loredana simioli e fortunato calvino

“Affonda, Fortunato Calvino, la sua penna affilata nelle viscere scure della città martoriata; s’apre il sipario del suo teatro come una lente d’ingrandimento su quel dedalo intricato dei vicoli, con i suoi ‘due secoli e due gradi di clima di indifferenza’…”

Geppino Fiorenza, referente per la Campania di Libera
nell’introduzione a “Teatro” di Fortunato Calvino,
ed. Guida

Un quartiere popolare di Napoli. Una lavanderia. Dal negozio si accede a due camere usate come alloggio nell’orario di chiusura.

Rosaria ha due figli: il maschio è riuscito a trovare un lavoro al nord e si è allontanato dal quartiere mentre Anna le dà una mano nella lavanderia.

Il marito di Rosaria, depresso per il suo stato di disoccupato e profondamente umiliato, viene colpito da un’ischemia celebrale che lo costringe su una sedia a rotella. Rosaria allora deve darsi da fare per portare avanti la famiglia. La figlia è il suo unico cruccio: Anna frequenta il figlio di un malavitoso.

Questa la scena e i personaggi di “Lontana la città” scritto e diretto da Fortunato Calvino in scena al Nuovo Teatro Nuovo da mercoledì 23 fino a domenica 27 aprile. Interpretato da Loredana Simioli, Roberta Serrano, Massimiliano Rossi e Gioia Miale con le musiche originali Paolo Coletta.

Finalista al Premo Riccione 2005 si tratta di un testo inedito dell’autore napoletano che in passato ha firmato testi di forte impegno civile come “Cravattari” e “Malacarne”.

La lavanderia va bene. Tra i clienti anche i camorristi del quartiere che non pagano da anni. Don Ciro, il boss della zona, si è innamorato di lei ma Rosaria non gradisce le sue avance. L’uomo non accetta di essere rifiutato mentre tutto il quartiere lo ossequia.

Don Ciro insiste fino ad arrivare alla violenza. Rosa decide allora di chiudere il negozio e cambiare città. Per trovare i soldi necessari la donna invita tutti i clienti a saldare i conti pendenti e manda a dire a Don Ciro, attraverso i suoi guagliùni, di fare altrettanto.

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