Niente più “madre” e “padre” sulla carta d’identità dei minori: torna “genitori”

coppia omogenitoriale Minori al centro: i diritti negati dei figli di coppie omosessuali

La Corte di Cassazione dice “no” al Viminale e conferma che l’indicazione corretta è “genitori“. A renderlo noto è il “Sole 24ore” che ha pubblicato il contenuto della sentenza 9216 del 2025 della Suprema Corte.

In particolare, gli ermellini di Piazza Cavour hanno bocciato il ricorso presentato dal Viminale contro la sentenza della Corte d’Appello di Roma che aveva disposto di disapplicare il decreto del 31 maggio 2019 con cui il ministero dell’Interno aveva cancellato la parola “genitori” a favore della dicitura “padre” e “madre”.  Infatti, secondo la Cassazione, la dicitura madre/padre risulta essere discriminatoria e non rappresenta tutti i nuclei famigliari.

Per la corte di cassazione la dicitura corretta sui documenti dei minori è “genitori”: le parole del Partito Gay LGBT+

“La corte di Cassazione conferma la sentenza della corte d’Appello di Roma e del Tribunale primo grado dando definitivamente ragione alle coppie di lesbiche e gay che avevano chiesto di ripristinare la dicitura genitori, presente da decenni nel nostro ordinamento con genitori e chi ne fa le veci, che è stata sostituita dalla circolare Salvini con Padre e Madre. Su tale problema avevamo fatto appello più volte al Ministero degli Interni. Questo fa capire l’importanza dell’impegno politico di Partito Gay LGBT+ per ampliare i diritti come con il Referendum su Matrimonio Egualitario sul quale chiediamo un impegno da parte di tutte le forze politiche”. Così Fabrizio Marrazzo, portavoce Partito Gay LGBT+, Solidale, Ambienta lista, Liberale.

“La dicitura Padre e Madre di fatto per le coppie LGBT+ cancellava uno dei genitori o un padre si può trovare con la dicitura madre, comportando una serie di problemi specialmente all’estero a danno del minore, come giurista ritengo che la Corte di Cassazione ha demolito una circolare discriminatoria, infatti la Cassazione ha sottolineato che nessun bambino dovrebbe essere privato di un documento d’identità completo e valido per l’espatrio a causa di una scelta politica”. Ha aggiunto Marina Zela, avvocata e fondatrice Partito Gay LGBT+, Solidale, Ambientalista, Liberale.

 

Raph

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