“Potrai dire che mi conoscevi”“Standomene lì, in piedi, circondato dalla somma della sua esistenza (le cianfrusaglie domestiche, gli scatoloni ordinati, la causa persa) sembrava una possibilità reale. Se così stavano le cose, allora probabilmente avevo vinto. Avevo tenuto duro. Lui non c’era più, e io ero Peter Pan”

Ritorna in libreria, dopo 3 anni e il successo di “Il mondo dei ragazzi normali”, Karl Soehnlein. Sempre per i tipi Baldini Castoldi Dalai esce “Potrai dire che mi conoscevi” in cui l’autore esplora il tormentato panorama del rapporto padre-figlio, tra i rischi del contatto e l’impossibilità di vivere senza.

Jamie Gardner riceve la telefonata che ha sempre temuto: Teddy, il padre che non l’ha mai accettato, è morto. Per il figliol prodigo è tempo di tornare a casanel New Jersey alle distese d’asfalto e alla famiglia fredda da cui era fuggito.

Diviso tra senso di colpa e dolore, Jamie trova consolazione in una scatola di ricordi trovata in soffitta contenente foto e lettere di un amico del padre, Dean Foster, partito un giorno in cerca di successo. Per Jamie sarà l’inizio di una nuova vita, tra i carteggi emozionanti e dolorosi del genitore e la riscoperta di scrittori e artisti straordinari della beat generation.

Così Soehnlein dopo un romanzo di formazione che lo ha affermato come una delle più originali voci della nuova scena letteraria gay americana, torna con un’opera potente, ambiziosa e complessa.

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