Tra omofobia e “terrorismo politico”: il Coni, le Olimpiadi e Putin
movimento. attualità. sportscritto da uiallalla | 17 Gennaio 2014 | condividi su facebook
“E’ assurdo che un paese così invii in Russia quattro lesbiche solo per dimostrare che in quel paese i diritti dei gay sono calpestati. Lo facciano in altre occasioni”
Parole di Paolo Pescante, pronunciate nel corso del Consiglio Nazionale del Coni a Milano, e riferite al “terrorismo politico” di quei paesi che, in occasione delle Olimpiadi di Sochi 2014, protestano contro le leggi anti-gay di Putin. Una sferzata in particolare agli Usa che alla cerimonia inaugurale si faranno rappresentare da quattro atlete esponenti del mondo omosessuale.
Di diverso avviso Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli e responsabile sport di Arcigay Nazionale, che ritiene Pescante inadeguato al ruolo che ricopre e che, alla vigilia di un evento sportivo di tale importanza, farebbe bene a dimettersi.
“Le Olimpiadi di Sochi sono ormai alle porte e si preannunciano come le Olimpiadi più omofobe della storia, pertanto un gesto simbolico da parte dei nostri atleti e delle nostre atlete di vicinanza e di solidarietà alla comunità lgbt russa ed internazionale risulterebbe la migliore risposta all’ arretratezza culturale di una classe dirigente sempre più fuori dalla storia e sempre più miope”
Pescante si è poi scusato ed ha in parte ritrattato le sue dichiarazioni. Intanto l’associazione auspica un incontro con i vertici del CONI per avviare un discorso importante di contrasto alle discriminazioni legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere in ambito sportivo.
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