Statuto Regionale: sulle coppie di fatto si rimanda tutto alla Costituzione
napoli. attualità. politicascritto da uiallalla | 5 Dicembre 2007 | condividi su facebook
Il Consiglio Regionale della Campania, presieduto da Sandra Lonardo, ieri ha proseguito l’esame dello Statuto. Si è ritornati lì dove ci si era arenati (con tanto di rottura nella maggioranza e stop dei lavori): all’articolo 9 che parla delle unioni familiari.
Fallito il tentativo di un’intesa nella maggioranza. Bocciati anche gli ultimi tentativi nel centrodestra di sopprimere la parola “unioni familiari”. Con un espediente il Consiglio Regionale ha superato la situazione di stallo.
La soluzione trovata riprende la formulazione contenuta nel testo dello statuto non approvato nella scorsa legislatura e, pur introducendo le unioni familiari ne rimanda la disciplina in materia agli articoli della Costituzione (3, 29 e 30) dove non si parla di unioni familiari ma di famiglia fondata sul matrimonio.
Un colpo al cerchio ed uno alla botte: contento chi voleva un riferimento alle unioni familiari, soddisfatto chi è contrario alle coppie di fatto grazie anche ad un testo che (rinviando tutto alla Costituzione) è privo di contenuti.
Se la proposta di un sub-emendmento dell’Udeur a sostegno della famiglia e dei diritti individuali non è arrivato in aula per mancanza di poche firme, l’emendamento (del Prc) che mirava ad introdurre il termine coppie di fatto nello Statuto è stato ritirato in mattinata. Gerardo Rosania ne spiega le motivazioni:
La tutela delle unioni familiari e delle coppie non eterosessuali è un problema che la politica deve porsi, ma non intendiamo creare altri elementi di conflitto ideologico nella maggioranza
Questo il testo del’articolo 9 dello Statuto Regionale così come approvato:
La Regione Campania promuove tutte le iniziative e le misure utili per il riconoscimento e il sostegno alla famiglia fondata sul matrimonio e alle unioni familiari nel rispetto dei principi dettati dagli articoli 3, 29 e 30 della Costituzione ossia uguaglianza tra i cittadini senza distinzione di sesso (articolo 3), ma anche il riconoscimento dei diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio (art. 29) e il diritto dovere di sostenere i figli anche se nati fuori dal matrimonio (art. 30)
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