Riportiamo di seguito le sintesi dei commenti dei politici e dal mondo LGBT napoletano dopo le delibere di giunta dei giorni scorsi.

luigi de magistris“Quello di oggi è un altro importante passo nell’attuazione del programma che avevamo illustrato in campagna elettorale - ha dichiarato in un comunicato il sindaco di Napoli Luigi De Magistris - Un passo di grande valore che coinvolge le unioni civili, le coppie di fatto. È un passo molto forte dal punto di vista sociale. […] Non a caso ho mantenuto la delega all’attuazione della costituzione che all’articolo tre sancisce l’uguaglianza. […] Stiamo inserendo nei bandi di gara l’housing sociale che prevede che una quota deve essere assegnata alle giovani coppie. Questo è un incentivo ai giovani e un messaggio di solidarietà, di unione e di accoglienza”

Il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, al margine di una conferenza con l’ex ministro Sacconi, ha commentato negativamente le delibere

“Una cosa sono i diritti individuali che vanno tutelati ma pensare di creare attorno alle unioni di fatto una nuova configurazione giuridica mi sembra un errore perché non si tutelano così i diritti. […] Bisogna pensare di più alle famiglie numerose: sono queste le unioni da tutelare. Non mi sembra che capovolgere sia sensato. Altra questione è il diritto della persona ma non si deve camuffare strumentalmente attraverso un manifesto politico che individui un’unione che non è ben definita tra l’altro”

“Sull’esempio dei Comuni di Padova e Bologna - specifica Pina Tommasielli, assessore alle Pari Opportunità - questa delibera riprende il decreto attuativo del 1989 della legge sull’anagrafe datata 1954 che nell’articolo 4 definisce la famiglia come ‘un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune’ e colma, in attesa che si compia l’iter legislativo per l’istituzione del registro delle Unioni Civili, un vuoto di diritti per tutte quelle coppie che vedono negato il loro riconoscimento ai fini amministrativi”

Il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe su Il Mattino del 25 novembre mostra la sorpresa per aver appreso dai giornali che il Comune di Napoli ha avviato l’iter che porterà all’istituzione del registro delle unioni civili

“Dato che stiamo in un momento di particolare emergenza e difficoltà pensavo di trovare sui giornali una notizia buona nel senso di una risposta positiva ai tanti problemi che stiamo affrontando. Invece ho trovato questa cosa qui, che è un fatto importante ma certamente non è una priorità. […] Tutta questa realtà bisognerebbe metterla in un contesto nazionale e vedere un po’ se è solo una scelta di Napoli, oppure una scelta anche a livello nazionale. Per queste persone ho un rispetto totale, però è chiaro che ci sono delle cose che come cattolici non possiamo accettare”

Pino De Stasio, delegato alle Pari Opportunità nella II Municipalità di Napoli, in un commento a napoligaypress.it scrive

“Ora dobbiamo dare forza alla discussione in aula comunale e rendere esecutiva i punti cardini presenti nella delibera di giunta. Le associazioni del mondo lgbtqi e noi stessi dobbiamo esercitare pressione affinchè in consiglio comunale passi questo deliberato, non accontentiamoci del rilascio, su richiesta degli interessati, dell’attestato di famiglia anagrafica basata su vincolo affettivo mediante modifica della relativa modulistica prevista per accedere alla composizione anagrafica”

“E’ un segnale molto atteso dalle nostre famiglie e auspichiamo possa coinvolgere anche grandi città come Roma e Milano, storicamente troppo silenziose, se non avverse, a questi temi - dichiara Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay - La combinazione espressa dal Comune è tutt’altro che simbolica e, almeno in ambito cittadino, consente alle coppie gay di accedere a servizi e opportunità concrete. Lo slancio che viene da Napoli deve essere tradotto dal legislatore italiano che non deve esprimere più esitazioni sul matrimonio gay, unico provvedimento che garantirebbe piena parità per tutti i cittadini”

“Finalmente anche Napoli, la terza città più popolosa d’Italia, compie i primi, importantissimi passi verso il riconoscimento delle coppie di fatto gay, lesbiche ed eterosessuali mettendo in evidenza, ancora una volta, come il Sud rappresenti l’avamposto sociale e culturale del Belpaese” dichiara Giordana Curati, presidentessa di ArciLesbica, che sottolinea come queste delibere “consentiranno all’associazionismo lesbico, gay e transessuale locale, all’unisono con i movimenti nazionali, di incentivare il Governo ad un dialogo costante sul tema dei diritti civili, spezzando la cortina di silenzio che, da troppo tempo, sembra avvolgere la questione dei matrimoni tra omosessuali”

Fabrizio Sorbara, presidente di Arcigay Napoli aggiunge

“Anche grazie anche alla nuova Amministrazione, sono state finalmente ascoltate le associazioni lgbt e recepite due richieste di lungo corso del movimento. Napoli sarà la prima a usare questa formula, con certificazione anagrafica e registro, e speriamo possa essere esempio per tutte le altre città. Arcigay Napoli seguirà da vicino l’iter che porterà alla nascita del registro delle unioni di fatto e continuerà a lottare perché sul piano nazionale e locale si affermino i principi di pari dignità per omosessuali, lesbiche e trans”

“Lodiamo tale iniziativa perché esprime un’indirizzo nazionale verso una legge unitaria sulle nuove forme di Unione e non crea l’illusione che le città possano essere isole felici per i diritti” dichiara il presidente della onlus iKen Carlo Cremona, che si era espresso in modo critico sull’argomento, “Esprimiamo entusiasmo per una idea innovativa di uguaglianza che di rispetto della Costituzione che attua innovazione interpretando la Carta e rendendola viva in attuazione dell’articolo 3″

update: 26/11/2011 ore 14.30

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