Marco Rossi DoriaPunta il dito Marco Rossi Doria intervistato da Gimmo Cuomo sul Corriere del Mezzogiorno per commentare la morte di Yussuf Errahali, clochard 37enne di origini marocchine. Errahali è morto assiderato a piazza Cavour nella notte dello scorso lunedì dopo essere stato aggredito da un gruppo di giovani che, stando alle prime ricostruzioni, lo avevano buttato nell’acqua gelida di una fontana.

Il caso, per Rossi Doria, rappresenta la prova di una “scommessa persa”, per la “mancata costruzione nella città di una speranza collettiva che avrebbe dovuto coinvolgere e rendere protagonisti i giovani”.

Il riferimento è alla Città dei Bambini ed ai progetti degli anni ‘90, alle promesse elettorali di Bassolino sindaco, che avrebbero potuto riaccendere la speranza e che invece sono state smentite dai fatti mancati, con un dibattito pubblico sullo stato sociale che ora “non trova spazio né a destra, né a sinistra“, dove alla vigilia delle elezioni “si parla di schieramenti, di alleanze, di nomi; mai dei problemi e delle possibili soluzioni per il bene della la città e della regione“.

“Prima - conclude Rossi Doria - c’era una città dove insieme a tre persone propense ad attaccare briga, a tre teste calde per capirci, c’erano cinque che preferivano evitare, levare l’occasione come si dice volgarmente. Di fronte alla tentazione di infastidire quel poveretto ci sarebbe stato chi avrebbe detto di lasciarlo perdere”.

Mentre invece adesso

“i giovani migliori del centro come della periferia sono emigrati. Sono andati a lavorare a Verona, Reggio Emilia, Parma e Napoli è diventata tale e quale al resto d’Italia. Si sono ormai persi il rispetto e la cognizione del limite. Ogni aspetto comunitario che, lungo i secoli, aveva caratterizzato la nostra città, sta rapidamente evaporando”

foto: decidiamoinsieme.it

Segnala questa notizia su ZicZac! | trackback