Gay nel calcio: 3 domande (più una) a L.R. Carrino
libri. sport. intervistescritto da napoligaypress | 15 Gennaio 2014 | condividi su facebook
Dopo i camorristi, parli di gay nel calcio. E, a giudicare dalle reazioni, c’è da credere che questo sia veramente l’ultimo tabù…
Non so, non credo. A me interessa scoperchiare pentole, diciamo così. Mi infastidisce molto guardare l’umanità che si rappresenta come vorrebbe essere e non come è davvero. Vado letteralmente in bestia. Ci sono codici di comportamento ereditati certo dalla crescita dell’Uomo, ma anche da convizioni esoteriche, religiose, di ’buon costume’, che danneggiano l’evoluzione civile della specie. Affrontare il ’fallo’ calcio nel modo in cui l’ho fatto io, dicendo quel che è e non quel che vorrebbe sembrare, mi ha portato una marea di insulti. Ma va bene così: io scrivo, questo so fare, e il resto non è un mio problema.
Nel tuo libro si parla di Marisa, una “società segreta” di calciatori gay. Una cosa talmente assurda che potrebbe avere delle fondamenta reali…
“Potrebbe“? Non sono l’unico a ipotizzare questa rete. Ne venni a conoscenza nel 2006 durante una cena fra amici, a Roma. La rete esiste. Io l’ho utilizzata per raccontare una storia verosimile. I nomi che ho utilizzato all’interno del mio “Il Pallonaro” sono tutti nomi di fantasia e la squadra dei verdenero non esiste. Ma chi ha dimistichezza con le assonanze e conosce i fatti, sa molto bene di chi sto parlando e di cosa, capisce anche a quali società di calcio mi sono riferito. Tuttavia, a me non interessa sgamare un singolo, non sarebbe giusto e sarebbe violazione della sua privacy. Ma raccontare un sistema, andare a evidenziare le sue bugie e le sue miserie questo sì, questo mi interessa e anche molto!
Tutti i nomi sono di fantasia… tranne nel caso drammatico di Justin Fashanu. Il recente coming out di Hitzlsperger fa intravvedere tempi “maturi”?
Dove? In Italia ce lo dobbiamo scordare. Ci sono altri calciatori che hanno fatto coming out. Qui, con questa mentalità, è tutto più complicato e si tende a dare la ’colpa’ ai tifosi. La verità è che i signorotti del palazzo calcio non vogliono vengano fuori questioni relative all’orientamento sessuale dei calciatori per timore delle reazioni degli sponsor. Si tratta, in pratica, di soldi. Mio caro, qua c’è gente che gestisce televisioni e sarebbe capace di dirottare e sabotare diritti tv su una squadra soltanto se questa manifestasse la sua vicinanza alle istanze della comunità glbt. Figuriamoci, se palesemente si ammetta di avere ricchioni in squadra! I tifosi, in pratica, c’entrano fino a un certo punto. Forse la parte ultrà, ma nemmeno più di tanto.
“Il pallonaro” è uscito solo in formato elettronico: ti senti più un “reietto” della comunità letteraria o un “pioniere” del nuovo mezzo?
Questo romanzo non l’ha voluto nessuno. O meglio: nessun editore blasonato. Un editor è stato capace anche di affermare che questo era un romanzo che non andava scritto. Con un po’ di titubanza, ho scelto il formato ebook per questo rifiuto e perché sono uno impaziente, e quando finisco un lavoro lo voglio pubblicato. Per rispondere meglio alla tua domanda, dico che mi sento un po’ più reietto che pioniere (e poi, pioniere di cosa? Tanti pubblicano in ebook…), anche se sono sempre stato uno che spazia, che non chiude le porte a nessuna possibilità e l’ebook è una di queste.
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foto: Maria Teresa Gargiulo per il progetto “Under Ground” di Anna Petrazzuolo [via Repubblica Napoli]
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Caro Carrino,
16 Gennaio 2014 | 12:26ma allora seguendo il tuo stesso ragionamento i gay del sistema calcio, quelli famosi, sono degli stronzi omofobi di prima categoria… che LEDONO la NOSTRA VITA QUOTIDIANA altro che privacy!
Sei stato censurato, ammettilo, ed anche questo LEDE la NOSTRA VITA QUOTIDIANO altro che privacy!
OUTING OUTING OUTING questa arma politica è NECESSARIA in ITALIA per salvare la nostra vita quotidiana !