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Somalia: pena di morte per le persone LGBT+

Essere gay in Somalia può costarti la vita

La Somalia prima di conquistare l’indipendenza ha subito diverse dominazioni, durante le quali le leggi sull’omosessualità sono spesso variate.

Durante l’impero ottomano l’omosessualità era completamente legale, così come sotto il regime fascista nel 1941. Le leggi contro la comunità LGBT+ sono state introdotte solo sotto la dominazione Inglese.

Dopo l’indipendenza del 1964 entrò in vigore il codice penale della nuova Repubblica che ad oggi è rimasto invariato.

L’articolo 409 del codice penale somalo afferma che un rapporto sessuale con una persona dello stesso sesso è punito con la reclusione da tre mesi a tre anni. Invece un “atto di lussuria” diverso dal rapporto sessuale è punito con una pena che va da due mesi a due anni di carcere. Ci sono casi dove viene ritenuto necessario un provvedimento supplementare di sicurezza che consiste, di solito, nella sorveglianza da parte delle forze dell’ordine per impedire una qualunque azione recidiva, ma il peggio è che in alcune aree del paese vige la pena di morte per le persone LGBT+.

Uno dei casi più recenti è del 2013, quando un ragazzo di 18 anni è stato lapidato a morte con l’accusa di sodomia.

Attivismo:

Non è difficile comprendere che in una nazione in cui il clima è così rigido, risucire ad alzare la voce per i propri diritti non è semplice. Anche in questo paese una soluzione che è stata adottata è la creazione di gruppi Facebook dove la comunità LGBT+ può ritrovarsi.

La pagina più famosa è Somali Gay Community, che continua a difendere i diritti LGBT+ nonostante il governo provi a schiacciarla.

In Somalia se ti alzi in piedi per essere te stesso ti buttano a terra e fanno in modo che non ti rialzi più…ma la lotta continua.