NapoliPride ‘09. I collettivi: “Ancora in direzione ostinata e contraria”
movimento. antagonisti. napolipride09scritto da uiallalla | 16 Giugno 2009 | condividi su facebook
Continua la polemica interna al movimento lgbt partenopeo dopo quando accaduto al NapoliPride del 30 maggio scorso. Dopo la lettera aperta indirizzata al movimento femminista scritta dalla segreteria organizzativa del pride, arriva puntuale la risposta dello spezzone antirazzista, antisessista e antifascista tramite un commento lasciato su napoligaypress.it.
I collettivi rispondono definendo “calunnioso” il contenuto della lettera aperta e “falsificata” la ricostruzione dei fatti proposta dal Comitato NapoliPride
“Coloro che ricostruiscono questo falso racconto non dicono la cosa più importante, che con metodi a metà tra buttafuori di locali notturni e corvi sulla spalla, dopo esserci stati addosso con un atteggiamento volutamente ostile, hanno strappato il nostro striscione in piazza Matteotti determinando così (loro!) uno strappo con il movimento e con uno spezzone che fino alla fine ha cercato in tutti i modi di non raccogliere provocazioni”
I firmatari della lettera ritornano sugli eventi portando la loro versione dei fatti sia su quanto accaduto in Piazza Matteotti e Piazza del Gesù che sul loro coinvolgimento in tutta l’organizzazione, contestando l’equivoco “strumentale” (“E’ molto difficile equivocare la minaccia ad adire vie legali…”) e rivendicando la paternità del CopyLeft Pride (“…pensiamo più che altro che Iken si sia reso conto solo successivamente del gravissimo autogol su un campo da noi sempre contestato, quello della mercificazione di tutto ciò che gravita intorno alla lotta lgbtiq”).
I collettivi concludono escludendo la possibilità di ulteriori e “sterili botta e risposta” rivendicando il lavoro fatto e quello da fare
“Abbiamo costruito un’assemblea molto partecipata sui temi del genere, della razza e dell’antifascismo, nonché una festa enorme, bella, divertente. Senza queste iniziative il Pride non sarebbe stato visibile a Napoli perchè, dopo essersi appropriati della sigla, IKen, ArciLesbica e ArciGay hanno fatto poco o nulla perchè la manifestazione riuscisse”
> leggi il testo completo della lettera aperta
foto: napoligaypress.it
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11 commenti
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NapoliPride 09. I collettivi: “Ancora in direzione ostinata e contraria”
Continua la polemica interna al movimento lgbt partenopeo dopo quando accaduto al NapoliPride del 30 maggio scorso. Dopo la lettera aperta indirizzata al movimento femminista scritta dalla segreteria organizzativa del pride, arriva puntuale la risposta…
16 Giugno 2009 | 05:01[…] (more…) […]
16 Giugno 2009 | 12:19Non comprendo la risposta dello spezzone e neanche chi sia l’estensore ed i firmatari di questa “risposta che non risponde”,il titolo della lettera aperta del comitato Napoli Pride è chiara:. “Confrontiamoci senza prevaricazioni”. Cari compagni/e di militanza LGBTQ siete d’accordo a confrontarci senza prevaricazioni? Se, sì parliamone nelle sedi opportune (e non con scontri in piazza) se no arrivederci e buona fortuna, abbiamo un Pride straordinario da organizzare in modo democratico e partecipato nel 2010, con chi vuole ed accetta il confronto “diretto” rispettando il pensiero e l’agire altrui ,senza pregiudizi, prevaricazioni, egemonie e steccati mentali.
16 Giugno 2009 | 14:51Trovo oltremodo scorretto, e scrivo da militante omosessuale, da parte del redattore di questo blog, la faziosità, la parzialità delle informazioni riportate.
Non v’è alcuna polemica nel movimento LGBT napoletano.
V’è una lettera aperta pubblicata sul sito del http://www.napolipride.com ( particolarmente inviso a questo blog) e v’è ed una risposta ( un post) ANONIMO che dice le stesse cose che vengono rilanciate in altri siti, tra cui napoligaypress.it
Amplificare le diffamazioni di persone che non si firmano e che occupano VIOLENTEMENTE e RIPETUTAMENTE gli spazi di autonomia della Associazioni LGBT napoletane è davvero miserrima strumentalizzazione.
Auspico che questo modo di procedere nella disinformazione cessi quanto prima. Auspico che si dia ai napoletani ed al movimento lgbtq il tributo di una giusta informazione che narri di una massa critica di militanti, che pacificamente sta invadendo le piazza del Paese non per AUTOCONTESTARSI o per AUTOCENSURARSI per ritrovare nell’unità della lotta la forza necessaria per combattere le DESTRE, razziste ed OMOFOBE.
Pare che questo, che è il nostro obiettivo, sfugga tanto a chi ha boicottato il PRIDE, e tanto a chi ci ricama su.
16 Giugno 2009 | 16:51gentilissimo sig. Cremona,
c’è un post sul sito napolipride.com dal titolo “Lettera aperta al movimento LGBTQ e al movimento Femminista” che a suo tempo abbiamo ripreso, sintetizzato e linkato.
C’è poi un post sul blog di Tiresi@ e DeGeneri dal titolo “Ancora in direzione ostinata e contraria” (ricevuto via mail sottoforma di comunicato e pubblicato come commento sia su napoligaypress.it che su napolipride.com a firma dello “spezzone orgogliosamente antirazzist@, antifascist@ e antisessist@ ” ) che abbiamo ripreso, sintetizzato e linkato allo stesso modo.
Del contenuto di questi due post sono responsabili i relativi estensori. Dai fatti raccontati nei due post (decisamente discordanti) il sottoscritto redattore deduce che c’è “una polemica interna al movimento”. Il sig. Cremona è libero di ritenere che non sia così e di dirlo (lasciando un commento o meglio scrivendo sul blog del NapoliPride).
Non vedo dove sia la strumentalizzazione (e a pro di che?). Non capisco in base a che cosa il sig. Cremona affermi che il sito napolipride.com ci sia inviso e metta anche napoligaypress.it tra i cattivi che hanno boicottato il pride.
Napoligaypress.it ha puntualmente informato i propri lettori circa la manifestazione del 30 maggio u.s. pur non avendo mai ricevuto dal Comitato comunicati ufficiali (un buon metodo per evitare la disinformazione…) e non essendo mai stato invitato alle riunioni organizzative (nonostante sia una realtà ben nota a tutti i componenti del Comitato)
Luca Mercogliano
16 Giugno 2009 | 17:20Gentile signor Mercogliano, ci basta leggere quanto ha scritto:”c’è un post sul sito napolipride.com dal titolo “Lettera aperta al movimento LGBTQ e al movimento Femminista” che a suo tempo abbiamo ripreso, sintetizzato (???) e linkato ( a cosa, a se stesso??).”
17 Giugno 2009 | 15:32( qualcuno ha autorizzato ad una sintesi ed ad una estrapolazione? V’è indicata la fonte diretta? V’è un link dal testo al sito napolipride.com? Napoligaypress.it è una testa giornalistica?)
Poi c’è un post …. che è una risposta ad un testo principale cui fare sempre riferimento. Questo MANCA!
E poi un articolo sul quale stiamo postando e dal quale leggiamo “Continua la polemica interna al movimento lgbt partenopeo dopo quando accaduto al NapoliPride del 30 maggio scorso”.
il Movimento per lei cos’è?
le parole, quando uno sceglie di usarle, deve sapere che PESANO come macigni!
Le associazioni LGBT napoletane sono tese ad un percorso unitario e non sono AFFATTO in polemica. Lei che frequenta, dovrebbe saperlo bene… o ci sta informando d’altro?
le associazioni e i presidenti delle associazioni napoletane hanno ritenuto a distanza di 6 giorni dal napoli pride di dover fare una comunicazione plurale e condivisa nella quale si narrano fatti e alla cui base ci sono firme di organizzazioni responsabili e certe.
dall’altra parte una polemica rilanciata da lei a mezzo del seguitissimo blog, con un post firmato da uno “spezzone”.
Lei ci sa dire chi è lo Spezzone?
Lei ha conosciuto personalmente lo Spezzone?
Lei pensa che le prassi dello Spezzone, raccontate da arcilesbica, i Ken ed Arcigay sia quella veritiera o la menzognera?
Lei pensa che sia giusto impedire a gay lesbiche e trans di parlare da una piazza ?
Lei sa che lo Spezzone ha usato VIOLENZA contro di noi impedendoci di parlare o imponendoci la propria presenza sul Bus del Roma Pride in maniera ingannevole?
Lei sa che lo spezzone ci ha chiamati FASCISTI nella pubblica piazza?
Lei che modera napoligaypress.it, ci spiega nell’LGBTQ cosa centra un collettivo femminista?
Perché dare credito ad un collettivo di genere quando è in aperta polemica con le associazioni LGBTQ?
Ebbene, caro signor Mercogliano, scrivendole dalla sede del comune di Napoli messa a disposizione per il Napoli Pride, per il Roma Pride e per il Genova Pride la devo proprio invitarla a frequentare questi luoghi.
Le servirebbe conoscesse gli uomini e le donne che hanno costruito pezzo pezzo questo pride, capirebbe meglio le mie parole e l’urlo di dolore a tanta polemica inutile.
Caro signor Mercogliano, se lei ci fosse stato, se lei avesse visto le lacrime dello sconforto e della rabbia repressa, di ragazzi e ragazze, come il desiderio di non essere VIOLENTATI in continuazione, lei capirebbe.
Lei capirebbe meglio signor Mercogliano, se un Comitato non dirama comunicati è perchè non ha da cominicare.
Il Comitato è pubblico ed è una sede pubblica, tutti e tutte possono venire e nessuno è titolato ad invitare. Sono noti orari, indirizzi e numeri di telefono, lei è uno di noi o è meglio di noi?
Lei e napoligaypress.it si sono offerti di affiancare il Napoli Pride e le è stato detto di no?
Non ci risulta!
Buon lavoro!
ribadisco:
https://gaypress.it/archivio/%3Fp=3611
qui c’è il post che linka (all’inizio ed alla fine) al post su napolipride con il testo della lettera aperta al movimento femminista (tant’è vero che sul sito napolipride ci sono i relativi trackback)
e poi c’è il post che lei sta commentando in cui si rende conto della risposta dello “spezzone”: risposta che, per semplice dovere di informazione, non posso permettermi di ignorare senza apparire fazioso e di parte
rispondo brevemente:
- non sono solito riportare “paro paro” comunicati e lettere aperte, la natura e la prolissità dei testi a cui faccio riferimento mi autorizzano a sintetizzarlo (se poi la sintesi non è gradita o la si ritiene poco veritiera basta farlo presente; i link alle fonti cmq permettono a chi vuole di approfondire e di farsi una propria idea)
- conosco abbastanza i personaggi della vicenda e sono abbastanza scafato da saper distinguere un commento anonimo da uno che non lo è (ed infatti mai mi sognerei di dedicare una riga a chi vi ha consigliato di “andare a lavorare”) e d’altro canto i gestori di napolipride.com hanno autorizzato i commenti di questi anonimi delatori e i responsabili delle associazioni appartenenti al comitato si sono presi la briga di rispondere.
- ero in piazza quel giorno ed ho assistito ad alcuni degli eventi sintetizzati nelle due lettere e potrei anche contestare alcune delle ricostruzioni fatte; ma nei due post di cui sopra mi sono semplicemente limitato a sintetizzare i testi prodotti dalle due parti. la responsabilità del contenuto, come ho detto, è di chi li ha scritti.
Al resto delle domande non sono tenuto a rispondere in questa sede: quello che penso io non conta, faccio informazione non opinione.
Il fatto che io non sia un giornalista e che questa non sia una testata registrata non mi impedisce di rifarmi ad una deontologia professionale (riconosciutami tra l’altro da colleghi “titolati” che mi considerano fonte affidabile)
arrivederci
17 Giugno 2009 | 16:39Il commento di Cremona mi fa pensare all’emendamento D’Alia direttamente dal pacchetto (in)sicurezza: “Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet”.
Un qualunque cittadino che magari scrive un blog e dovesse invitare a disobbedire a una legge che ritiene ingiusta, ad inviare a riflettere o analizzare delle incoerenze, dovrà essere bloccato dai provider, in sintesi si vincola “anche” la libertà della rete internet per metterla sotto controllo.
Ad oggi solo l’informazione libera che viaggia in rete nel nostro Paese è l’unica fonte informativa non censurata. Cremona invece chiede ad un sito che ha postato la “Lettera aperta…” firmata dal Coordinamento Napoli Pride, del quale fa parte, di disinformare perché la sua lettera era informativa e la risposta dello spezzone antifascista-antirazzista-antisessista, a tale lettera, va ritenuta da diffidare?
E certo che la lettera aperta inevitabilmente potrebbe aprire polemiche interne, non si cerca la comunicazione in una riga alla fine di una “Lettera aperta…” demonizzante, lettera in cui si invita in modo presuntuoso il movimento femminista e omosessuale nazionale a “stigmatizzare e condannare pubblicamente” (?) PRESUNTE azioni violente.
Cremona non sa che L’INQUISIZIONE non è una cosa santa!
Come ignora anche cosa c’entra il femminismo con LGBTQ, offendendo a mio avviso la storia del movimento stesso nato dopo il femminismo, aiutato dal femminismo…
17 Giugno 2009 | 20:43Sig. Cremona, lei scrive una lettera aperta al movimento femminista e poi si adira perchè dei collettivi femministi, parte attiva della costruzione di questo ed altri pride, le rispondono?
A mio avviso la sua risposta si ascrive perfettamente nell’atteggiamento “voi chi siete? il movimento ldbgt siamo noi (o peggio sono io?)” che la porta a sottovalutare e non comprendere proprio il mondo in cui opera e che vorrebbe rappresentare in maniera così esclusiva (o escludente? al punto che anche un sito che pubblica una cosa che lei non condivide è out?).
Ammettere di non capire che c’entra il femminismo con il movimento lgbtq, mi sembra un clamoroso autogol.
Nella migliore ipotesi dimostra di non conoscere, oltre che la storia, anche i soggetti e le elaborazioni che, negli ultimi anni, hanno arricchito il dibattito politico e le pratiche rispettivamente del movivento lgbtq e femminista: non solo il copy left pride, ma ache il roma pride 2007 che vide la costruzione di un bellissimo spezzone femminista e lesbico, i percorsi misti delle no vat, le contestazioni studentesche al papa, le manifestazioni femministe e lesbiche del 24-11-08 e del 22-11-08 attraversate anche da percorsi antirazzisti e studenteschi.
Nella peggiore delle ipotesi, invece, le sue parole indicano una precisa volontà di non riconoscere il femminismo e soprattutto tutto ciò che avviene oggi fuori dalle porte della sua associazione. Ed è una cosa che dovrebbe preoccupare più lei che questi percorsi, perchè la collocano lontano dalla costruzione, questa sì unitaria (in senso fluido e non corporativo), di una convergenza nelle nostre lotte e nel confronto-condivisione delle riflessioni femministe, lgbtq e non solo.
Ma, per fortuna così come esistono diversi femminismi esistono anche diversi modi di intendere le lotte lgbtq (e su questo le consiglio di arrendersi), e io che, come lei ama dire, sono femmina e femminista non rischio di dover pensare che - per analogia - i maschi siano tutti… maschilisti!
Il mio modo di intendere il femminismo, infatti, mi porta ad elaborare l’ oppressione di genere, nell’oppressione patriarcale, clericale e capitalista, la stessa che discrimina e violenta lesbiche gay bisex trans intersessuali e migranti, che continuerò sempre a riconoscere come le mie prime sorelle e compagne di lotta.
Rifiutandomi, quindi, di considerare la questione lgbtq come ad una “professione gay”, percui nella tua vita sei solo gay o lesbica (e se sei lesbica non sei anche donna) che porta ad agire in maniera settoriale e vertenzialista, sono contenta di aver partecipato alla costruzione di uno spezzone, molto partecipato e trasversale, che ha fatto lo sforzo di lanciare il cuore oltre l’ostacolo dei recinti delle rispettive soggettività, cercando di allargare la prospettiva di analisi in modo da includere i temi dell’antirazzismo e dell’antifascismo per decostruire a tutto tondo (cosa che + ci interessa) i fondamenti culturali e ideologici su cui si basano le politiche delle destre.
Alessandra
Ps.
scrivo a titolo personale ma quello che penso è frutto di un continuo confronto con quanti hanno condiviso questo percorso, spero solo che lei non possa dire lo stesso
Pps
18 Giugno 2009 | 13:15Lo spezzone, è stato lanciato da alcuni collettivi - e lei lo sa bene perchè ne cita nome e cognome nella sua lettera (soffre forse di amnesia?) - ma si firma come tale perché per fortuna è stato anche arricchito da tanti percorsi che si sono incrociati prima e dopo la piazza e che hanno condiviso quell’elaborazione che sta dietro la costruzione dello spezzone e del comunicato di risposta.
La polemica è un po’ patetica. Lo spezzone “autonomo” è il morbillo di ogni manifestazione di piazza, sin dai tempi più antichi. Ma si sa, il morbillo passa.
18 Giugno 2009 | 14:38La scena vista a Piazza del Gesù a me - come a tanti partecipanti al corteo - è apparsa penosa, più che altro perché anche nel 2009 - con la drammatica situazione che vive il paese - c’è sempre qualcuno più a sinistra e che, soprattutto, te lo vuol fare sapere e sentire, stavolta a suon di Donatella Rettore.
Io direi, a IKen, ArciGay, ArciLesbica e a quanti hanno promosso, organizzato e soprattutto voluto il Pride a Napoli, di non curarvi di “lor”, e di continuare così, costruendo iniziative unitarie, che parlino ai tanti gay e lesbiche che abitano questa città. E, se permettete, a difendere queste istituzioni perché se è vero - come è vero - che il PD e ciò che resta a sinistra è pieno di contraddizioni, è vero anche che al peggio non c’è mai fine.
Vorrei solo comunicare che la ricca, anzi ex ricca e partecipata discussione in merito alla Lettera ed alla risposta dello Spezzone è stata censurata ad opera di coloro che gestiscono il sito napolipride.com! quando si dice professare libertà e razzolare censura! sono davvero sconfortato!
18 Giugno 2009 | 21:07