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Le assurdità continuano su Avvenire: un terzo genere sessuale non esiste

Le assurdità sulla comunità LGBT+ sembrano non finire. Tutto inizia con una lettera al direttore del Giornale Avvenire dove si passa da una assurdità all’altra. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire insieme perché ti sto scrivendo che le “barzellette” sulle persone arcobaleno sono in continua evoluzione.

Dopo il fattore nei  cromosomi che determina l’omosessualità, il quotidiano in questione sforna una perla di articolo (in senso ironico ovviamente) in cui nega l’esistenza di un terzo genere sessuale.

La lettera sul Giornale Avvenire che nega l’esistenza di un terzo genere

Gentile direttore,
da qualche tempo mi sto occupando delle questioni del “genere”(…).

Come antropologo mi permetto di dire che mi sembra non fondata la suggestione di un terzo genere nella sessualità umana che di tanto in tanto viene tirata fuori. A parte le possibili disarmonie dovute ad anomalie cromosomiche, non vi sono elementi per supporre un terzo genere nella sessualità umana.(…)

Inoltre, mi permetto di rilevare che mi sembra eccessivo il favore con cui vede la proposta del DDL Omotransfobia che si cerca di riportare in discussione al Senato. Come saprà, sono stato critico sulla legge quando venne affrontata alla Camera, per alcune ambiguità di espressioni e per la sua prevista estensione nell’applicazione. Il progetto rivela una deriva ideologica sul genere (su cui la discussione è aperta), oltre a enfatizzare il problema nell’ambito scolastico.

Certamente va tenuta presente la sentenza n. 221 della Corte Costituzionale (2015) che riconosce il diritto all’identità di genere come diritto della persona, ma non si dice come ciò debba intendersi. (…).

Conosco anch’io persone che hanno avuto simili esperienze e che sto accompagnando spiritualmente. Voglio anche aggiungere una mia opinione sul “dopo il cambiamento di sesso”. Perché non ammettere l’eventuale matrimonio religioso (per chi fosse libero da precedenti vincoli) tenendo nel dovuto conto la dimensione relazionale? Gradisca il mio cordiale saluto.

Fiorenzo Facchini sacerdote e professore emerito nell’università di Bologna

Riflessioni sulle assurdità scritte su Avvenire

Non sopporto quando le persone pensano di sapere ciò che in realtà non sanno. Conoscere persone non significa sapere cosa provino. Spesso anche tra persone T è molto difficile comprendersi  perché ognuno è a sé. Tanto di cappello per chi conosce la costituzione italiana in cui è prevista la tutela all’identità di genere. Va ricordato che lo s’intende come un diritto alla persona, non c’è modo per intenderla perché bisogna semplicemente rispettarla.

Il peggio è riferire che il terzo genere possa essere definito come anomalia cromosomica. Inoltre, ricordiamo che l’identità di genere è stata tolta dal DSM (Manuale Diagnostico delle Malattie mentali). Più di 30 anni era già stata tolta l’omosessualità.

Il peggio non ha mia fine: la risposta del direttore di Avvenire

Gentile professor Facchini, caro don Fiorenzo,

la ringrazio delle sue considerazioni che apprezzo e considero con tutta la stima e l’attenzione dovute a uno studioso del suo calibro (…) Se è certamente difficile teorizzare una terza via nella sessualità umana, come dobbiamo considerare allora la condizione di queste persone? Se non possiamo parlare di “identità di genere”, come definire il malessere profondo fino alla tentazione suicidaria di coloro che sono investiti da questa confusione globale, psico-somatica e spirituale?

Come sa meglio di me, visto che è un esperto della materia, non sempre psicoterapia e accompagnamento spirituale bastano a risolvere il male oscuro che avvolge e intrappola queste persone. Tutti gli specialisti inoltre parlano di “identità di genere irrisolta” per definire la difficoltà di “allineamento” tra sesso biologico e sesso percepito. Infine, sulla formulazione della cosiddetta Legge Zan ho le sue stesse perplessità (…)

Credo, invece, che sui temi della sessualità complessa dovremmo ragionare in modo sereno, anche in rapporto alla sfera spirituale – che è poi il tema del mio lavoro – perché queste persone esistono e, come ho scoperto, in tante chiedono alla Chiesa di essere accolte e considerate con rispetto e dignità. (…) Un saluto cordiale e ancora grazie.

Mi sto sforzando molto per non insultare tutti e due. Tralasciando le paraculate al mittente, questa risposta è piena di insulti, invocati e associati ad una falsa accoglienza e richiesta di dignità per le persone che appartengono a quella comunità. Sono sdegnato.

Conclusioni

Da persona di genere fluido mi sento personalmente offeso se qualcuno mi indica come confuso a più livelli. Parlo di me come per altri nella mia stessa situazione. Personalmente non sono stato mai così certo di chi sono da quando mi sono sentito libero di dire che “sono Raph e dovete rispettarmi così come sono”.

Quando si leggono certe cose è bene sapere che sono persone che credono di conoscerci senza sapere in realtà nulla. Mi sembra di sentire echeggiare nell’aria “non sono omofobo ma…” ma sei omofobo, punto. Ma cerchiamo di parlare la stessa lingua.

(…) Guai anche voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con dito – LC 11, 42-46

Potete cercarvi di farvi notare con finte belle parole, fare gli esperti, ma questo peso di non riuscire ad essere se stessi con una società che pretende una stereotipia di uomo e donna, non è un peso vostro. Vi gonfiate facendo finta di sapere ciò che nemmeno avete provato e che mai proverete. Ci indicate come il male dove l’unico “peccato” che commettiamo è voler essere noi stessi contro tutt*.

(…) O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell’occhio tuo c’è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. – MT 7:5

La soluzione a tutto questo è molto semplice: cercate di rispettarci veramente in quanto persone e creature dello stesso Dio. Apritevi al dialogo senza presumere nulla, rimanendo più umili. Ci pensate come peccatori e allora parliamone. Gesù banchettava con i peccatori. Stiamo parlando di cristianesimo, coloro che seguono la volontà e le orme di Cristo. Per cui:

Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. 32 Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo. –EFESINI 4,31-32

5,1 Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, 2 e camminate nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.
3 Quanto alla fornicazione e a ogni specie di impurità o cupidigia, neppure se ne parli tra voi, come si addice a santi; 4 lo stesso si dica per le volgarità, insulsaggini, trivialità: cose tutte sconvenienti. Si rendano invece azioni di grazie! 5 Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore, o impuro, o avaro – che è roba da idolàtri – avrà parte al regno di Cristo e di Dio.
6 Nessuno vi inganni con vani ragionamenti: per queste cose infatti piomba l’ira di Dio sopra coloro che gli resistono. – EFESINI 5:1-6

 

Raph

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