foto articolo NYTimesSul bel blog Vecchifroci è stata pubblicata la segnalazione di un servizio di Jane Gross apparso sul New York Times dal titolo “Omosessuali e vecchiaia, fronteggiare il pregiudizio al tramonto”. L’articolo si apre con una foto struggente ed intensa di una coppia di anziani.

L’articolo racconta la storia di Gloria Donadello, di 81 anni, che vive in un ospizio di Santa Fe, una cittadina del New Mexico. Un giorno se ne stava con persone che credeva amiche ma quando hanno iniziato a scherzare su certe cose e fare certi tipi di commenti, lei ha chiesto loro di non usare certe parole perchè la offendevano in quanto lesbica.

E da quel momento è stata trattata come un’appestata, isolata e guardata con disprezzo fino a piombare in uno stato depressivo per il quale è stato necessario trasferirla in un centro per anziani gay e lesbiche in un’altra città degli Stati Uniti. Spesso gli anziani omosessuali vedono che anche i loro parenti o amici vengono insultati e sono terrotizzati pensando a quando resteranno da soli e dovranno rivolgersi ad una persona estranea per avere delle cure.

L’omofobia contro le persone omosessuali anziane assume contorni diversi. E’ spesso necessario chiedere al personale paramedico di non usare guanti di lattice per rifare il letto degli anziani omosessuali che non hanno HIV, ed è capitato di sentire una donna che condivideva una doppia con una anziana lesbica esclamare “mettete l’uomo fuori di qui!”

Le strategie utilizzate dalle associazioni americane (attiva in questo campo è la National Gay and Lesbian Task Force) per fronteggiare i problemi delgi omosessuali legati alla terza età, partono dall’analisi demografica. Negli Stati Uniti si stima che il numero di persone omosessuali al di sopra dei 55 anni sia 2 milioni e 400 mila. La California è l’unico stato in cui sono riconosciuti i bisogni particolari di anziani gay e lesbiche, come di ogni altra minoranza, e concede finanziamenti a progetti per case di cura rivolte a persone omosessuali.

Le leggi federali non prevedono alcuna garanzia verso gli omosessuali anziani. Venti Stati hanno messo al bando le discriminazioni contro anziani gay e lesbiche ma queste leggi non vengono utilizzate dai soggetti ai quali sono rivolte, come denuncia il Lambda Legal Defense Fund, perchè spesso le vittime sono troppo fragili e spaventate per reagire. E la cosa è resa più grave dal fatto che queste persone desiderano restare anonime e non esporsi troppo.

Per evitare i problemi legati all’ospedalizzazione pubblica, chi può, sceglie l’assistenza domiciliare. E così il signor Steiner, che ha 76 anni, dopo alcuni periodi di convalescenza del suo compagno, ha deciso di assistere nella loro casa Jim, che ha 71 anni ed è ad uno stadio avanzato di Alzheimer. Ha scelto, per l’assistenza medica necessaria anche a casa, una agenzia nota per l’apertura nei confronti dei pazienti gay e continua a valutare, nel caso la malattia peggiorasse, case di cura aperte all’assistenza di persone omosessuali.

Un’altra testimonianza è raccolta da Jalna Perry, 77enne psichiatra di Boston. Jalna, costretta a vivere sulla sedia a rotelle, è stata in diverse case di cura e racconta il senso di solitudine che si prova a vivere come donna lesbica di una età per la quale non è neanche così normale fare il coming out. Un giorno Jalna rivelò di essere omosessuale ad alcuni ospiti della casa di cura. Da quel momento ha notato che il personale, gentile con tutti, con lei era diventato più freddo e scostante ed il senso di solitudine che l’aveva spinta ad aprirsi si era profondamente aggravato.

nella foto: Bruce Steiner, 76 anni, mentre imbocca il compagno Jim Anthony, 71, malato di Alzheimer.

foto: James Estrin/The New York Times | traduzione: napoligaypress

Segnala questa notizia su ZicZac! Upnews.it | trackback