre all’epiteto “fascista” più volte indirizzatoci, alcune di noi si sono sentite rifiutare l’interlocuzione da Iken con l’argomento che le donne parlano con le donne e gli uomini con gli uomini.
D) Alla fine di tutto questo percorso è normale e comprensibile che il nostro spezzone di corteo abbia voluto continuare a comunicare con propri interventi e non si sia voluto piegare alle richieste assurde di tacere e di consentire solo ad un camion (quello degli organizzatori e dei candidati) di poter intervenire. Le voci si sono ovviamente sovrapposte ma non al punto da non poter ciascuno dire ciò che voleva alla sua parte di corteo, in cui il nostro spezzone rappresentava una parte significativamente numerosa e attiva.
E) Nella più generosa delle ipotesi possiamo attribuire ad inesperienza o pochezza politica la reazione del servizio d’ordine del Pride nei confronti del nostro spezzone. Coloro che ricostruiscono questo falso racconto non dicono la cosa più importante, che con metodi a metà tra buttafuori di locali notturni e corvi sulla spalla, dopo esserci stati addosso con un atteggiamento volutamente ostile, hanno strappato il nostro striscione in piazza Matteotti determinando così (loro!) uno strappo con il movimento e con uno spezzone che fino alla fine ha cercato in tutti i modi di non raccogliere provocazioni.
Non vogliamo più prestare il fianco a sterili botta e risposta.
Chiariamo un’ unica volta la nostra posizione e andiamo avanti, sempre in direzione ostinata e contraria convint@ del buon lavoro che abbiamo prodotto e di tutto quello che c’è ancora da fare.
SPEZZONE ORGOGLIOSAMENTE ANTIRAZZIST@ ANTISESSIST@ ANTIFASCIST@
15 Giugno 2009 | 19:22Non posso allontanarmi e rilassarmi un attimo che la realtà e l’oggettività dei fatti e degli episodi venga distorta in maniera ineffabile dovuta ad una coalizione camuffata dietro vetero divergenze… mettiamo i puntini sulle i che forse è meglio o forse sarebbe meglio che ognuno di voi, una volta e per tutte, si smascherasse o rendesse pubblica la propria posizione. Credo che le politiche inerenti le tematiche che affliggono le persone omosessuali non debbano avere assolutamente un’ appartenenza partitica e che se le vertenze, le istanze vengano prese seriamente e politicamente, non a cuore, ma in grande considerazione nelle piattaforme programmatiche o nei programmi di governo, non di uno, ma ti tutti i partiti riusciremmo, forse ad ottenere realmente quei diritti sui quali tanto cavalcate le vostre personali, e non, attività nel sociale: almeno come professate. Non mi sento incluso in questo pensiero limitatamente identitario e parlo al plurale perchè ho sempre e da sempre avuto pensieri in controtendenza anche alle stesse associazioni a cui sono iscritto, nonchè per sempre spero di conservare questa mia attitudine e questa meccanicistica del pensiero. Manlio Converti, ormai, sono due anni che professa il bipartitismo con stretta appartenenza al PD, infatti:
17 Giugno 2009 | 01:14- durante il Napoli Pride volantinava per il PD, penso che fosse contento per la presenza e l’eventuale intervento della Concia;
- pubblicamente ha detto di sostenere Carlo Cremona nel momento in cui confluisse nel PD… tranquillo, da non credente posso dire che le vie del Signore sono infinite…
Carlo Cremona in passato è stato un dirigente provinciale del Partito di Rifondazione Comunista, ma questa è una notizia che può essere appresa da chiunque e senza nemmeno sudare tanto. Al momento della scissione di alcuni dei vendoliani è fuoriuscito anche lui da Rifondazione ed esplicitamente nel suo precedente intervento parla di un Bertinotti che appoggia pubblicamente Sinistra e Libertà, no scusatemi quel cartello elettorale che non esiste più e che convergerà presto ed interamente (solo parti dirigenti?), così dicono e sembra, a fare la sinistra nel PD (con la Binetti uhauhauha): potete apprenderlo se leggete quotidiani, blog, siti politici etc etc… Sono profondamente dispiaciuto dei commenti del tutto fuori luogo rispetto, non alla mia persona perchè non sono nessuno, ma al partito di Rifondazione ed alla presenza e partecipazione di tanti militanti e dirigenti Nazionali, Regionali e Provinciali che hanno aderito alla piattaforma e documento politico del Napoli Pride e di tutti i Pride, come avviene da anni. Vi ricordo che Rifondazione propone il Polo della Sinistra, aperto a tutti nella costruzione! Muovete le stesse critiche alla partecipazione anche per il Pride romano, lì che propaganda elettorale facevano se le elezioni erano già passate? Rifondazione non solo ha aderito, ma ha anche sostenuto, non solo con la presenza, ma anche economicamente ( e cospicuamente) la buona riuscita del Napoli Pride. Ma chissà se la volontà del rimanente comitato organizzatore o solo di qualcuno abbia per caso dimenticato che si è trasgredito uno dei pricipi-regole assodati/e fin dall’inizio dell’organizzazione: nessun candidato doveva parlare, come è stato per Rifondazione! Eppure la candidata per Sinistra e Libertà Imma Battaglia, pur non essendo in programma, anzi nella scaletta degli interventi da Piazza Matteotti, improvvisamente si è materializzata ed ha pure fatto il suo intervento!Da Piazza Matteotti, mi aveva detto il Presidente Curati, dovevano intervenire solo, e dico solo, alcune realtà associative! Chi si è venduto a chi? Cosa si è venduto? Il Pride non è un marchio registrato, il Pride è orgoglio, è valori, è morale, è dirittti, è di tutte e tutti e se tutti sono e devono essere libere e liberi allora non ci sono regole di partecipazione o modalità di partecipazione se non quelle dettate dalla Costituzione e Legge italiana! Solo il carro del Comitato era autorizzato? Ma scherzate? Il palco non funzionava? Il palco non era stato attrezzato! Chi doveva occuparsene? I Collettivi disobbedienti? Beh c’era un accordo politico con loro come mai è decaduto? Avevo già chiesto di parlare nei luoghi opportuni e preposti, ma avete continuato a fare una informazione non reale, anzi di realtà c’è tutta la pochezza politica di gestione del potere e dei diritti: è la tendenza di tutti i partiti nell’andare a destra che vi fa parlare con termini economici e vendere le IDEE… mi spiace e si sta dimostrando e si è dimostrato con i fatti: prima, dopo e durante il Pride! Qualcuno mi dirà: ma tu eri a sventolare la bandiera di Rifondazione al Pride! Ho sventolato a turno ed anche contemporaneamente tutte le bandiere che erano presenti al Pride! Non ero come rappresentante di un partito, nè di un sindacato, nè di una associazione: ero al Pride e ci sarò sempre come libero cittadino che vuole diritti e libertà non solo per sè in quanto omosessuale, ma anche per i compagne/i vittime di discriminazione siano loro lesbiche, trans, donne etc etc… Al Pride la mia identità si fondeva con le altre per lottare unitariamente! Come molti sapranno sono stato un candidato alle elezioni provinciali ed onde evitare vergognose menzogne su una eventuale strumentalizzazione della mia partecipazione e organizzazione del Pride, al momento della mia ufficializzazione della candidatura sono uscito dal Comitato, eppure sono stato additato come uno sfruttatore perchè tante foto e video mi ritraggono con la bandiera di Rifondazione: cosa devo pensare che chi scattava le foto erano amici o nemici? Io Credo profondamente nell’amicizia! Non dovevo sbandierare nessuna bandiera o solo una? Si parla addirittura della presenza di tanti partiti e la loro partecipazione è camuffata dietro il non portare la bandiera: c’è differenza fra le adesioni personali e quelle Nazionali di un intero PARTITO! E ce ne erano tante di presenze e adesioni, ma erano a titolo personale. Questa è la svolta di Bertinotti? Come si è riduttivi nei suoi confronti… Non sapete costruire, ma solo distruggere e continuate a farlo… da voce libera, alla quale si invocherà la gogna ( poi decidete voi se appartenete alla mentalità della censura-provvedimento limitante di qualsivoglia natura totalitaristica-assolutistica ) vi sottopongo una informazione alternativa piuttosto la tanta controinformazione settaria data. Inoltre posso testimoniare sulla veridicità di ciò che è scritto ed avvenuto come descritto nel primo capoverso del punto n. 1 L’organizzazione della lettera aperta…
Mario Zazzaro