Vescovi “alle prese” con le coppie gay. Ma per la “base” i tempi sono maturi
napoli. fedescritto da uiallalla | 19 Novembre 2013 | condividi su facebook
“Forse è tempo di comprendere serenamente che non esistono amori diversi, se esiste l’amore”
Se la Chiesa comincia solo ora ad affrontare e a gran fatica il tema delle coppie gay (insieme a quello di conviventi e divorziati), la “base” sembra avere le idee molto più chiare e nette. Don Gennaro Matino (parroco al Vomero e a Chiaia, Vicario delle comunicazioni della Diocesi di Napoli, scrittore ed editorialista de L’Avvenire) infatti “apre” alle coppie gay sulle pagine di La Repubblica Napoli, intervenendo sul Sinodo dei Vescovi, voluto da papa Francesco, che dovrà interrogarsi, tra i tanti temi, sull’accoglienza di gay, lesbiche e trans.
L’intervento di don Matino riscuote un interesse tale sulle pagine web di Repubblica.it che il quotidiano torna sull’argomento nei giorni successivi, riportando varie testimonianze tra cui quella di padre Antonio Loffredo, chiamato nel 2010 a dare l’estrema unzione a una transessuale del quartiere Sanità
“Nessuno nel quartiere si domandò la posizione della Chiesa rispetto a quella persona, e quell’estrema unzione fu una delle più sentite della mia vita, come il funerale, il trigesimo: importanti per quelle persone come un vero riconoscimento”
“Incontrare le persone e non i problemi in astratto, fa ridimensionare le proprie avversità o compiacimenti” afferma don Tonino Palmese, vicario episcopale dell’Arcidiocesi. “Ho avuto anch’io contatti con giovani per i quali il problema non era scegliere se essere o no omosessuali, ma sentirsi sicuri della propria identità” aggiunge padre Fabrizio Valletti, direttore del Centro Hurtado di Scampia.
Insomma, il quadro che ne risulta - almeno dalle fondamenta - è quello di una Chiesa che ritiene i tempi maturi, aperta e pronta come non mai nei confronti di “un mondo che senza aspettare il suo consenso ha già fatto le sue scelte”
“Aspetterei le conclusioni del Sinodo - chiosa don Matino nel suo articolo - per capire se davvero si tratta di un nuovo sentire o di semplice disponibilità a vaga accoglienza”
fonte: repubblica.it | foto: lastampa.it
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sarebbe finalmente ora che la Chiesa la smetta di “emanare” sentenze di condanna contro chi vive una forma di amore “diverso” da quello tradizionale, ossia l’amore umono/donna il solo che la Chiesa è in grado di concepire; è arrivato il momento per la Chiesa “ufficiale” di smetterla di considerare l’amore tra due persone dello stesso sesso contronatura!: l’amore non è mai contronatura, non dico che si debba equiparare il matrimonio eterosessuale a quello omosessuale, ma soltanto perchè le coppie etero e quelle gay hanno delle funzioni diverse, e allora, se non si legalizza il matrimonio omosessuale, è giustissimo conferire a queste coppie dei diritti e delle tutele! ma siamo stanchi della rigidità della Chiesa nei confronti di questi temi, rigidità a cui, secondo me, Ratzinger ha contribuito molto, perchè è stato tra quelli che, più di tutti, si è scagliato contro questo tipo di unione!
28 Dicembre 2013 | 12:34