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In causa: i diritti transgender contro lo stato della Georgia

In causa: i diritti transgender contro lo stato della Georgia. Ebbene, lo scorso Venerdì quattro famiglie della Georgia hanno chiamato in causa lo stato americano in tribunale federale per fermare una legge che vieta ai giovani transgender di ricevere la terapia ormonale, unendosi a un’ondata di sfide a leggi simili negli Stati Uniti. Ma vediamo di più insieme.

In causa: di chi parliamo?

I querelanti, autorizzati a procedere in modo anonimo per evitare rappresaglie, chiedono un’ingiunzione per fermare il disegno di legge 140 del Senato della Georgia, che proibisce ai medici di trattare i minori con la terapia ormonale per sostenere le loro transizioni di genere. Una serie di funzionari e agenzie sanitarie statali della Georgia sono citati come imputati. A differenza di altri stati, la Georgia non vieta anche i bloccanti della pubertà, in genere il primo intervento medico per i giovani transgender, che normalmente riceverebbero la terapia ormonale.

I diritti transgender: cosa dicono a supporto

“Consentire agli adolescenti transgender l’uso di bloccanti della pubertà vietando loro di ricevere cure ormonali sta costruendo un ponte verso il nulla”, ha affermato Human Rights Campaign, un gruppo di difesa LGBTQIA+ che ha aiutato le famiglie nella causa insieme all’American Civil Liberties Union (ACLU) e il Southern Poverty Law Center. Le legislature repubblicane in 20 stati hanno approvato un qualche tipo di divieto. Queste azioni legali hanno effettivamente bloccato sette di quelle leggi. In più nel Montana e ora in Georgia sono in sospeso.

Contro lo stato della Georgia: opinioni d’opposizione

Quando il Senato della Georgia ha approvato il disegno di legge a Marzo lo sponsor, il senatore statale Carden Summers, ha dichiarato: “Stiamo veramente proteggendo la vita dei bambini non offrendo farmaci che alterano la vita e, naturalmente, gli interventi chirurgici che sono completamente irreversibili”. Si nega che salvino le vite di giovanissimi transgender, più di otto volte suicidari, più di sei volte depressi, più di tre volte assuefatti dalle droghe illegali e più di tre volte a rischio di malattie sessualmente trasmissibili. Le principali organizzazioni mediche e i genitori hanno contestato tale argomento, definendo le cure che affermano il genere necessarie dal punto di vista medico e talvolta salvavita.

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Cosa ne pensano i giudici?

I giudici federali hanno ritenuto che i divieti violino il diritto della Costituzione degli Stati Uniti a un’eguale protezione discriminando le persone trans, così come il diritto dei genitori di prendere decisioni mediche per i propri figli. Mercoledì scorso si sono aggiunti in causa anche Kentucky e Tennessee. I tribunali federali dell’Arkansas, dell’Alabama, della Florida e dell’Indiana hanno precedentemente bloccato simili divieti sull’assistenza sanitaria ai transgender per i minori, e in Oklahoma i querelanti hanno raggiunto un accordo con il procuratore generale per sospendere l’applicazione della legge dello stato.

Sembrerebbe che qualcosa si smuova, ma c’è bisogno di fare più casino, di richiedere di più. Parliamo del diritto umano all’essere sé stessi, a prescindere della propria identità. Parliamo di cure salvavita, trattamenti vitali, necessità. E che un cambiamento propositivo in USA ne porti uno rivoluzionario in Italia.

 

Aeden Russo

Fonte: reuters

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