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Egitto: nessun diritto per le persone LGBT+

La violenza contro le persone LGBT+ in Egitto è approvata dal governo

L’Egitto è una repubblica semipresidenziale che si trova nell’Africa nord-orientale ed è uno dei paesi più popolati dell’Africa. Le istituzioni non hanno nessun interesse nel tutelare i diritti LGBT+: la mentalità comune è fortemente conservatrice e incentrata sul patriarcato. In realtà né la Costituzione né le leggi trattano il tema dei diritti LGBT+.

Per arrestare le persone LGBT+ si usa una vecchia legge contro la prostituzione del 1961, dove a essere incriminati come reati minori sono “la dissolutezza abituale” che viene tradotto con: “hai fatto sesso omosessuale ripetuto più di due volte in tre anni? Allora è devianza sessuale”. Le persone arrestate vengono spesso sottoposte a test anale per verificare se abbiano avuto rapporti con individui dello stesso sesso.

Recentemente diverse persone sono state incriminate per aver effettuato tentativi d’incontrare uomini tramite pubblicazioni e chat via internet. Con questa accusa era stato arrestato e incarcerato per due settimane un turista israeliano nel 2003.

Nel 2017 sono state arrestate circa 78 persone per aver sventolato una bandiera arcobaleno durante un concerto e sono stati effettuati circa 5 esami anali, esami che violano il corpo e sono da considerarsi disumani.

Attivismo:

Spesso le organizzazioni per i diritti hanno cercato di evitare di sostenere pubblicamente i diritti LGBT+, perché spaventati da potenziali ritorsioni da parte del governo.

Ma un uomo che non si lascia spaventare dalle minacce e da una società profondamente bigotta c’è, e si chiama Maher Sabry. Il quale nel 2008 ha pubblicato un film (il cui trailer potete trovare qui sotto), che ha creato grande scalpore, intitolato All my life, che tratta esplicitamente il tema dell’omosessualità maschile.

Tutt’oggi il governo si oppone alle dichiarazioni dell’ONU che condanna la discriminazione e le molestie anti-gay. Non è il primo paese in cui i diritti LGBT+ sembrano essere un’utopia. Le persone LGBT+ sono costrette a vivere nascoste. È difficile non avere paura ed uscire allo scoperto, come ha fatto Maher Sabry.

Non è giusto affrontare una guerra per essere se stessi.