Gianni Simioli vi aspetta con Café do Friariell al Penguin Café: aperitivo, show case e dj set venerdì 26 febbraio dalle 20.00 in via Santa Lucia 88!

gianni simioli sulla copertina del disco4.000 copie vendute per “Cafè do friariell”: l’intento di far tornare la musica napoletana di moda è stato centrato. Da cosa dipende, secondo te, questo successo?

Merito della nostra musica e della vitalità di cui ancora gode. Quelli che affermano il contrario sono vecchi tromboni che hanno smesso di vivere la città dal suo retrobottega per restare immobili a guardare le sue vetrine che insistono nel vendere la solita Napoli condannata con cattiveria ad un ergastolo oleografico imperdonabile.

Quando dico che Cafè do friariell è un Budda Bar versione napoletana non voglio mica dire che mi sono inventato l’ennesima parodia di cui siamo troppo specialisti! Ho solo copiato, e questo si che lo ammetto, una strategia marketing che viene dall’estero: dare contemporaneità ad un prodotto CONSOLIDATO ma momentaneamente ammuffito che in questo caso è Napoli e nello specifico la sua musica.

La copertina, la grafica, il mondo che ho voluto rappresentare è quello del nightclubbing che da sempre considero propulsore di mode e tendenze che poi la gente vivrà anche di giorno.

Scorrendo la tracklist ci si rende conto che sei partito dalla “canzonetta” per arrivare alla musica indipendente passando per i neomelodici: scelta “obbligata” oppure voluta?

Cos’è una canzonetta? Una cosa che ti fa stare bene? Allora sono tutte canzonette! Scherzi a parte la track list, ma non sono sicuro di aver centrato l’ intento, è stata costruita e studiata nei minimi particolari. Lo scopo era quello di offrire una visione quanto più completa e esauriente di quella che è l’attuale scena cittadina. Nessun genere, nessun artista e intendo anche quelli più blasonati e autorevoli, può dirsi rappresentante unico della nostra cultura musicale. Come scrivo anche nel booklet: Napoli è “milleculure” ma anche mille musiche. Come potrebbe essere altrimenti per una città così tanto difficile da etichettare?

Circa i neomelodici, e ti invito a rileggere meglio la tracklist, non credo vi siano tracce e mica per snobbismo (con loro ho fatto tante trasmissioni televisive, spettacoli e follie varie) ma solo perchè sono quelli che godono per svariati motivi di una grande esposizione mediatica glocal e global.

Hai portato in giro il dj-set di “Cafè do Friariell” per molto tempo. Come mai l’esigenza di concretizzare il progetto in un disco? Che difficoltà hai incontrato?

Un disco è qualcosa che resta, come un libro, un quadro o una scultura. E come tutte le opere d’arte destinate a sfidare l’usura del tempo racconta ai posteri quello che siamo stati. In questo caso valeva la pena sognare che quando non ci sarò più, qualcuno, fossero pure soltanto i miei nipoti, potrà capire meglio questi anni musicali napoletani!

Per il dj set e le difficoltà riscontrate all’inizio invece il discorso si fa più scuro. Difficoltà , ostracismo e una buona dose di provincialismo mi hanno spesso avvilito e scoraggiato. Andavo in un club ed ero accolto come una star fino a quando non mixavo gli AlmaMegretta con Maria Nazionale. Dopo i gestori dei locali non vedevano l’ ora che andassi via nonostante il pubblico gradisse perchè come ti dicevo prima questa città non la puoi definire. E se non puoi definire lei, figurarsi i napoletani che sono/siamo capaci di avere in macchina il cd dei Massive Attack accanto a quello dell’ultimo neomelodico di grido.

Con l’uscita del Cd e il suo straordinario successo di vendita e gradimento le cose sono cambiate. Probabilmente è più chiaro dove voglio andare a parare e soprattutto che “Cafè do Friariell” non vuole in nessun modo essere trash o folk!

La distribuzione e la promozione che hai scelto per il disco sono decisamente non convenzionali. Chi è l’acquirente-tipo del disco?

Come fai nel 2010 a vendere un disco come si faceva 20 o 30 anni fa? E’ follia. Sucidio. Persino i fruttivendoli la frutta la mettono nelle buste di carta colorate e non più nel famoso cuoppo fatto con i quotidiani del giorno prima…

Ho venduto e continuerò a farlo nei posti più impensabili: salumerie, sali & tabacchi, concessionarie d’ auto, bar e centri estetici o benessere. Ma non per questo ho penalizzato i punti vendita tradizionali, infatti sia alla Fnac che a La Feltrinelli il cd a dicembre era nella top ten dei più venduti!

Chi è l’ acquirente tipo del disco? Credo che non sia identificabile nonostante gli sforzi fatti per piacere soprattutto ai più modaioli. Sia perchè la mia faccia e il mio nome è riconosciuto da un pubblico trasversalissimo sia perchè (come dice Luigi Romolo Carrino nel booklet) dentro c’è tanta passione viva e quella arriva ovunque.

Il titolo completo del disco è “Cafè do friariell vol. 1″… vuol dire che è in preparazione un secondo volume?

Spero di arrivare al 50° volume, di diventare produttore e scoprire, come ho già fatto per la radio e il cabaret, nuove voci, nuove facce, nuovi suoni e ancora mille canzoni! Inutile sottolinearlo: rigorosamente made in Naples! A proposito se avete qualcosa da segnalarmi scrivetemi a info@cafedofriariell.com.

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