boselli.bmpEcco gli spot della discordia: sono due, da 30 e 15 secondi, che il Partito socialista diffonderà tramite i circuiti televisivi locali a partire dal 29 marzo. Protagonista, Gesù Cristo.

“E’ lui il primo socialista della storia. E’ lui il simbolo della speranza per gli uomini. Chiudi il cerchio. Ora vota socialista”

recita la voce fuori campo mentre scorrono immagini della figura di Gesù, con citazioni dal “Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini, da “Jesus Christ Superstar” di Norman Jewison e da “Sette chilometri da Gerusalemme” di Claudio Malaponti. In sottofondo l’Internazionale socialista eseguito alla chitarra elettrica, alla maniera di Jimi Hendrix.

L’opera, firmata dalla regista Katia Simmi, è stata presentata in una conferenza stampa da Enrico Boselli, Gavino Angius e Roberto Villetti, che l’hanno difesa da chi nei giorni scorsi l’ha definita “impropria e sacrilega” senza averla vista:

“Questa polemica preventiva - ha affermato il candidato premier socialista - corrisponde a un desiderio di censura preventiva. Noi colleghiamo i nostri principi a quelli dell’umanesimo cristiano. E già nel ‘46 i socialisti fecero dell’effigie di Gesù un simbolo della campagna elettorale”.

Il movimento socialista - ha aggiunto Boselli, “nasce per difendere i più deboli e il Cristianesimo ha fatto la stessa cosa. Qualcuno dice che questo messaggio è in contraddizione con le nostre precedenti prese di posizione? Noi abbiamo criticato i vertici ecclesiastici quando non condividevamo alcune loro scelte, non abbiamo mai criticato una fede o una religione”

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