mancuso e de giorgiA pochi giorni dalla annuncio di Genova come sede del prossimo pride nazionale, si accende la polemica anche all’interno del movimento lgbt. Ad accendere la miccia è Alessio De Giorgi dalla pagine di Gay.it di cui è direttore.

“Genova ha tutte le carte in regola per essere sede di una bella, ampia manifestazione del Gay Pride. Quello che quindi non mi convince dell’annuncio dato ieri a sorpresa dal presidente della principale – ma non unica – associazione gay nazionale non è certo questo. E’ il metodo ed il merito che mi lasciano atterriti”

Dalle pagine di GayNews risponde Aurelio Mancuso, presidente di Arcigay

“Abbiamo voluto fare una proposta alla città di Genova, ma soprattutto ai cittadini e alle cittadine lgbt, bypassando un empasse che non abbiamo voluto noi, dopo un periodo di conflitti e di rotture politiche da noi mai ricercate”

E sulla scelta di Genova fa alcune considerazioni che riguardano anche i futuri pride

“Genova ha tutte le carte in regola per ospitare un Pride nazionale, io estendo questa qualità a molte altre città italiane, ad iniziare da quelle del Sud, che vanno assolutamente aiutate, inderogabilmente nel 2010, affinché almeno o a Napoli, o Bari, o Catania, si possa tenere analogo appuntamento”

Dopo l’alternanza tra il RomaPride nel 2007 e il BolognaPride del 2008, si ripropone poi l’eterna contrapposizione tra chi vuole il pride nazionale sempre a Roma e chi invece lo vuole itinerante

“Che senso ha - si chiede De Giorgi - continuare a fare il Gay Pride Nazionale in una città diversa da quella dove si prendono le decisioni fondamentali dal punto di vista delle tematiche lgbt, e cioè Roma?”

“Sfilare a Milano o Roma è giusto - risponde Mancuso - ma non può essere auto consolatorio: la stragrande maggioranza dei gay e delle lesbiche italiane vivono nell’immensa provincia, e da lì bisogna ripartire”

foto: chiara lalli | alberto macaluso [flickr]

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