Il coming out rappresenta un passo importante per ogni persona omosessuale. Per molti ragazzi è ancora un passo difficile sia con gli amici che sul lavoro. Ma sopratttto in famiglia. I genitori spesso sono gli ultimi a saperlo e le motivazioni sono varie. Ma i tempi sono cambiati: se una volta la paura era quella di essere messi fuori la porta oggi i ragazzi temono di non essere amati o di deludere i familiari.

Del rapporto tra genitori e figli omosessuali ce ne parla un reportage sull’ultimo numero di D - la Repubblica delle donne attraverso le storie di tre famiglie. Scopriamo così anche quali sono le paure dei padri e delle madri di fronte al coming out dei figli.

I genitori, più che preoccupati per la “natura” dei propri figli, sono spesso angosciati dalle discriminazioni a cui i figli possono andare incontro. Temono le malattie sessualmente trasmissibili e la presunta instabilità affettiva delle coppie omosessuali. Il dato positivo è che i genitori moderni, pur con qualche remore iniziale, tendono ad accettare i propri figli quando questi si dichiarano omosessuali.

Tra le storie raccontate nell’articolo anche quella della famiglia Stanzione di Arzano: Nicola, sua madre Patrizia (che coordina un gruppo di genitori all’interno dell’Arcigay di Napoli) e suo padre Antonio.

Il muro da sormontare spesso è l’omosessualità stessa come argomento, assente dai discorsi in famiglia

Sulle prime - racconta Nicola - mia madre non ha capito bene: in casa non si parlava mai dei gay, lei non ne conosceva e non aveva idea di come vivessero.

Questo perchè genitori tendono a dare per scontato che il loro modello familiare sia l’unico possibile e rigettano qualsiasi eccezione

Un figlio è la continuazione di sé - racconta Antonio - si dà per scontato che abbia una linea esistenziale tracciata. Insomma: non mi ero mai posto il problema che potesse non essere etero.

Molte volte, invece, i genitori entrano nel mondo dei propri figli. Come Patrizia che, partecipando alle manifestazioni, ha raccolto attorno a se altri genitori

Questa attività mi ha dato immense soddisfazioni: penso per esempio a una trans diciassettenne, che senza l’associazione si sarebbe trovata nel totale isolamento e nella disperazione.

> Leggi tutto l’articolo in formato .pdf: “Cari genitori, sono omosessuale - Silvia, Lorenzo e Nicola l’hanno detto così”

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