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Se questi sono i genitori della “famiglia tradizionale” che piacciono a questa destra dobbiamo preoccuparci

genitori minacciano e umiliano il proprio figlio gay minorenne. Condannati a Torino

Genitori minacciano e umiliano il proprio figlio perché gay. A questo siamo arrivati nel 2024. All’epoca dei fatti il minore, perché sì, stiamo parlando di un minorenne, aveva quattordici anni. Solamente qualche giorno fa è arrivata la notizia che la coppia è stata condannata rispettivamente a due anni e un anno e quattro mesi.  Inoltre, hanno dovuto risarcire la vittima, che tra sei mesi compirà 18 anni, e dovranno intraprendere un percorso psicologico e riparativo. Perché sì, sono le persone come questi due che vanno “corrette” e non chi ha il proprio orientamento sessuale e la propria identità di genere.

Francamente la pena è ridicola per quello che questi due hanno fatto al proprio figlio. Potremmo quasi definirle come delle vere e proprie torture. Prima di chiedere conto al Governo, a questa destra e a Meloni se è questo il genere di “famiglia tradizionale” che tanto piace a loro, facciamo un breve riepilogo sulla violenza che il minore in questione ha subito.

A Torino i genitori minacciano e umiliano il figlio perché gay: cosa è successo

Stando a quanto ha denunciato dalla vittima, pare che il padre si sia messo a leggere il diario segreto del figlio senza autorizzazione. A quanto sembra il contenuto non è piaciuto al genitore e così sono iniziate le pene dell’inferno per il minore.  Divieto di farsi la barba per sembrare più virile (a 14 anni? A me a quattordici anni nemmeno mi cresceva la barba), correre di notte come fanno i militari, calarsi i pantaloni e mostrare i genitali ed, infine, leggere ad alta voce le pagine del diario personale dove confessava di essere omosessuale e che gli piacevano la moda e il disegno. Una vera e propria umiliazione.

Hanno cercato di correggere in tutti i modi l’orientamento sessuale del proprio figlio. Ricordiamo che le terapie di conversione in Italia non sono ancora illegali, non si fanno più ma non sono perseguibili. Questo va sottolineato perché di fronte a una violenza del genere, forse bisognerebbe prendere in seria considerazione di vietarle e di punire chi tenta di attuare tali pratiche.

Per completezza di informazione, è giusto segnalare che le atrocità dei genitori non sono finite con quanto scritto nel paragrafo sopra. Infatti, il “padre” si era fatto dare gli accessi degli account Social per tenere sotto controllo le frequentazioni e le amicizie del figlio. Non contenti, hanno chiesto aiuto ad uno psicologo che, fortunatamente, si è rifiutato di prendere in cura il ragazzino e ha detto ai due barbari che l’omosessualità non è una malattia. Infine, il padre ha dato un ultimatum al proprio figlio: entro un mese avrebbe dovuto dimostrargli di essere andato a letto con una donna. A questo punto il minore ha dimostrato grande coraggio rivolgendosi allo psicologo della scuola che ha avvisato tempestivamente le autorità.

È questa la “famiglia tradizionale” che piace tanto a questa destra e al Governo? Se la risposta è sì, c’è da preoccuparsi

La coppia era formata da un uomo e una donna, esattamente come piace tanto a questa destra, a questo Governo e a Giorgia Meloni. Proprio alla Premier e alla maggioranza chiedo: Sarebbe questa la “famiglia tradizionale” che tanto vi piace e che cercate di difendere (di fendere da cosa poi non si sa)? La domanda è lecita perché nessuno ha espresso solidarietà alla vittima e condannato le violenze. Mentre per due graffiti alla sede di ProVita volevano che mezza Italia camminasse in ginocchio sui ceci per chiedere perdono, nei confronti di questo minore nessuno ha detto e fatto niente. Ma non hanno sempre detto che volevano proteggere i minori? Bene, mi spiegassero come allora.

Sarebbe troppo facile prendersela con questo Governo quando succedono questi eventi. Anche la sinistra, infatti, ha le sue grandi colpe in tal senso. Ha avuto tutto il tempo e i numeri per far passare il DDL Omotransfobia, che in questo caso avrebbe tutelato maggiormente la vittima e condannato i due con l’aggravante. In questo modo altro che scarsi due anni. Invece, hanno preferito rivederlo al ribasso e farlo affossare. È altresì vero che se lo Stato con parole e gesti incentiva questi atteggiamenti e non li condanna le persone, genitori compresi, si sentono più autorizzati e giustificati a compiere tali atti barbari. A questo punto sorge spontanea una domanda anche per gli italiani: ma a voi sta bene che un minore subisca queste violenze e che nessuno ne parla e fa niente per arginarle? Davvero c’è una percentuale di italiani che crede sia giusta torturare una persona, poco più di un bimbo, per il proprio orientamento sessuale? Se la risposta è sì, non abbiamo più nulla da insegnare.

 

 

Fonte notizia: LaStampa
Fonte foto: Dagospia