vita tragicomica di socrateSocrate è da sempre considerato il padre della filosofia occidentale, passato alla storia come corruttore di ragazzi (a cui insegnava a mettere in discussione le verità assolute) e che per questo fu condannato a morte. Eppure si sa pochissimo della sua vita privata.

Prova a colmare questa lacuna Pietro Emanuele (professore ordinario di filosofia all’Università di Messina) che in Vita tragicomica di Socrate si chiede come sarebbe giudicato secondo i canoni moderni l’uomo Socrate.

Emanuele infatti dissacra un mito raccontandoci di un uomo poco attraente e molto presuntuoso, imbranato nella vita quotidiana ma baciato da una fortuna “letteraria” postuma, il cui contributo alla filosofia fu altamente sopravvalutato.

Un uomo colmo di difetti tra cui quello di una sessualità sfrenata (di cui, all’epoca, non era tenuto a render conto) che lo portava a trascurare la moglie Santippe preferendole ragazzi più o meno imberbi. E su questo aspetto, spesso glissato o sublimato, il testo indugia molto parlandoci del Socrate gay.

In un ambiente sostanzialmente tollerante verso la pederastia, troviamo un Socrate fuori dai canoni che oltre ad insidiare giovanetti (così come volevano le rigide convenzioni dell’epoca) non disdegnava di correre dietro a maschi adulti e che oggi sarebbe classificato come orso (in una realtà in cui il canone di bellezza era l’effeminato Alcibiade).

L’autore, così come insegnava il filosofo, confuta le verità assolute e con stile piacevole e provocatorio sfata il mito di Socrate (e con lui di Platone, Aristofane) raccontandocelo come una figura fantozziana che, rinunciando all’esilio e bevendo la cicuta, è entrato nell’olimpo della filosofia.

Pietro Emanuele “Vita tragicomica di Socrate”; Saggistica TEA, pp. 148. Prima edizione, Euro 8,00.
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