fbpx

Vannacci: classi diverse per i bambini disabili.

Una sola parola basterebbe a riassumere quanto detto da Vannacci: vergognati.

In una recente intervista a La Stampa l’ex generale e neo candidato lega Vannacci ha deciso di dichiarare una delle frasi più vergognose di sempre. Alla domanda “dividerebbe gli studenti a seconda della loro bravura?” risponde così:

«Credo che delle classi con “caratteristiche separate” aiuterebbero i ragazzi con grandi potenzialità a esprimersi al massimo, e anche quelli con più difficoltà verrebbero aiutati in modo peculiare». (…) Un disabile, però, non lo metterei di certo a correre con uno che fa il record dei cento metriGli puoi far fare una lezione insieme, per spirito di appartenenza, ma poi ha bisogno di un aiuto specifico. La stessa cosa vale per la scuola. Chi ha un grave ritardo di apprendimento si sente più o meno discriminato in una classe dove tutti capiscono al volo? Non sono esperto di disabilità, ma sono convito che la scuola debba essere dura e selettiva, perché così sarà poi la vita. O almeno, così è stata la mia vita».

Signor Vannacci, lei stesso dichiara di non essere esperto di disabilità e se c’è una cosa che mi hanno insegnato nella vita è che se uno non sa (e soprattutto non vive la situazione) è meglio che taccia prima di dire scempiaggini. Per non parlare che una cosa del genere non si affermava da decenni (le classi speciali sono state abolite nel 1977).

 I diritti degli alunni con disabilità sono sanciti e tutelati dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Inoltre sono altre-sì riconosciuti dalla legge 517 del 4 agosto 1977 che ha portato l’Italia ad essere il primo paese al mondo ad aver abolito le classi differenziali. Ragione per cui CoorDown dichiara che “Il ritorno alle classi speciali non è un’opzione possibile, continueremo a difendere l’inclusione scolastica per ogni alunna e alunno”.

Legge 104/1992: I diritti delle persone disabili

Secondo la Legge 104/1992 la Repubblica:

a) garantisce il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona handicappata e ne promuove la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società;
b) previene e rimuove le condizioni invalidanti che impediscono lo sviluppo della persona umana, il raggiungimento della massima autonomia possibile e la partecipazione della persona handicappata alla vita della collettività, nonché la realizzazione dei diritti civili, politici e patrimoniali;
c) persegue il recupero funzionale e sociale della persona affetta da minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali e assicura i servizi e le prestazioni per la prevenzione, la cura e la riabilitazione delle minorazioni, nonché la tutela giuridica ed economica della persona handicappata;
d) predispone interventi volti a superare stati di emarginazione e di esclusione sociale della persona handicappata.

Inoltre lo Stato ne deve garantire, fin da subito, l’educazione e le cure. All’articolo 13 viene riconosciuta e tutelata l’integrazione scolastica e all’articolo 18 l’integrazione lavorativa.

Le affermazioni di Vannacci sono troppo gravi per essere ignorate

Personalmente ho conosciuto persone disabili da molto vicino e c’è una cosa che ho imparato frequentandole.

Loro non vogliono essere considerati “speciali”, vogliono essere considerate “persone”. Il “bello” di avere un ragazzo/a disabile in classe è farla sentire parte di essa. Trattarlo come un amico, come tutti. Gli aiuti che servono nelle scuole non servono solo per i compiti, ma per farli avere una parvenza di “normalità” (passatemi il termine). La scuola non è la leva militare. Non deve solo temprare uomini e coniare menti ma, proprio perché prepara alla vita, deve aiutare a socializzare e non solo.

Poi perché non metterebbe una persona disabile con uno che corre i cento metri? che senso ha questa affermazione? Abbiamo una marea di atleti para-olimpici e non sono meno dei “normodotati”. Ognuno è valido e unico. Quello che fa sembrare i loro bisogni “specifici” o particolari non è la loro disabilità, ma il bigottismo di persone come voi che hanno la sfacciataggine di dire roba del genere.

Ho anche lavorato con persone disabili e posso affermare che sono persone capacissime di ogni cosa se gli dai la vera opportunità di esprimersi e di essere se stessi.  Persone (anche con disabilità gravi) che proprio grazie all’inclusività si sentivano felici. Si sta parlando di persone non di oggetti con un difetto di fabbrica…

Forse la scuola italiana, o il lavoro, hanno più di qualche difetto, ma non questo. Non provate a togliere quel poco di traguardo che è stato raggiunto.

 

Raf