Immagine di I neoplatonici“Noi uomini moderni abbiamo tutti i vizi degli antichi Elleni, e forse anche più e maggiori, ma li nascondiamo non so se per pudore o per ipocrisia: quelli non nascondevano nulla, ed abbellivano con l’arte anche i vizi”

Alle volte le vite degli scrittori e le storie che si nascondono dietro i loro libri sono molto più interessanti dei loro stessi racconti. E’ il caso de “I Neoplatonici”. Protagonisti dell’avventura di questo libri sono il suo autore, Luigi Settembrini e comprimari Benedetto Croce e Raffaele Cantarella.

Luigi Settembrini, scrittore e patriota napoletano (di origini casertane), protagonista del risorgimento italiano fu imprigionato per 8 anni per aver partecipato ai moti del 1848 e per aver scritto un pamphlet contro Ferdinando II in cui denunciava la corruzione del clero, della giustizia e delle forze dell’ordine. Una figura austera considerata un padre della patria.

Benedetto Croce, filosofo napoletano (nato in Abruzzo) ma anche storico e critico letterario. Cattolico e antifascista, è considerato uno dei più importanti filosofi della prima metà novecento in Italia.

Raffaele Cantarella, nel 1937 era direttore della Officina dei Papiri Ercolanesi presso la Biblioteca Nazionale di Napoli.

Proprio nella Biblioteca inizia la nostra storia: il Prof. Cantarella ritrova un manoscritto anonimo intitolato “I Neplatonici”. Si trattava a prima vista di una traduzione dal greco da Aristeo da Megara… ma i conti non tornano: la traduzione è assai improbabile ed oltretutto il Prof. Cantarella sa benissimo che non esiste nessun autore greco con tale nome.

Il testo, che racconta (in maniera abbastanza esplicita) la relazione sentimentale e sessuale tra due giovani, viene riposto tra gli scaffali dal quale era spuntata quando Cantarella si accorge di un altro manoscritto con la stessa calligrafia a firma di Luigi Settembrini.

Il Prof. Cantarella si interessa a questo misterioso caso letterario e scopre che il testo (scritto da Settembrini in prigionia ed inviato alla moglie) era già passato al vaglio di Benedetto Croce che lo aveva liquidato come un libretto osceno la cui pubblicazione avrebbe guastato l’immagine di una figura storica. Così Croce, con la complicità di Giovanni Gentile (altro grande filosofo e autore del riforma omonima), cercò di allontanare da Settembrini il sospetto infamante di omosessualità.

Nel 1977 “I Neoplatonici” sarà pubblicato (a 157 anni dalla sua redazione) ad opera dello stesso Cantarella.

Definito come “fantasia omoerotica”, colpisce, oltre che per l’oscenità, per la leggerezza (davvero insolita per i tempi) e la positività con cui viene raccontata una relazione omosessuale (provocatoriamente, la concezione proposta è quella dell’omosessualità come intesa nella antica Grecia anche se con la variante della “reciprocanza”).

I due giovani protagonisti del racconto assolveranno i loro doveri sposandosi ognuno con una ragazza ma non smetteranno mai di amarsi fino alla vecchiaia.

Non si sa bene se considerare il libello come un coming out postumo (qualcuno maligna sia il frutto delle “esperienze” carcerarie di Settembrini), ma a dire il vero importa ben poco.

E’ più importante sottolineare come ancora in tempi recenti (il libro è stato ripubblicato varie volte, l’ultima nel 2001 per Sellerio) si tende a sminuire il valore letterario dell’opera temendo un danno di immagine per l’italica patria.

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