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3 giugno 1968, è portata alla luce la Tomba del Tuffatore. Tra qualche settimana sono 40 anni e quindi per chi non l’ha mai vista è una buona occasione per farlo.

La Tomba del Tuffatore si trova al Museo Archeologico Nazionale di Paestum in provincia di Salerno. Una sala intera è dedicata ad essa, vista la sua grande eccezionalità. La Tomba, infatti, è l’unico esempio di pittura murale funeraria greca. E’ una semplice cassa di lastroni, chiusa da una copertura piana, decorata con pitture ad affresco sulle pareti interne.

Sono proprio le pitture dipinte sulle pareti a rendere questa Tomba veramente affascinante e il soggetto del dipinto della lastra di copertura ne ha ispirato il nome. Qui, infatti, si vede un uomo nudo che si tuffa in uno specchio d’acqua. E’ sicuramente una scena simbolica: il tuffo, infatti, viene inteso come il passaggio dalla vita alla morte.

Sulle pareti laterali: giovanetti nudi, suonatori di flauto e scene di simposio. Si vedono bacchettanti impegnati in conversazioni amorose con i propri amati o intenti al gioco del kottabos. Un gioco che si svolgeva all’interno delle abitazioni durante i banchetti. I giocatori facevano a gara a gettare il vino delle loro coppe in un piatto di metallo al centro della sala. I giocatori erano sdraiati e prima di lanciare il vino dedicavano i lanci ai loro amati.

Che vita serena! Una società quella dell’antica Grecia dove l’amore sotto ogni sua forma d’espressione era tenuto con gran rispetto. Uomini politici, di chiesa e di cultura d’oggi dovrebbero ristudiare un po’ di storia e imparare di più dal passato.

La visita a Paestum, zona caratterizzata dalla presenza di numerose spiagge per gay e nudisti, deve per forza portarci ad una passeggiata tra le antiche rovine. Si rimane a bocca aperta. Splenditi templi, ancora conservati, stanno lì a testimoniare i fasti di un tempo.

Il Tempio di Nettuno cioè Poseidon da cui deriva il nome della città è veramente maestoso ed il migliore giunto fino ai giorni nostri. Affiancato ad esso si erge quello di Hera, il più antico tempio pestano detto anche la Basilica. Percorrendo la Via Sacra si possono osservare a sinistra quartieri d’abitazioni e sulla destra i resti del Foro e del Gymnasium e un pò più distante dell’Anfiteatro. Percorrendo ancora la stessa strada si giunge, infine, al Tempio d’Athena comunemente detto di Cerere.

Basterebbe questo per far dimenticare le vicende dell’anno scorso circa quanto accaduto nella Pineta di Capaccio.

Da questi luoghi sono rimasti affascinati e rapiti in molti. Infatti, nel passato, a partire dal Seicento e per tutto il XVIII secolo artisti, letterati europei e giovani aristocratici compivano viaggi d’apprendimento e arricchimento culturale in Italia giungendo fino alla piana di Paestum.

Winckelmann, Goethe, Pitloo e altri ancora sono stati folgorati da tanta bellezza. Lo stesso Nietzsche suggestionato dalle maestose rovine dice “è come se un dio avesse costruito, a Paestum, con enormi blocchi la sua casa”.

C’è ancora molto da vedere e da camminare e avendo tempo a disposizione tutto ciò vi trasmetterà una forte emozione.
In più, in questo periodo al Museo è esposta la mostra “Il costume femminile a Paestum in età lucana”, nell’ambito della manifestazione nazionale “Moda, costume e bellezza nell’Italia antica”.

foto: napoligaypress.it

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