«Amare le differenze». Dialogo con Michelangelo Pistoletto
attualità. cultura. arte. intervistescritto da carmineu | 23 Gennaio 2008 | condividi su facebook
Si illumineranno fino al prossimo 25 febbraio in piazza del Plebiscito i neon che recano il messaggio “Amare le differenze“. La scritta, un’invocazione all’armonia e al dialogo, è tatuata in sedici lingue sui colonnati, braccia rivolte verso il Mediterraneo.
E proprio al “mare tra le terre“, questo il significato della parola Mediterraneo, è dedicata l’altra parte dell’installazione, sul suolo della piazza. Sagome rialzate dei paesi, contornati in arancione con in bianco i nomi delle nazioni, che si affacciano su uno spazio contenuto, un “non luogo” che definisce culture millenarie.
Vedi accanto Palestina ed Israele, e la Turchia e la Grecia, ed ancora, la Spagna ed il Marocco. Tutte le nazioni in cui nasce l’ulivo, non a caso simbolo comune della concordia tra i popoli. E vedi così vicine l’Europa e l’Africa che basta un salto per passare da un continente all’altro.
L’opera sortisce effetto opposto alla grande spirale di Serra esposta sullo stesso luogo nel 2004, che astraeva dalla città chi vi entrava. LoveDifference è invece aperta all’esperienza, ludica, sociale, all’interazione creativa, come direbbe il suo autore.
Ed invita a riflettere. Sulle religioni, le abitudini, i climi, i modi di essere cittadini, le differenze appunto che si ritrovano tra i popoli in questa parte di mondo. Ed anche alla storia comune che abbiamo come abitanti dello stesso mare. Testimoni, dall’altra parte della piazza, le statue di Federico II e di Carlo III, che elevarono la capitale del loro regno a faro del dialogo tra culture. Dialogo oggi così carente.
Proprio mentre sto per andarmene si compie l’artificio. Un uomo di colore siede sul bordo della Libia e resta a guardare la sagoma dell’Italia. L’opera così mi pare compiuta.
“LoveDifference” è una installazione di Michelangelo Pistoletto, nato a Biella nel ‘33, tra i maggiori artisti italiani viventi, promotore negli anni ‘60 dell’Arte Povera, Leone D’Oro alla carriera alla 50ma Biennale dell’Arte di Venezia. L’artista è impegnato con la fondazione Città dell’arte a promuovere e realizzare progetti che “ispirino e producano un cambiamento responsabile nella società attraverso idee e progetti creativi”.
A Napoli sono ora tre opere che rappresentano tre differenti stadi della sua ricerca. La celeberrima Venere degli stracci è al nuovo museo di arte contemporanea Madre Donna Regina. Dove è possibile fermarsi anche al Luogo di raccoglimento multiconfessionale e laico e Terzo Paradiso.
Abbiamo rivolto alcune domande a Michelangelo Pistoletto per i lettori di napoligaypress.
Maestro, nel concetto di differenza che è alla base del progetto LoveDifference entrano anche le differenze su base sessuale ?
Il concetto di differenza non è basato sui differenti, ma naturalmente tutte le differenze entrano in questo concetto: non ci sono limiti, bisogna considerare il concetto di differenza una ricchezza che abbraccia tutti gli aspetti dell’umano.
Il Mediterraneo è uno spazio metaforico in cui si sono sempre incontrate le differenze e le culture. E noi italiani dovremmo essere più predisposti ad accogliere le differenze
Penso proprio di si. Pensiamo a come l’Italia ha già vissuto nel passato guerre e grandi scontri di culture. E proprio in mezzo a queste siamo riusciti a fare l’Italia. Ed ora riusciamo ad unirci e a fare l’Europa ! Ed ancora più importante è il fatto che il Mediterraneo è un punto di incontro, tra il Sud, in cui è il nostro mondo italiano, ed il nord, l’Europa.
Quale è la sua opinione su quello che accade a Napoli dove l’emergenza rifiuti denuncia anche la fine del consumismo.
Al Madre ho esposto la mia “Venere degli stracci” che credo simbolica in questo senso ed è presente a Napoli in un momento particolare come questo … dove il concetto di consumismo arriva al consumismo consumato. Qui siamo al consumo del consumismo, in senso estremo. Napoli non è il posto dove il problema si supera ma dove questo problema si denuncia.
La “Venere degli stracci” fu fatta nel ‘67 in piena epoca rivoluzionaria e creativa. Ora pare che torniamo ad un momento di decadenza ma il messaggio di allora è ancora attuale.
Il detrito della nostra civiltà sta crescendo. La civiltà moderna, il consumismo, portano ad un degrado comunque, in qualsiasi parte del mondo. E’ a questo che dobbiamo stare attenti. Quello che accade a Napoli è una denuncia che si risolve con dei provvedimenti locali ma c’è una situazione di emergenza mondiale che bisogna affrontare.
Quale è il ruolo dell’arte ?
Penso che la creatività ormai debba essere messa sul piatto della responsabilità. L’arte non può essere più autoreferente ma deve essere totalmente responsabile, deve condizionare e proporre soluzioni e non soltanto critiche.
foto: napoligaypress.it
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23 Gennaio 2008 | 15:27«Love Difference»: dialogo con Michelangelo Pistoletto
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23 Gennaio 2008 | 15:28