Andreoli su L’Avvenire: “Gli omosessuali non sono malati”
attualità. fedescritto da uiallalla | 9 Gennaio 2009 | condividi su facebook
Vittorio Andreoli, psichiatra, non credente e osservatore dei fenomeni di costume, cura sulle pagine de L’Avvenire la rubrica “I preti e noi” in cui tratta, da svariati punti di vista, del rapporto tra il sacerdote e la società.
Giunto alla 48ma puntata del suo viaggio, si occupa del “sacerdote in casi estremi” ovvero dei preti omosessuali.
Con le dovute cautele: dal basso del suo ruolo di scienziato non entra nel merito delle scelte della Chiesa quando questa esclude gli omosessuali dal sacerdozio, sottolinea come nella complessità dell’essere umano i comportamenti omosessuali (che considera “variabili all’interno di quella che si chiama normalità”) sia un particolare.
Ma precisa anche che questa piccolezza non è da considerarsi irrilevante e ricordando la posizione dell’OMS sull’omosessualità dice qualcosa che, sul giornale dei vescovi italiani, ha il sapore di una piccola rivoluzione:
“Voglio dire che non mi scandalizzo se un’organizzazione, come in fondo è la Chiesa, decide di escludere dal sacerdozio ministeriale l’omosessuale. Date le mie convinzioni, potrei scandalizzarmi se lo ritenesse un malato, ma non certo se essa si dà dei criteri per la selezione del proprio personale”
Il professore ammette, anche sulla base della sua esperienza professionale, che la discussione è aperta e conclude che “nel discorso vocazionale deve contare soprattutto la coerenza con il messaggio che si annuncia”.
Non è da sottovalutare anche un’altro aspetto trattato nell’articolo: il cambiamento dei costumi e della sensibilità comune e, di conseguenza, l’invito a superare vecchi stereotipi e luoghi comuni
“Va da sé, ma lo diremo ancor meglio nella tappa successiva, che l’omosessualità si distanzia anni luce dalla pedofilia”
ma soprattutto, per quanto riguarda il rapporto tra la Chiesa e la società
“Si deve sempre stare attenti al carico di sofferenza inutile che si mette sulle spalle delle persone, senza che abbiano colpe particolari”
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8 commenti
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Andreoli su L’Avvenire: “Gli omosessuali non sono malati”
Vittorio Andreoli, psichiatra, non credente e osservatore dei fenomeni di costume, cura sulle pagine de L’Avvenire la rubrica “I preti e noi” in cui tratta, da svariati punti di vista, del rapporto tra il sacerdote e la società.
9 Gennaio 2009 | 04:48Giunto alla 48ma…
[…] Il professore ammette, anche sulla base della sua esperienza professionale, che la discussione è aperta e conclude che “nel discorso vocazionale deve contare soprattutto la coerenza con il messaggio che si annuncia”. (more…) […]
9 Gennaio 2009 | 04:58Evviva dopo secoli di oscurantismo, cattiverie,vanterie, odi,falsità,biechi conformismi oltre a violenze, fucilazioni, lapidazioni e delitti innominabili da parte dei Fondamentalisti di casa nostra, il prof Andreoli sta cercando di farci capire a che cosa pensare, come ragionare, credere,cercando di fare luce nelle nostre secolari tenebre contro gli omossessuali,nostri fratelli e sorelle. Chi non è senza peccato scagli la prima pietra. La libertà politica, ormai ridotta al lumicino dai nostri governi illiberali di cui anche ultimamente oltre il 50 % degli Italiani ha dato il suo consenso, ha cessato di esistere con la nostra e la vostra libertà sessuale. In realtà di queste libertà.ahimè, agli Italiani non interessa molto. Al contrario, poveri noi, siamo ancora nel profondo medioevo. Grazie Prof. Andreoli, noi siamo con Lei, ci faccia da guida.
9 Gennaio 2009 | 17:56Andreoli su L’Avvenire: “Gli omosessuali non sono malati”
Vittorio Andreoli, psichiatra, non credente e osservatore dei fenomeni di costume, cura sulle pagine de L’Avvenire la rubrica “I preti e noi” in cui tratta, da svariati punti di vista, del rapporto tra il sacerdote e la società.
12 Gennaio 2009 | 10:01Giunto alla 48ma…
Andreoli su L’Avvenire: “Gli omosessuali non sono malati”
Vittorio Andreoli, psichiatra, non credente e osservatore dei fenomeni di costume, cura sulle pagine de L’Avvenire la rubrica “I preti e noi” in cui tratta, da svariati punti di vista, del rapporto tra il sacerdote e la società.
12 Gennaio 2009 | 10:04Giunto alla 48ma…
Caro Prof. Andreoli,
14 Gennaio 2009 | 01:40Lei non si scandalizza “se un’organizzazione, come in fondo è la Chiesa, decide di escludere dal sacerdozio ministeriale l’omosessuale”. Io invece mi scandalizzo ancor di più del fatto che la chiesa cattolica non permetta alle donne di accedere al sacerdozio, considerandole quindi esseri inferiori, o per lo meno non all`altezza del compito. Sono contento di vivere ormai da quarant`anni in un Paese protestante quale la Svezia, dove il vescovo di Stoccolma è una donna della cui sessualità non se ne parla proprio perché non deve interessare a nessuno.
andreoli@avvenire.it
questo è l’indirizzo per chi vuole contattare il dottor Andreoli in merito ai suoi articoli su L’Avvenire
14 Gennaio 2009 | 13:50chiediamo l’articolo di Andreoli sur la figura del prete
15 Dicembre 2009 | 19:24letto nel giornal “Avvenire”
grazie