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Aborto come diritto fondamentale: la figuraccia della destra italiana

Parlamento europeo aborto come diritto fondamentale: la figuraccia della destra italiana

Con delusione, ma non con sorpresa, rimane solo una cosa dalla plenaria del 7 luglio che ha discusso dell’aborto come diritto fondamentale in Europa: la figuraccia della destra italiana col Parlamento Europeo. Se da un lato gli USA non riconosceranno più l’interruzione volontaria di gravidanza come diritto federale, l’UE ha condannato questa decisione.

La mozione approvata è stata proposta dai membri del gruppo di Alleanza Progressita (S&D), di Renew Europe, di Verdi/Alleanza Libera Europa (V/ALE) e di The Left. La risoluzione è stata approvata con 324 voti favorevoli. 115 i voti contrari come quelli di Conservatori e riformisti e di Identità e democrazia. Tra questi, anche nomi noti della destra italiana: Giorgia Meloni, Nicola Procaccini e Matteo Adinolfi.

La Lega o Fratelli d’Italia si sono quindi schierati apertamente. Meno compattezza c’era invece in Forza Italia. Ma tranquilli, i contrari al progetto erano molti, tra cui il coordinatore nazionale Antonio Tajani. Situazione simile per il Ppe. Tra gli esponenti c’è Ursula von der Leyen, che da sempre difende il diritto all’aborto. Del Ppe è anche la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, antiabortista e rappresentante di Malta, uno dei paesi più restrittivi sulla questione.

UE in difesa dell’aborto come diritto fondamentale: ennesima figuraccia della destra italiana sui corpi altrui

Parlamento europeo aborto come diritto fondamentale: la figuraccia della destra italiana Il Parlamento Europeo si era schierato a favore del diritto di interruzione volontaria di gravidanza già il 9 giugno scorso. La prima risoluzione riguardava la garanzia di accesso alle cure per le donne e ora l’obiettivo è ridurre le limitazioni all’accesso alle cure. Non erano mancate reazioni di rilievo. Il presidente della Commissione delle Conferenze episcopali dell’UE Jean-Claude Hollerich ha commentato:

“Il tentativo di introdurre un presunto diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea metterebbe in grave pericolo il diritto all’obiezione di coscienza”.

L’obiettivo della mozione è la modifica dell’art. 7 della Carta Ue dei diritti fondamentali. L’Europa invita i governi “a depenalizzare l’aborto, a eliminare e combattere le rimanenti restrizioni giuridiche, finanziarie, sociali e pratiche in alcuni Stati membri”. Altro punto che questa tratta è: “l’accesso a servizi di aborto sicuri, legali e gratuiti, a servizi di assistenza sanitaria prenatale e materna, alla pianificazione familiare volontaria, a servizi adatti ai giovani, nonché alla prevenzione, al trattamento e al sostegno nella lotta all’HIV, senza discriminazione alcuna”.

Passi in avanti importanti e dovuti dell’Europa che, però, sono ostacolati dalla spinta antistorica delle destre. La destra italiana dal canto suo glissa sul fatto che questa propaganda ha come oggetto i corpi delle donne e le vite di queste stesse. L’UE ha però dimostrato di avere a cuore la salute umana più che la difesa di una presunta morale anacronistica e pericolosa.

 

Fonte: europatoday