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Come spiegare l’omosessualità a chi non ci arriva — Ultima parte

come spiegare l'omosessualità

Ecco le ultime risposte che vi suggerisco di dare a chi se ne esce con domande o esternazioni tra l’assurdo e l’infelice. Traquill* che se avete perso gli altri post in cui vi do suggerimenti su come rispondere a domande come queste, non dovete fare alto che cliccare qui, qui e qui.

16- “Perché non provi a truccarti un po’?” (alle lesbiche)

lesbica mascolina
Perché a ciascuno piace scegliere il proprio look, quello con cui sentirsi a proprio agio e meglio nella propria pelle. Se alcune donne proferiscono non truccarsi, quale crimine o abominio commettono?

17- “Perché siete tutti così effeminati?” (ai gay)

In primo luogo, “tutti” non è mai una parola vera. Le generalizzazioni sono il meccanismo mediocre di una mente pigra che preferisce fare di tutta l’erba un fascio anziché soffermarsi sul singolo. Se non si desidera apparire ottusi e bigotti, sarebbe più congeniale evitare generalizzazioni di questa natura. Ma poi, anche se fossimo tutti effeminati, quale sarebbe il problema? Perché hai così tanta paura del femminile?

18- “Non hai paura di passare la vecchiaia in solitudine?”

Gli eterosessuali che popolano ospizi, case di cura per anziani e altri luoghi simili rispondono in maniera esaustiva a questa domanda. Per molte persone Lgbt+ meno giovani è già in voga (soprattutto all’estero ma non solo) il cohousing, che permette di invecchiare insieme ad altri, offrire e ricevere mutuo sostegno e compagnia. Per quanto mi riguarda, spero di invecchiare esattamente così, circondato da amici e persone che mi vogliono bene e vogliono il mio bene. Se poi ci sarà anche qualcun altro al mio fianco, ben venga.


19- “Mio figlio non sarà mai gay!”

Questa frase offende profondamente. Quasi come se si trattasse di una maledizione da scongiurare. Gay non è sinonimo di delinquente, criminale o brutta persona. Il punto, però, è un altro: cosa c’è dietro la paura di avere un figlio omosessuale? Si chiama omofobia. E si può curare. Tuttavia, se non sei disposto ad accettare che tuo figlio possa in qualche modo essere diverso dai tuoi desideri e dalle tue aspettative, tutto dovresti fare nella vita tranne che il genitore.

20- “La vera famiglia è composta da un uomo e una donna”

Secondo il vocabolario della lingua italiana, la “famiglia” è “il nucleo fondamentale della società umana costituito da genitori e figli”. Per essere genitori non basta essere maschio o femmina, uomo o donna. L’orientamento sessuale non ti rende un genitore migliore o peggiore, ma stando alle statistiche sul femminicidio e l’abbandono di minori in Italia, è innegabile che non sempre una mamma e un papà sono garanzia di una genitorialità ineccepibile. I genitori non si dividono in etero e non etero, ma in buoni e cattivi. L’orientamento sessuale non c’entra. Occorre saper amare per essere un buon genitore. Il resto è pregiudizio. Il pregiudizio è ignoranza. E l’ignoranza, diversamente dall’amore, è pericolosa. Anche e soprattutto per i bambini.

Non abbiate paura di farvi rispettare, di combattere il pregiudizio e soprattutto di educare gli ignoranti, in particolare i più giovani. Investite su di loro, fateli ragionare con la mente e con il cuore. Non insistete, invece, con le persone più anziane. Hanno i giorni contati e l’omofobia che purtroppo li rende ciechi fortunatamente si estinguerà con loro.

Alessandro Cozzolino, life coach

One thought on “Come spiegare l’omosessualità a chi non ci arriva — Ultima parte”

  1. Per arrivare a capire tali argomenti non c’è bisogno di un cervello XL ma accettare la natura dell”universo in tutte le sue manifestazioni senza alcun pregiudizio .Chi ha vissuto prima di noi è ha dato giudizi aberranti va compatito , nient’altro!

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