napoli gay sul cormezE’ di qualche giorno fa la notizia che a Berlino è stata inaugurata la prima casa di riposo per gay in Europa. L’eco di questo primato è giunto fino alle orecchie di Vittorio Sgarbi che prontamente ha dichiarato, sulla base di una visione colta quanto “antica” di Napoli, che solo nella città partenopea (“dove c’è una cultura più pagana e una religione meno partecipata” sic!) potrebbe nascere il corrispettivo italiano di un’iniziativa simile.

Ma gli controbatte subito, sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno, Davide Barba, ex presidente del comitato napoletano dell’Arcigay nonchè docente di Sociologa della devianza all’Università del Molise, sfatando il mito della Napoli tollerante:

“Descrivere la città con questi parametri è solo un luogo comune che deriva dal radicamento nelle nostre radici culturali di alcune figure che rappresentano l’altro femminile”

Barba parla ovviamente dei “femminielli” e della cultura della tolleranza ad essi associata. Cultura che però è ormai andata persa. Ma Barba si guarda bene dal parlare di intolleranza ma piuttosto di scarsa ricettività

“È vero che in questo momento le priorità sono altre: laddove non sono stati risolti problemi elementari è chiaro che vengono trascurate a maggior ragione le esigenze delle categorie minoritarie”

La questione non riguarda solo Napoli, ma tutto il paese e la sinistra vittima di una vera e propria involuzione:

L’ultima grande iniziativa a fianco del movimento gay risale al ‘96: Bassolino tenne un discorso memorabile in prima persona in occasione del Gay Pride. Da governatore, invece, non ha voluto far passare l’assegnazione delle case alle coppie gay.

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