Pubblichiamo un estratto da “In nessun paese”, il libro di Ivan Scalfarotto (Piemme editore) che sarà presentato mercoledì 11 maggio alle 19.30 al Chiaja Hotel de Charme di Napoli (via Chiaia 216, primo piano)
Londra, West end. Le luci si spengono come un sipario che si chiude. La gente applaude e si alza dalle poltrone ancora al buio, con gli occhi umidi. Anche il protagonista deve essersi commosso: si vede bene in questo teatro senza palcoscenico, dove gli attori recitano talmente vicini che potresti toccarli.
L’attore che fa Tim, il personaggio principale, ha appena terminato un monologo fortissimo. È l’ultimo grido di un uomo che ha perso il compagno di una vita, e con lui la sua vita: “La cosa più complicata è avere tutto questo amore per te che non ritorna indietro. Mi innamoro di tutti, a ogni momento, ma è soltanto il bisogno di te che non sa più dove andare. Sei come un buco nella mia vita, un buco nero. Mi manchi terribilmente”. Il teatro è pieno. Abbiamo appena assistito ai quindici anni di vita insieme di Tim e di John. John quello bello, il capitano della squadra di football della scuola. Quello che Tim non avrebbe mai pensato sarebbe stato suo.
Holding the man è la riduzione teatrale del meraviglioso romanzo di Timothy Conigrave, che l’aids ha portato via nel 1994, due anni dopo la morte del suo compagno, John Caleo. Vado a vedere lo spettacolo con il mio Federico e due amici. Il primo tempo passa spensierato e allegro, come la giovinezza dei protagonisti. Il secondo tempo, invece, quello più drammatico della malattia condivisa e della morte, è indimenticabile. Arriviamo alla fine provati, sopraffatti emotivamente da una storia che, con tutto il suo dolore e le sue contraddizioni, è principalmente la storia di un grande amore, di quelli che ispirano una vita intera. Dallo sfumare dell’ultimo applauso ho continuato a pensarci per giorni. Come per giorni avevo pensato alla disperazione del bacio rubato di Heath Ledger e Jake Gyllenhaal che si ritrovano in Brokeback Mountain, o a Tom Hanks e Antonio Banderas vestiti da ufficiali di Marina e alla tenerezza infinita del lento che ballano abbracciati in Philadelphia.
In fondo i grandi amori, quelli per i quali si può vivere o morire, i tormenti di cuori pronti a tutto pur di superare ostacoli crudeli, oggi puoi raccontarli, scriverli, sceneggiarli, soltanto se la coppia è gay. […]
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