o’ curt 2008Parte stasera la decima edizione di “O’ Curt”, il festival del cortometraggio che proseguirà fino al 9 febbraio tra l’Istituto Francese di Napoli “Grenoble” in via Crispi e il museo d’arte contemporanea PAN in via dei Mille. Il festivali raccoglie oggi consensi a livello internazionale e, sfidando i limiti di genere, arricchisce la sua offerta quest’anno aprendosi ai mediometraggi.

Tra le opere in programma Sabato 9 alle 20.15, “Cerasella: ovvero estinzione della femminella” realizzato dal regista Massimo Andrei (“Mater Natura”) su commissione del professor Paolo Valerio, docente di Psicologia clinica alla Federico II.

Il film non indugia né sulla valenza sociologica né su quella della cronaca della figura, ma risale il tema a partire dal 1500, quando per la prima volta Gian Battista della Porta nomina in un suo studio la femminella.

“La femminella è altra cosa dal transessuale e dal gay occidentale - chiarisce il regista - la femminella è altra cosa dal transessuale e dal gay occidentale. Napoli, dopo il terremoto del 1980, ha radicalmente cambiato, perso, i suoi connotati geografici e sociali”

E così il femminello (che spesso aveva il compito di istruire al sesso i ragazzi rispettosi della verginità delle fidanzate, a cui venivano affibiato poteri magici e che veniva mandato al confino nel periodo fascista) raccontato da Patroni Griffi e Curzio Malaparte, perde il suo habitat ed è condannato all’estinzione.

Andrei nel suo documentario, non destinato al mercato, intervista Mina ‘a russulella, Ciro ‘a campagnola, Michelino ‘e Resina e Manuela Miano, ovvero Cerasella che ha deciso di non diventare «‘na pazza femmenella, ma di essere trans. Con le tette».

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