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Festa della mamma: Marilena Grassadonia racconta com’è essere una madre lesbica in Italia

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Ieri era la Festa della mamma e Marilena Grassadonia, mamma lesbica, ha raccontato com’è essere una madre arcobaleno in Italia.

Rinnoviamo il nostro augurio a tutte le mamme per la loro festa.
Anche e, soprattutto, a quelle madri che per la legge italiana non possono definirsi tali in quanto lesbiche.
In questo articolo, infatti, vi avevamo raccontato come la Cassazione abbia negato il riconoscimento all’anagrafe di un bimbo con due mamme.

Nel giorno della Festa della mamma, Marilena Grassadonia, ha voluto raccontarsi a “Gay.it“.
Un modo per celebrare questa giornata con tutte le mamme e per spiegare quali sono le sue paure e preoccupazioni.
A causa delle leggi italiane che non tutelano del tutto una coppia omosessuale, infatti, essere una madre lesbica non è affatto semplice.
Si è costretti ad andare all’estero per diventare madre, ad esempio, e non è possibile riconoscere legalmente il figlio se non lo si ha partorito.

Insomma…cose del terzo mondo per essere un paese civile.

Festa della mamma: Marilena Grassadonia madre lesbica divisa tra emozioni, nessun diritto e discriminazioni.

La Festa della mamma e il racconto di Marilena Grassadonia, madre lesbica, divisa tre emozioni, nessun diritto e discriminazioni.

Festa-della-mamma-madri-lesbiche-senza-diritti-in-ItaliaAvere un bambino è un’emozione unica e continua.
Dal momento in cui decidi di averlo, passando per la gravidanza fino ad arrivare al momento in cui lo partorisci e lo stringi tra le braccia.
Sono tutte emozioni indelebili e che si portano dietro per tutta la vita.
Queste sensazioni inestimabili, però, vengono interrotte quando nel tuo paese non hai diritti sufficienti.
In un paese che si considera democratico e civile come l’Italia, infatti, non dovrebbe accadere che una coppia di donne debba andare all’estero per avere un figlio.
Come non dovrebbe succedere che quando rientri nel tuo paese con la creatura in braccio non puoi riconoscerla legalmente.

La mancanza di diritti e il sapere di non poterli tutelare nei loro affetti e nelle loro necessità, è una preoccupazione che farebbe impazzire qualsiasi genitore.
L’assenza di diritti in merito alla genitorialità per le coppie omosessuali, spesso sfociano in discriminazioni che si susseguono come un effetto domino.
Andare a partorire all’estero, non poter riconoscere legalmente il proprio figlio in Italia, avere una delega per andarlo a prendere a scuola e non sapere se potrai stare accanto a lui/lei in un letto di ospedale sono alcune delle discriminazioni conseguenti alla mancanza di diritti.
Per non parlare poi se una coppia si separa.
Nello specifico, infatti, solo la donna che partorisce può essere considerata madre a livello legale.
Pertanto, in caso di separazione, l’altra donna potrebbe non vedere più il figlio in quanto, per la legge italiana, l’altra mamma non è in realtà madre.
Si insomma…non è nulla.

Essere un genitore omosessuale in Italia è davvero difficile e complicato.
Cavilli burocratici e leggi che non tutelano per nulla i genitori arcobaleno sono scenari inaccettabili nel 2020.
Non resta che augurarci che il Governo, appena questa situazione sarà passata, possa rivedere le leggi per tutelare le coppie omosessuali e i loro bambini.

 

Simone D’Avolio