intervista esclusivaIn proiezione dall’8 novembre all’Academy Astra di Napoli Un altro pianeta, il film rivelazione di Stefano Tummolini che alla 65° Mostra di Venezia ha conquistato il premio più ambito dalla cinematografia omosessuale: il Queer Lion.

Una storia che svela dinamiche inaspettate mescolando sapientemente le vicende di personaggi che come pianeti si accostano, si sfiorano, e talvolta entrano in collisione in una assolata giornata di mare.

Un no budget che, con soli 970 euro, è riuscito a guadagnarsi l’appellativo di “caso” grazie alla recitazione ben dosata e mai retorica di Antonio Merone, nel film Salvatore, protagonista della vicenda; a una Chiara Francini in “ottime forme” che interpreta Stella, neo icona gay sopra le righe che tra un gin tonic e una canna, dallo schermo, “fa l’occhiolino” a un pubblico già pazzo di lei; alla naturalezza e alla sensibilità di Lucia Mascino; alle musiche originali del giovane compositore Francesco Maddaloni, che spaziano dalla techno, al geghegé, alla bossanova; alla densità della scrittura che restituisce, senza mai ometterla, la complessa articolazione di un campionario umano costruito con l’affetto e la sapienza di Tummolini, autore assieme a Merone della sceneggiatura del film.

In esclusiva per Napoligaypress il regista Stefano Tummolini, l’attrice Chiara Francini e il musicista, Francesco Maddaloni, giocano ad intervistarsi vicendevolmente per raccontare i retroscena di “un pianeta” tutto da esplorare:

S.T.: Come vi sentite adesso che siamo ‘atterrati’ nei cinema?
C.F.: Accaldata. Quasi scottata.
F.M.: Sorpreso e soddisfatto.


stefano tummolini, registaS.T.: Stella è una ragazza molto “particolare”. Cosa ti affascina di più di questo personaggio?
C.F.: Il suo essere colorata e ‘tutta curve’ le permette di guadagnarsi un posto al sole sempre da protagonista.

C.F.: Il brano cantato da Leopoldo Mastelloni, “Non sarò mai una sirena”, è pazzesco. Come è nata l’idea di una ‘canzonaccia’ così teatralmente adorabile come questa?
F.M.: Quando ho composto la musica e l’ho proposta a Stefano avevo in mente qualcosa di un po’ diverso: una canzone in italiano con atmosfera da spiaggia gay. Lui però ha pensato che poteva diventare qualcosa di più ironico se l’avessimo fatta interpretare da un artista come Leopoldo Mastelloni, che oltre ad essere molto ironico e raffinato, è anche napoletano come me e come Salvatore, il protagonista del film.

chiara francini, attriceC. F.: Durante le riprese del film quale credi sia stato il fattore, e nell’aspetto tecnico e nella gestione degli attori, che più ti ha procurato fatica?
S. T.: Bè…fatica non è forse la parola giusta, certo il progetto ha comportato che tutti noi ci mettessimo molta energia, ma parlerei più di una gran ‘voglia’ di fare e riuscire. E così è stato.

F. M.: Tu sai che mi sono molto battuto per la presenza di un leit-motiv da inserire nel film, ma nonostante ciò alla fine non hai raccolto il mio suggerimento. Hai mai ripensato alla questione?
S. T.: I dubbi sono completamente svaniti. Non potrei essere più orgoglioso e felice di ciò che hai creato.

francesco maddaloni, musicistaF.M.: Cosa hai provato nel ritirare il Queer Lion?
C.F.: Mi sono sentita subito a casa.

S.T.: Da che cosa è nata l’ispirazione per comporre le musiche del film? Dalla tua lettura diretta della sceneggiatura, dalla visione del girato, o dal confronto con le mie indicazioni?
F.M.: Forse da tutte e tre le cose. Comunque mi sono subito sentito in sintonia con il progetto e penso ancora con divertimento ai giorni in cui abbiamo inventato insieme il testo per la canzone di Leopoldo. Abbiamo riso come matti.

Segnala questa notizia su ZicZac! Upnews.it | trackback