lettera di un padre omosessuale a sua figlia“Cercherò di raccontarti chi sono e perché sono così. Cercherò di spiegarti chi sono quelli come me”

Se c’è un’esperienza che si incontra spesso nell’ambiente omosessuale e quella di uomini/donne che sono stati giovani negli anni ‘60 e ‘70 con marito/moglie e figli che ad un certo punto scoprono il loro vero orientamento sessuale.

E’ il frutto marcio di una cultura che spinge le persone non solo a fuggire dalla propria natura ma anche a nascondersi dietro improbabili paraventi. Se spesso le pressioni della società rendono a giovani ragazzi difficile “spiccare il volo”, per persone adulte con famiglie a carico può diventare un fardello pesantissimo.

Racconta quest’esperienza il giornalista Daniele Scalise (L’espresso, Il Foglio) nel suo libro “Lettera di un padre omosessuale alla figlia” (edito da Rizzoli) uscito il 16 gennaio scorso. La figlia del titolo, ormai adulta, ha sempre convissuto con l’omosessualità paterna tanto da non vederci nulla di strano. Ma il libro racconta tutta una serie di episodi in cui, per forza di cose, incappa un genitore omosessuale e da cui non sempre ne esce pulito.

Dai primi approcci gay

«All’inizio tentai di applicare gli stilemi del corteggiamento eterosessuale anche con i maschi. Un disastro»

al offerto coming out con i genitori, a quello più “pacifico” con la moglie e poi… con la figlia.

«Nulla da giustificare, nulla da farmi perdonare, nulla da nascondere»

Se con la figlia piccola è, apparentemente, tutto più facile, quando arriva l’adolescenza le cose si complicano. Anche in questo caso l’esperienza di Scalise è positiva, l’autore ne è cosciente e, smascherando una società iper-perbenista, invita i padri meno fortunati di lui a combattere senza timori il pregiudizio.

Nel libro l’autore (che è stato curatore della prima raccolta “Men on Men”) racconta con stile lineare trent’anni di battaglie di cui è stato testimone e cose che sono gli occhi di tutti: dai preti gay in piazza San Pietro a Che Guevara icona della sinistra ed aguzzino dei gay, fino agli innumerevoli luoghi comuni sull’omosessualità in un paese ossessionato dal peccato.

Il libro si chiude con una speranza per un futuro (“un era banale”) in cui essere gay non sarà un titolo di demerito ne di merito

“e ognuno di noi prima o poi dovrà tornare a essere qualcos’altro, il suo mestiere, la sua passione, il suo essere uomo o donna. O il suo essere niente. Ma questi saranno solo fatti suoi”

> compra il libro su laFeltrinelli.it [link sponsorizzato]

Segnala questa notizia su ZicZac! Upnews.it | trackback