enrico oliariEnrico Oliari, come commenta la notizia della nomina a ministro delle Pari Opportunità del “governo penombra” di Alessandra Mussolini?

Potrebbe essere solo una notizia per sdrammatizzare un momento di tensione ma quello che è certo è che Alessandra Mussolini, come gran parte del centro-destra laico, è convinta che sia giunto il momento di affrontare le tematiche del riconoscimento dei diritti civili delle persone e delle coppie omosessuali. Per sottolineare questa esigenza nomina un ministro dichiaratamente omosessuale nel suo “governo penombra”, come dire è un argomento di cui dover parlare ed è inutile fare finta che il problema non esista e che gli omosessuali non esistano.

Pensa che cambierà qualcosa a destra, e soprattutto nella destra di riferimento della Mussolini?

E’ un po’ più dura, in particolare sui temi nostri, la classica destra sociale cui fa riferimento Alessandra Mussolini, rispetto alla destra liberale, ma bisogna vedere cosa accade. Io penso che peggio di così non possa andare. Il governo di centro-sinistra non ci ha dato nulla e quello che ci stava concedendo sarebbe valso come una offesa nei confronti della nostra comunità e delle nostre richieste.

Per questo salutiamo molto positivamente qualsiasi cosa venga dal centrodestra. Teniamo presente che per far approvare leggi in nostro favore è necessario un voto transpartitico, ovvero oltre a tutto centrosinistra è necessario anche il voto di tutto il centrodestra laico. Per questo vedo molto volentieri le figure del centro-destra che portano avanti delle aperture nei confronti nostri: anche se fosse solamente una uscita giornalistica sarebbe una cosa positiva.

Anche se la Mussolini ce la ricordiamo per quell’altra uscita del “meglio fascista che frocio” a Porta a Porta.

Dovrebbe essere ricordata in verità anche perchè presentò una proposta di legge per il riconoscimento di alcuni diritti alle coppie omosessuali… Riguardo al fattaccio di Porta a Porta, conoscendo la Mussolini, penso che quella fu una battutaccia messa lì così.


Prima delle elezioni, a Roma ci fu un incontro che non andò benissimo tra GayLib e Popolo della Libertà. C’è la speranza che i temi dei diritti delle persone omosessuali penetrino nel centrodestra?

Gli incontri con il Popolo della Libertà non sono andate del tutto bene sinora non per particolari dinieghi, ma per la mancata considerazione dei nostri temi, che faticano ad entrare nel centrodestra che pone priorità ad altre tematiche. Ma noi siamo comunque militanti nei partiti di centrodestra e lavoriamo per portare avanti questi temi: io in Alleanza Nazionale da tanti anni.

L’invito che noi facciamo agli esponenti di centrodestra, dal Governo alle amministrazioni locali, a Gianni Alemanno a Roma è di aprire nei confronti della nostra associazione. Non intendiamo prendere il posto di altri gruppi e di altre realtà che ci sono, anche perché la nostra associazione si occupa solo di politica e di cultura. Ma io che milito nel partito di Alemanno da tanti anni mi aspetto che se il sindaco vorrà aprire alla comunità omosessuale romana ed alle questioni gay tenga presente GayLib, per porci delle domande. Noi sapremo fornire le risposte.

Quali sono le proposte di GayLib al nuovo sindaco di Roma Gianni Alemanno?

Propongo al sindaco della capitale di finanziare in modo preciso ed oculato gli interventi che vengono rivolti alla comunità glbt locale puntando sulla cultura e sul sociale. Chiediamo il rifinanziamento della GayHelpLine e l’apertura di sportelli per le persone omosessuali in difficoltà.

E chiedo di investire sull’aspetto culturale, un pallino che ho da sempre è organizzare una “conferenza internazionale su omosessualità e comunismo”. E’ uno dei miei sogni.

Anche per proporre letture della storia alternative a quelle più note e diffuse…

Dobbiamo ricordarci che gli omosessuali sono stati perseguitati non soltanto dai nazisti ma anche dai comunisti, dalla chiesa, da altre confessioni religiose e da altre religioni, da altre forme di governo. Se noi gay siamo alla ricerca di una nostra memoria dobbiamo considerare anche le persecuzioni degli omosessuali sotto i regimi comunisti. Esistono studi seri come quelli di Igor Kon di Mosca, o del regista Jaroslav Mogutin che hanno raccolto tantissimo materiale sugli omosessuali internati nei gulag sovietici, dove sono scomparsi almeno cinquantamila omosessuali.

Chiedo al sindaco di Roma di aprire una breccia in questo guscio che c’è nella cultura storica del movimento gay ed iniziare a proporre una visione della storia che sia a trecentosessanta gradi.

La signora Mara Carfagna, sua omologa, diciamo così, nel governo Berlusconi, è intervenuta nei giorni scorsi sulla legge sull’aborto. Ella, riprendendo le parole di Benedetto XIV ha affermato che il problema non è discutere della 194 ma parlare della cultura della vita. Non c’è il pericolo che a farsi portavoce del concetto cattolico di vita si turbi tra le altre cose il percorso verso il riconoscimento delle coppie omosessuali, che i cattolici vedono come una minaccia per la vita?

Non so se c’è un riferimento diretto alle coppie omosessuali nelle affermazioni sulla vita di Mara Carfagna. Noi come GayLib siamo già intervenuti pubblicamente chiedendo di tenere attiva la Commissione ministeriale per i Diritti e le Pari Opportunità recentemente nominata dal governo di centro-sinistra, che anche se c’è un decreto che dovrebbe tenerla in piedi, con la caduta del governo potrebbe passare di mano al nuovo.

Tornando alla sua domanda non penso che le questioni legate alla vita debbano leggersi nell’ambito delle coppie omosessuali, poiché non sono gli omosessuali che minacciano la procreazione e la continuazione della specie. Condivido l’intervento di Emma Bonino quando sostiene che è inutile continuare a sperare che l’umanità cresca in modo esponenziale, fino a nove miliardi, per poi rendersi conto che il petrolio non è così abbondante come si pensava, o che mancano le risorse alimentari.

L’argomento della vita andrebbe considerato non tanto nei temi aulici che vengono discussi dagli intellettuali, quanto in quello che ci succede nella vita di tutti i giorni. Quella ragazza ROM che l’altro giorno ha tentato di sequestrare un bambino è un affronto alla vita ed è un affronto alla vita vedere quelle zingare che portano in braccio dei neonati mezzi nudi in pieno inverno. Ecco io penso che la riconsacrazione alla vita parte da questi eventi più vicini a noi piuttosto che da argomenti lontani di carattere filosofico che piacciono tanto alla chiesa.

Qualcuno scommette che Alessandra Mussolini sarà il prossimo sindaco di Napoli, di una città che vive un momento di crisi legato al ciclo della spazzatura, punta d’iceberg di una profonda crisi politica. Quale è la sua opinione su quello che sta accadendo a Napoli.

Penso, ma è una opinione personale, che sono stati fatti degli errori a livello nazionale e non solo a livello locale giacché la spazzatura accumulata in Campania spesso è arrivata da fabbriche del Nord. L’impegno ora deve essere collettivo nel cercare di far funzionare la raccolta differenziata e far funzionare gli inceneritori che altrove non dànno alcun problema. Qui a Bolzano gli inceneritori riscaldano anche la città e generano energia, a Brescia altrettanto. Alla fine a Napoli ci sono brutte cose ma è la gente che ha votato determinati politici che hanno lasciato la città ed i cittadini in queste condizioni.

In realtà lo stallo politico è generato anche dalla mancanza di alternative politiche, al fatto ad esempio che a Napoli manca un Gianni Alemanno.

Lei mi chiede di intervenire su un fenomeno che mi appare complesso. Anche perché io ho una mentalità del nord e vedo le cose con la mentalità di uno del nord: è difficile capire come funzionano le cose a Napoli con le abitudini che ho io da sempre. A casa noi facciamo quattordici tipi di raccolta differenziata diversa perché sappiamo che l’impegno non deve venire solo dal politico che peraltro si evidenzia e nasce all’interno della società stessa, ma da ogni singolo cittadino. Un impegno individuale da parte di tutti per risolvere questo tipo di problematiche. Questo impegno non c’è stato perché qui c’è una classe politica che aveva promesso di risolvere la cosa ma non ha fatto niente. Io ho abitato a Merano per tanti anni e lì ad esempio se butti una carta per terra ti becchi subito la multa del vigile. E’ un discorso di mentalità ma è difficile per me esprimere una opinione perché mi rendo conto che è una problematica così complessa e si rischia di cadere in luoghi comuni.

Penso che siamo di fronte ad un’altra diversità, quella tra Nord e Sud, da risolvere e forse altrettanto importante. La ringrazio per la disponibilità e la saluto cordialmente.

Grazie a voi ed un caro saluto ai lettori di NapoliGayPress

foto: napoligaypress.it

Segnala questa notizia su ZicZac! Upnews.it | trackback