mariano gallo ovvero priscillaMariano Gallo è nato a Napoli nel dicembre del 1976 ha studiato danza, dizione e fin dall’adolescenza (16 anni) ha il suo primo contatto con il teatro con un corso patrocinato dalla regione che lo vede nella sua prima rappresentazione in “Il medico dei pazzi”.

Passa dalla compagnia teatrale amatoriale al teatro classico e, in Maggio dei Monumenti napoletano del 98, partecipa alla messa in scena di alcune novelle in napoletano di Boccaccio. Per guadagnare qualcosa in più, inizia a mettere in pratica la danza facendo lo spogliarellista-ballerino nei locali in giro per l’Italia e partecipa all’Erotika Tour del 2001 con Platinette. Fino all’occasione che lo porta in RAI a “Al posto tuo”.

Cordiale e puntuale, da Intra Moenia davanti ad un aperitivo è partita l’intervista.

Com’è nato il personaggio di Priscilla?

All’epoca in RAI cercavano un personaggio chiave ma doveva essere una drag-queen. Io ci pensai, non ero molto preparato sull’argomento e neanche il look si prestava molto, avevo i capelli lunghi, fisico scolpito e pizzetto. Sai, tenevo a quell’occasione, in quel periodo facevo il direttore artistico del Femina e per mandare le foto per il provino, presi in prestito un costume e un paio di scarpe a una ragazza del locale (lei calzava 37 io 42), trucco amatoriale e feci le foto.


Mai travestito prima, neanche tra amici o alle feste in maschera. Ricordo questa parrucca che non riusciva a mantenersi dalla troppa massa di capelli che avevo e che fino a quel momento non avevo mai pensato di tagliare. Insomma ripensando adesso a quelle foto di sicuro non avrei scelto me. Loro sì per fortuna. Il nome è stato preso dal film famoso ovviamente.

L’incontro con il pubblico napoletano e quello artistico con Brescia & Co?

La trasmissione di “Al posto tuo”, presa di mira da Blob e Striscia la notizia, riscosse una popolarità insperata, la gente iniziava a ricordare Priscilla e a riconoscere me soprattutto, insomma mi ha dato un bel po’ di visibilità. Dopo il successo RAI, mi sono posto il problema di dove collocare il personaggio di Priscilla, ho fatto la prima scelta che mi è venuta cioè quella di girare le discoteche della Campania e d’Italia e mettere Priscilla sul cubo.

Le serate al pub-birreria La Bavarese sono venute dopo e sono state fondamentali, mi hanno dato la possibilità di elaborare, affinare il personaggio di Priscilla e presentarmi fisicamente a una bella fetta di pubblico napoletano. Per quanto riguarda Fabio Brescia lo conoscevo e sono tuttora nella sua compagnia teatrale del Teatro Bracco, e anche non avendo mai visto uno spettacolo di Priscilla dal vivo, un pomeriggio mi chiama e mi fa: “Ho un testo per te ti va di rappresentarlo?”

Da dove trai ispirazione per il tuo personaggio?

Diciamo da me stesso, anche perché non ho amici che fanno questo tipo di lavoro, ne frequento personaggi che fanno questo genere di cose. Nel lavoro sono un maniaco perfezionista e super-esigente quindi ho solo tirato fuori il mio lato femminile e l’ho reso un personaggio eccessivo, isterico, bastardo! Mi è riuscito bene al punto che ho partecipato alle selezioni e ho ricevuto il premio di Miss Drag Queen 2007 a Torre del Lago.

Hai mai ricevuto insulti o sei stato vittima di discriminazione per il tuo personaggio?

Certo che sì, anche frasi molto offensive, sai quando sei esposto in un luogo così eterogeneo come La Bavarese è come stare in una piazza pubblica e te ne dicono di tutti i colori. Questo capitava molto di più all’inizio quando non conoscevano né il personaggio né la persona. A queste provocazioni ho sempre risposto con pungente ironia, in modo da zittire la persona, ma non ho mai cercato la polemica. Adesso, raramente capita, e stesso i fan zittiscono il provocatore.

Quanto Mariano Gallo c’è in “Priscilla Killer Drag” e quanta Priscilla?

Come hai scritto tu in “Priscilla Killer Drag “c’è l’artista nell’artista, quindi c’è Mariano Gallo al cento per cento, anche perché per lo spettacolo teatrale il personaggio di Priscilla è stato ammorbidito parecchio. La vera Priscilla è più pungente, bastarda, non farebbe mai sesso con i suoi clienti, non tornerebbe mai a casa truccata e in costume, la vera Priscilla nasce nel camerino e muore nel camerino, da sola.

Il tema centrale di “Priscilla Killer Drag” è la fame ossessiva d’amore, questa fame investe anche te?

A sì…sì, ho bisogno di essere amato, da nipoti, amici, un bisogno continuo, direttamente proporzionale alla mancanza, che aumenta quando sono fuori per lavoro.

Tramite un personaggio come Priscilla si può educare alla “diversità”?

Credo di no, si lancia un messaggio equivoco, certo molto dipende dal pubblico che interpreta male certe cose. A volte mi fanno delle richieste assurde e mi ritrovo a dover specificare la differenza sostanziale tra trans, travestito, e drag-queen.

Devo dire che questa è una caratteristica partenopea, altrove la mentalità è diversa. In più, e questo vale in generale, nella nostra cultura un messaggio mandato in giacca e cravatta o in tailleur è più incisivo e credibile di un messaggio dato in pantacollant e paillette.

E’ più serena la vita per Priscilla o per Mariano?

La vita di Mariano è più semplice, sono abbastanza timido introverso, vivo la vita giorno per giorno senza troppi colpi di testa. Priscilla è esplosiva, ansiosa e prima dello spettacolo tende a eccessi d’isterismo. Ho lasciato che Priscilla facesse il personaggio, come persona resto quello che sono.

Quanto spazio c’è nella scena artistica napoletana?

Poco, pochissimo. Fare teatro a Napoli è difficilissimo, ci sono attori bravissimi, ma lavorano sempre gli stessi e con le stesse produzioni artistiche, non si ha notizia di quando e dove si fanno provini o come si sceglie il casting, questo vale per attori, costumisti, scenografi, etc.; non voglio fare demagogia, però spesso ti viene lo sconforto e ti rendi conto che siamo molto lontani dal reale concetto di “fare teatro”. La mia è una polemica reale, d’altronde poi si capisce perché artisti di spessore, come Roberto De Simone, fanno laboratorio altrove.

Che rapporto hai con la comunità omosessuale?

A me non piace molto frequentare locali dedicati solo ed espressivamente ai gay, non mi trovo a mio agio perché come tutte le cose poi si tende ad amplificare solo ed espressivamente il fatto di essere gay. A me piace stare in mezzo alla gente, tutta la gente, e non ho problemi. Anche le manifestazioni come il pride con gli anni sono evolute, per fortuna, e hanno trovato spazio anche dibattiti, convegni e cose del genere. I tempi un po’ sono maturati e la parata in se ormai era troppo riduttiva. Per quanto mi riguarda, hanno invitato Priscilla al pride, ufficialmente, ma ho rifiutato per il messaggio equivoco che Priscilla stessa può dare, magari se avessero invitato Mariano, avrei acconsentito molto volentieri.

Progetti?

Vorrei tentare con il teatro sperimentale, ma progetti concreti per ora non ce ne sono a parte la rassegna appena terminata al Teatro Port’Alba, resta la squadra teatrale al Bracco, chissà magari ci sarà il seguito di Priscilla Killer Drag, che farà luce su dei misteri irrisolti. C’è da dire non c’è molta voglia di investire in produzioni serie.

Cioè? …Ci pensa…

…magari un musical del film “Priscilla, la Regina del Deserto” mi piacerebbe davvero.

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