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1° Dicembre – Giornata Mondiale contro l’AIDS

Cos'è l'HIV e perché l'1 dicembre si celebra la Giornata Mondiale contro l'AIDS

Il 5 Giugno 1981 l’umanità venne alla scoperta di alcuni casi di strane forme di polmonite. In particolare, vennero individuati due casi di persone omosessuali nella zona di Los Angeles.  Inizialmente non venne coniato subito un nome per questa malattia. Fu la stampa a darne uno per prima, ovvero GRID (Gay-related immune deficiency).

Il CDC, in cerca di un nome, osservò che le comunità infette apparentemente fossero limitate a quelle degli haitiani, degli omosessuali, degli emofiliaci e degli eroinomani, coniò il termine di “malattia 4H“. Il termine AIDS venne introdotto nel luglio 1982 e utilizzato come corretta definizione della malattia dal settembre di quell’anno, perché si era stabilito che il virus dell’HIV non fosse limitato a quelle sole comunità.

A distanza di molti anni, la malattia, non è stata ancora del tutto debellata. Le prospettive di vita, però, sono molto migliorate. Nonostante alcuni tentino di fare informazione, c’è ancora gente che crea confusione su alcuni termini e che confonde il virus (Hiv) e la malattia (Aids). Iniziamo allora piano piano a fare un po’ di chiarezza.

HIV e AIDS sono la stessa cosa?

La risposta è no. HIV e AIDS non sono la stessa cosa. L’HIV è il virus e l’AIDS, invece, è la malattia che ne consegue. Quando avviene un contagio non è sempre facile capirlo. Per praticità l’infezione è stata divisa in tre stadi e solo nell’ultimo stadio si parla di immunodeficienza e quindi di AIDS. Con le moderne terapie, però, anche in caso di AIDS conclamato è diventata possibile una regressione tra le fasi, rendendo di fatto obsoleta tale distinzione e che comunque viene ancora oggi tenuta in conto per ragioni storiche e pratiche. Ricordiamo, inoltre, che il contagio può avvenire solo tramite rapporti sessuali non protetti, trasfusioni di sangue, aghi infetti, trapianti di organi, liquidi corporali come sperma e per via verticale (tra madre affetta e figlio). Non c’è altro modo.

L’AIDS e i suoi diversi stadi

Per fini pratici l’infezione venne suddivisa in tre stadi:

  1. Infezione acuta: L’Hiv “maschera” il suo codice biologico (Rna) in Dna ed inizia a moltiplicarsi senza trovare ostacoli. Può essere scambiata inizialmente per una banale influenza. Solo nel 20% dei casi si arriva a sintomi come una febbre insistente o linfonodi ingrossati.
  2. Stadio di latenza clinica: segna la fine della fase acuta. In questo momento compare una risposta immunitaria che richiede circa 2-8 settimane. Essa produrrà anticorpi anti-HIV e linfociti citotossici. I primi, in particolare, inattivano un’alta quantità di virus libero immesso nel sistema circolatorio. La rivelazione di questi anticorpi e data dal test Elisa. è molto importante rilevarli il prima possibile per individuare al più presto una terapia adeguata. Può essere fatto anche in modo anonimno e gratutito in alcuni centri specializzati, in ospedale o in farmacia (per circa 20 euro). Nel periodo di latenza il soggetto è per lo più stabile, ma il virus continua a moltiplicarsi. Il periodo di latenza può durare fino a 15 anni. Se gli anticorpi vengono rilevati con il test, si parla di siero positività.
  3. Stadio sintomatico. la carica virale ritorna con forza. Qua si parla di Aids. I sintomi più comuni sono febbre, sudorazione soprattutto notturna, linfonodi ingrossati, debolezza e perdita di peso.

Quali sono le terapie per fermare l’HIV

  • Inibitori non nucleosidici della trascrittasi inversa (NNRTI): Disabilita una proteina necessaria all’HIV per fare copie di se stesso.
  • Inibitori nucleosidici o nucleotidici della trascrittasi inversa (NRTI): Interrompe la diffusione dell’infezione.
  • Inibitori della proteasi (PI): Blocca l’azione di un enzima chiamato proteasi, che è importante per la replicazione dell’HIV
  • Inibitori dell’ingresso o della fusione: Questi farmaci bloccano l’ingresso dell’HIV nelle cellule CD4.
  • Inibitori dell’integrasi: Questi farmaci funzionano disabilitando l’integrasi, una proteina che l’HIV utilizza per inserire il suo materiale genetico nelle cellule CD4.

Questa serie di farmaci aiutano il paziente a non regredire e, di conseguenza, a stabilizzarsi. Grazie ai passi avanti fatti dalla medicina e dalla scienza, la vita media di chi contrae il virus dell’HIV si è alzata. Infatti, si vive almeno 10 anni in più del 1996. La vita che si conduce è tendenzialmente normale.

Prevenzione è la parola d’ordine

Uno dei metodi più efficaci per la prevenzione è sicuramente il preservativo. Un altro metodo di prevenzione è la profilassi pre-esposizione (PrEP) che consiste nel prendere farmaci anti-HIV da parte di persone HIV-negative, che hanno un rischio di contrarre l’HIV. Questa terapia riduce sensibilmente il rischio di diventare sieropositivi. Non protegge, però, da altre patologie sessualmente trasmissibili come la sifilide, la gonorrea, la clamidia e l’epatite b e c. Truvada ® è attualmente l’unico farmaco approvato per la PrEP.

Passi avanti, ma attualmente non c’è un vaccino

Guarire dall’Hiv è un evento molto raro. In particolare, con alcune sperimentazioni, sono solo tre i soggetti guariti. Tra questi, il caso di una donna di New York che ha subito un intervento con cellule staminali nel 2017. In seguito, per 37 mesi si è curata attraverso farmaci antirigetto e antivirali. Il trattamento sperimentale utilizzato si è basato sulla ricerca di un team di esperti della Weill Cornell. Purtroppo, questi tipi di interventi non sono possibili in molti paesi, tra cui, purtroppo, l’Italia. In realtà, il nostro Paese non ha una legge che regolamenta la ricerca su cellule staminali embrionali. Vi è però un articolo nella legge 40/2004, la legge sulla procreazione medicalmente assistita, che né sancisce né vieta qualsiasi sperimentazione su di esse.

In poche parole, ci rallentiamo da soli, impedendo una soluzione concreta. Forse non è soluzione per tutti, ma vale la pena tentare. Non è facile trovare neanche un vaccino anche se nel 2021, e anche in anni addietro, c’è stato qualche tentativo. Bisogna solo affidarci alla ricerca, non abbiamo altra soluzione. In fondo poche cose sono realmente impossibili.

 

Raph

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