Negli ultimi giorni si è parlato molto, ed a vario titolo, di Aids. Se il modo scientifico si dimostra sempre più interessato al tema, gli ambienti clericali sono ancora fomentatori di luogi comuni e non mancano posizioni spesso discutibili ed estreme.
Venerdì scorso Joseph Ratzinger, in un discorso in occasione dei 40 anni dell’enciclica “Humanae Vitae”, si è scagliato contro i metodi contraccettivi. Gli ha fatto eco Aurelio Mancuso, presidente Arcigay:
“La chiesa è la più grande organizzazione internazionale moralmente responsabile della diffusione dell’HIV/AIDS, perché con la sua pervicace opposizione all’uso del preservativo nei fatti incita ad una sessualità ignorante ed irresponsabile”
Di ieri è la notizia che la dottoressa Barre-Sionoussi e il virologo Luc Montagnier sono stati insigniti del premio Nobel per la salute per le scoperte sul virus dell’Aids (di cui sono considerati i “genitori”).
A 25 anni dalla scoperta del virus dell’Hiv, Montagnier annuncia un vaccino terapeutico contro l’Aids che dovrebbe essere pronto entro quattro anni.
“Meglio tardi che mai - afferma Montagnier - E’ importante che il Comitato del Nobel si sia interessato all’Aids, che e’ un flagello mondiale”
Oggi, invece, nel corso della trasmissione Un medico in diretta sull’emittente Radio Maria, l’infettivologa Chiara Atzori, tristemente nota per il suo impegno nel voler curare gli omosessuali, rispondendo ad una telefonata di un ascoltatore ha dichiarato:
“Personalmente credo che non sia ragionevole negare che nei paesi dove è avvenuta la normalizzazione dell’omosessualità, e quindi in qualche modo la depatologizzazione intesa come, così, equiparazione un modo di essere come un altro i risultati sanitari sono stati devastanti”
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