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1991-2021: 30 anni senza il leggendario Freddie Mercury

Ebbene sì, sono già 30 anni dalla morte di Freddie Mercury.

Combattente da sempre, Freddie muore il 24 Novembre 1991 nella fragilità delle complicanze date dalla sua malattia: l’AIDS. Nel video potete vedere, alla fine di un concerto di Brian May  (chitarrista dei queen), Freddie che canta il finale di Love of My life, mentre May suona. Video del 2017 che dà un grande senso di vuoto e nostalgia.

Morte Freddie Mercury: l’annuncio

” (…) Ho l’AIDS. Ho ritenuto corretto mantenere queste informazioni private al fine di proteggere la privacy di coloro che mi circondavano. Tuttavia, è giunto il momento per i miei amici e i fan di tutto il mondo di conoscere la verità. Spero che tutti si uniranno a me e ai miei medici nella lotta contro questa terribile malattia (…)”.

Queste sono state le ultime parole pubbliche (alla stampa) del cantante il 22 novembre 1991.  Parole dette dal letto della sua casa di Logan Place a Londra.

Erano mesi che Freddie Mercury era perseguitato dalla stampa inglese. Essi si chiedevano come mai fosse così dimagrito e come mai fosse scomparso dalle scene. Ma il cantante, che ha contratto il virus dell’HIV nel 1989, aveva deciso di condividere la malattia solo con le persone più care: la famiglia, la band, il compagno Jim Hutton, l’amico Dave Clerk e l’amica ed ex compagna Mary Austin.

Freestone racconta che Freddie non ce la faceva più:

«Aveva deciso di morire. Il 10 novembre 1991 aveva smesso di assumere le medicine che lo stavano mantenendo in vita. L’AIDS gli aveva cancellato ogni autonomia, quello è stato il suo modo di riprendere il controllo della sua esistenza».

L’ultima settimana gli amici non l’hanno mai lasciato solo. facevano turni anche di 12 ore pur di stargli vicino. 

Poi è arrivato sabato 23 novembre. Mercury è entrato in coma e accanto a lui c’era il compagno. Gli amici sapevano che quelle sarebbero state le ultime ore insieme. Londra e il mondo fuori da quella stanza ancora non lo potevano immaginare. Infatti, domenica 24 novembre alle ore 18.48, quando Freddie Mercury è morto nella sua casa per una broncopolmonite, complicanza dell’AIDS, la notizia ha scioccato milioni di fan che ancora non si erano ripresi dall’annuncio della malattia.  Quel giorno i Queen persero il loro leader, nonché loro grandissimo amico.

Mercury fu cremato, secondo la sua volontà, e le sue ceneri affidate a Mary Austin. Essa le conservò nella sua camera da letto per circa due anni e successivamente le sparse segretamente nel luogo scelto dal cantante.

La vita di Freddie Mercury

Perchè Freddie Mercury scelse questo nome d'arte? - Noi degli 80-90

Freddie Mercury, alla nascita Farrokh Bulsara, è nato a Zanzibar il 5 Settembre 1945. E’ stato un cantautore, compositore, musicista e polistrumentista  britannico di origini parsi.

Figlio di un politico inglese sempre in viaggio per lavoro, Freddie si ritrova a svolgere gli studi elementari a Bombay, in India, per poi completarli in Inghilterra, terra di origine della famiglia. La formazione altamente internazionale permetterà al sensibile futuro cantante di costruirsi un bagaglio di esperienze non indifferente. Inizialmente, fra l’altro, il destino di Mercury non sembrava affatto la musica. Il front-man dei Queen, infatti, si era iscritto all’Istituto d’Arte Ealing, laureandosi in arte e design.

Ben presto mise in mostra le sue straordinarie doti di pianista e grande vocalist in gruppi come “Sour Milk Sea” e “Wreckage”. Con questi comincia a sviluppare le sue capacità artistiche e sceniche. Ma è l’incontro con Brian May e Roger Taylor che gli cambia la vita. I tre fondano quel gruppo ormai universalmente conosciuto dal nome molto glamour di “Queen”, suggerito dallo stesso Freddie Mercury che ne ha approfittato per cambiare anche il suo nome. Bulsara suona decisamente male e quindi sceglie, sempre con attenzione alla sua vena teatrale, “Mercury” in omaggio al mitologico messaggero degli dei. L’esigenza di un bassista porterà poi John Deacon a completare la formazione.

(EN)«Years ago I thought up the name Queen… It’s just a name, but it’s very regal, and it sounds splendid. It’s a strong name, very universal and immediate. It had a lot of visual potential and was open to all sorts of interpretations. I was certainly aware of the gay connotations, but that was just one face of it.» (IT)«Anni fa pensai al nome Queen… È soltanto un nome, ma è molto regale e ha un suono splendido. È un nome forte, molto universale e immediato. Aveva un grande potenziale visivo ed era aperto a ogni tipo di interpretazione. Ero certamente consapevole delle sue implicazioni omosessuali, ma quello era solo uno dei suoi aspetti.»

La sua discografia

Con i Queen

Da solista

La sua voce

Nonostante la sua voce baritonale, Freddie Mercury cantava su tessiture da tenore leggero durante le incisioni e le registrazioni degli album.

Soprattutto nel primo decennio della propria carriera, utilizzò anche la tecnica del falsetto che dava alla sua voce una timbrica ariosa e femminile, raggiungendo così tonalità a lui poco congeniali in modo più agevole.

Mercury attribuiva la sua estensione vocale all’iperdontia di cui soffriva. Freddie, infatti, nacque con quattro incisivi oltre la norma. Per timore di modificare il timbro o l’estensione del suo canto, non volle mai correggere questo difetto.

Il film Bohemian Rapsody

Quattro film da vedere consigliati per voi- Evosmart.itNel 2018 è uscita la pellicola “Bohemian Rapsody” che racconta i primi quindici anni del gruppo rock dei Queen. Dalla nascita della band nel 1970fino al concerto Live Aid del 1985.

Il film/documentario ha ricevuto quattro Oscar durante la 91ª edizione dei premi (miglior attore, miglior montaggio, miglior montaggio sonoro, miglior sonoro), risultando il film con più premi vinti in quell’edizione.

 

 

 

Nonostante sia un film spettacolare presenta anche delle incongruenze:

  • John Deacon non è entrato nei Queen insieme a Freddie Mercury nel 1970, ma l’anno successivo, dopo che il gruppo aveva ingaggiato e poi scartato altri tre bassisti.
  • Il personaggio di Ray Foster è fittizio e vagamente ispirato al capo della EMI Roy Featherstone. Egli era realmente contrario all’idea di pubblicare Bohemian Rhapsody, ma, a differenza del personaggio di Foster nel film, era comunque un sostenitore della band.
  • I Queen non si sono mai sciolti, eccetto una piccola pausa prima delle registrazioni di The Works nel 1983, quindi nella realtà l’esibizione al Live Aid non rappresentò una reunion; i quattro membri si erano esibiti insieme una settimana prima a Osaka per l’ultima data del The Works Tour.
  • Freddie Mercury scoprì di essere positivo all’HIV non nel 1985 ma dopo il Live Aid, tra il 1986 e il 1987, arco temporale non coperto dal film. Nel 1985 il cantante effettuò un primo test, che diede risultato negativo.
  • Non vengono rispettati i tempi cronologici di alcune canzoni (Seven Seas of RhyeFat Bottomed GirlsWe Will Rock You) e del concerto di Rock in Rio 1985.

30 anni dalla morte di Freddie Mercury

Potenti citazioni di Freddie Mercury di tutti i tempi
“Sono solo una prostituta della musica mio caro” – Freddie Mercury

 

Freddy Mercury era, è e sarà sempre una persona che non vorremmo mai aver perso. Ben sappiamo però che non si vive nelle favole. Le ceneri, come da sua volontà, furono affidate a Mary Austin. Una donna che Freddie amò, seppure d’un amore tutto suo dal momento che – il frontman dei Queen – era dichiaratamente omosessuale.

I due si conobbero negli anni ‘60 e, dopo aver avuto un’intensa relazione, divennero grandi amici. Mary era la confidente di Freddie, la persona di cui si fidava di più e così decise di affidare a lei il segreto delle sue spoglie chiedendole, prima di morire, di non rivelarne le sorti per paura che qualcuno potesse trafugarle.

Tra le tante ipotesi che si accavallano dal 1991, c’è la possibilità che le ceneri di Freddie Mercury si trovino nelle acque del lago di Ginevra, in quella Montreux dove aveva casa e spesso si rifugiava per staccare la spina dal mondo dello spettacolo.

 

 

 

 

La sua voce, il suo carisma e la sua personalità verranno sempre ricordati perché un vero artista non muore mai.

 

Raph

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