vita e cultura gay (cicero editore)Ciò che è difficile per chi è vittima del pregiudizio anti-omosesuale (che lascia libero chiunque di far quel che vuole purchè rimanga del privato) è ammettere che esista una quotidianità gay ovvero che l’omosessualità, come un filo rosso, corre lungo la storia dell’umanità, facendone parte.

A ripercorrere la storia e la cultura omosessuale (termine che in alcuni ambienti crea ilarità) è una raccolta di saggi edita da Cicero Editore e curato da Robert Aldrich (omonimo del famoso regista): “Vita e cultura gay. Storia universale dell’omosessualità dall’antichità a oggi”.

Considerata a seconda dei secoli vizio borghese ai danni delle classi inferiori, tollerata e poi perseguitata. “Inventata” dai greci ha trovato prima in Germania e poi Italia la sua terra d’elezione. Additata con termini iper-scientifici o, all’opposto, ai limiti dell’offensivo (sodomia, pederastia) e i cui “adepti” venivano comicamente appellati (urninghi, uranisti). Argomento di cui era meglio non parlare (ai tempi del fascismo) a minaccia per la famiglia e l’umanità: ancora oggi considerare la “normalità” dell’essere gay è un pensiero sconvolgente quanto rivoluzionario.

Oggi l’omosessualità è oggetto di ricerche (i famosi queer studies, diffusissimi nelle università americane), considerata una condizione naturale dell’uomo (anche se allo stesso tempo oggetto di “cure” da gruppi cristiani) è anche un potente argomento elettorale capace di spostare voti e di mandare in crisi coalizioni politiche.

Nei secoli ha influenzato le arti fino a creare (come ogni minoranza) una cultura sua peculiare, ma la conclusione del libro è che, nonostante i molti passi avanti, nonostante i riconoscimenti e le rivendicazioni, l’integrazione è qualcosa di ancora molto lontano se l’omosessualità, a seconda delle latitudini, sfila nei gaypride additata come fenomeno da baraccone e, allo stesso tempo, è punita con la lapidazione e l’impiccagione come uno stigma.

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