Tra le varie ossessioni del Governo Meloni, c’è quella per la natalità. Secondo questa destra reazionaria, infatti, le donne italiane dovrebbero sfornare figli come si fa con le patate al forno durante il pranzo della domenica. Poco importa, ovviamente, se le famiglie (rigorosamente “tradizionali” non sia mai) non sanno come mantenere i bambini visto gli stipendi da fame e gli elevati ed eccessivi costi della vita. Per loro l’importante è che si sforni. Punto e basta.
Eppure, facendo una “ricerca” di nostro pugno spulciando in rete qua e là, pare che i primi a fare pochi figli siano proprio diversi esponenti di questa destra. E se non li fanno loro i figli, per la Nazione e per la patria, che guadagno 20 mila Euro al mese chi li dovrebbe fare? Con questo non stiamo scrivendo che chi guadagna un lauto stipendio deve per forza fare figli, ci mancherebbe. Semplicemente, che queste persone avrebbero una possibilità, almeno economica, migliore rispetto ad altre per poter procreare. Come anticipato, però, noi non imponiamo. Noi. Sembra sempre più evidente, invece, la volontà di questa destra reazionaria di imporre una ideologia dalla quale, però, loro stessi prendono le distanze
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Saldare il conto a chi scappa senza pagare non è un gesto di altruismo o che dà una lezione ai “furbetti”, è un atto che rischia di agevolare i comportamenti da parte dei lestofanti. Non prendere posizione contro le parole di Vannacci non è una questione ideologica, è un modo per autorizzare le violenze (in particolare verso donne, immigrati e LGBT+) verbali e fisiche. Non scrivere nemmeno due righe sui Social in merito allo stupro di Palermo e/o sulla vicenda di Caivano, infine, rischia di renderti inconsapevolmente complice di quegli atti. Forse è proprio questa l’Italia che vuole disegnare questa destra: violenta, intollerante, povera e in mano ai “furbetti”
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Più dicono di non essere omofobi e più dicono e/o fanno atti di omotransfobia. Farebbero prima a uscire realmente allo scoperto senza nascondere la polvere sotto il tappeto. Anche perché, si sa che la polvere prima o dopo salta fuori
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La comunità transgender, come in generale quella LGBTQIA+, sta vivendo uno dei periodi più ardui degli ultimi decenni. E in momenti come questi, dove supporto politico sembra venir meno, c’è bisogno di discutere su ciò che è stato fatto e non. Impariamo dal passato, parliamo del nostro presente e volgiamoci ad un futuro migliore.
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Nell’intervista fatta ad Alessandra Maiorino (M5S) e con i comunicati stampa di Fabrizio Marrazzo (PG SAL) smascheriamo la narrazione distorta, a tratti proprio inventata di sana pianta, di questa destra reazionaria sulla Gestazione per Altri
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Se come sostengono alcune persone l’omofobia non esiste, allora come dovrebbe essere classificata questa aggressione avvenuta ai danni di una coppia gay alla stazione di Pavia? Chi nega l’esistenza dell’omofobia abbia il coraggio di ammettere di essere ignorante
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Lo scorso Venerdì 26 maggio a “La Confessione”, il programma di seconda serata con la conduzione di Peter Gomez in onda su Nove, la cantautrice Arisa si è sbizzarrita a dare prova di come si può essere -in modo scorretto- alleati della comunità LGBTQIA+.
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Per la Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia sarebbe bello che ci fossero delle azioni concrete. Oltre a celebrarla, infatti, i singoli comuni potrebbero attuare la delibera che multa di 500€ chi offende o discrimina le persone LGBT+ (anche online) in quanto tali. Visto che non esiste in Italia una Legge che condanna l’omotransfobia, questo potrebbe essere un buon compromesso per arginare l’odio contro le persone della nostra comunità. Tale delibera, di proposta del Partito Gay LGBT+, è stata già approvata in 15 comuni ed è in discussione in altri 60. Non ci si limiti solo a celebrare questa giornata, si faccia qualcosa di reale e concreto
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Il governo dice no, i sindaci dicono basta: finalmente qualcuno in una posizione di potere si schiera verso la comunità LGBTQIA+. Basta escludere le famiglie arcobaleno, basta tagliare via diritti. C’è bisogno di agire ed alla svelta! Ecco quello che stanno facendo i nostri primi cittadini.
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Il Parlamento Europeo condanna l’Italia per la “retorica anti-LGBT+”, ponendo di fatto il nostro Paese sullo stesso piano di Polonia e Ungheria. Le figuracce che questa destra “reazionista” sta facendo fare al nostro Stato ormai non si contano più. Sempre più lontani dall’UE e sempre più vicini a Visegrad
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