brian di nazarethJudea A.D. 33; Sabato pomeriggio; Pressappoco all’ora del te

Brian è un “nasone” (ovvero un ebreo) che ha avuto la sfortuna di nascere contemporaneamente a Gesù in una grotta accanto alla sua, Da quando viene scambiato dai Re Magi per il Messia tanto atteso, il suo destino è segnato: la sua vita correrà parallelamente a quella del vero Gesù fino ad incrociarsi con la sua. Sarà arruolato nel Fronte Popolare della Giudea e, considerato da alcuni il vero Profeta, finirà sula croce.

E’ la storia, assurda, irriverente e (secondo alcuni) blasfema, raccontata in “Brian di Nazareth” (Life of Brian), ennesima follia dei Monty Python, gruppo comico inglese. Il film prodotto dall’ex-Betales George Harrison nel 1979 arriva in Italia con ben 12 anni di ritardo a causa del tema “delicato” (una parodia a sfondo religioso) oltre che per una scena di nudo frontale (con tanto di erezione), e solo il prossimo 8 gennaio vedrà la luce la tanto attesa edizione in dvd (con tanto di “collector edition” in doppio disco).

Il film è più di una semplice parodia, si può a ben diritto considerare una critica alla società inglese della fine degli anni ‘70 di cui Brian (ebreo nella giudea di duemila anni fa) è la pietra di paragone. Non a caso i Monty Python sono considerati il gruppo comico più colto al mondo, essendo tutti laureati nelle più prestigose università inglesi e americane tanto che nei loro film (questo è il loro terzo insieme) il confine tra comicità, irriverenza e blasfemia e davvero labile.

La vittima designata del film non è la figura del Cristo ma il fanatismo (non solo cristiano e non solo religioso) e la stupidità della “massa”. Non stupisce quindi quanto dichiarato da Michael Palin (uno dei Monty Python) in seguito alle critiche al loro film:

“La cosa più significativa del nostro lavoro è che sia riuscito a far arrabbiare gente di tutte le religioni, proprio tutte, cattolici, ebrei, protestanti, ortodossi, buddisti. È stato magnifico”

Il fatto di poter vedere solo oggi questo film su supporto digitale è anche l’occasione per prendere tristemente atto della sua attualità, soprattutto alla luce delle deliranti dichiarazioni del papa di turno.

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