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POSE, una serie vicina a noi

Due settimane fa, una coppia di amici mi ha fatto scoprire una serie televisiva molto avvincente e LGBT friendly al 100%. Quale? Si tratta di POSE visibile su Netflix.

La storia è ambientata nella New York del 1987, tra gli sfarzi e gli eccessi dell’ascesa Hyppie e la diffusione colorata e sfrontata della sottocultura LGBT+, conosciuta anche come “ball culture” dalla quale, Madonna prese lo spunto per la sua “VOGUE”.
La serie inizia con un giovane ballerino senza fissa dimora, Damon che viene notato dalla star di uno spettacolo di drag-queen, la quale lo invita ad entrare in un vibrante collettivo di artisti, emarginati della società perché liberi dalla prigionia delle convenzioni.


Pose è una perfetta fotografia di quello che in quegli anni la comunità LGBT+ americana, e non solo, subiva, discriminata per l’orientamento sessuale, per l’identità di genere o per lo stato sierologico dei suoi appartenenti.
Pose, infatti, pone particolare enfasi sul virus dell’HIV che in quegli anni, senza una terapia efficace come oggigiorno, provocava centinaia di vittime ogni giorno.

Proprio per l’attenzione e vicinanza al nostro mondo, il creatore della serie Ryan Murphy (Nip/Tuck, American Horror Story, American Crime Story e FEUD, solo per citarvi alcune delle sue creazioni, ndr.) nonché sceneggiatore, produttore e regista, Pose vanta il maggior numero di attori LGBT+ con un ruolo fisso in una produzione televisiva americana, i personaggi transessuali coinvolti complessivamente sono più di 50, un vero record.

Ho evitato appositamente spoiler, di modo che possiate gustarvi questa serie TV senza anticipazioni o pregiudizi che entra di diritto nella mia TOP10.

Guardatela!