Aggressione omofoba a Roma ai danni di un dodicenne e alle sue amiche da parte di un branco di coetanei. Le vittime stavano festeggiando la fine della scuola fuori dall’Istituto stesso. Il caso isolato, come direbbe qualcuno, di omofobia numero 75. Ovviamente, tenendo conto solo quelli denunciati o riportati alla stampa accaduti da inizio 2021 in Italia. Una cifra alta, allarmante e preoccupante. Infatti, più del doppio delle aggressioni a sfondo omotransfobico non vengono denunciate dalle vittime per paura di maggiori ritorsioni da parte degli aguzzini.
A Roma, più precisamente nel quartiere Infernetto, un ragazzo di 12 anni è stato insultato e appellato come “fro*io e gay schifoso” da alcuni coetanei fuori dalla scuola, prima di subire il lancio di uova. Il tutto, solamente perché aveva lo smalto alle unghie e portava una borsetta arcobaleno per celebrare il mese del pride.
Come apprendiamo dal portale di notizie ‘TPI‘, a denunciare il fatto sono stati la mamma e il papà della giovane vittima che sono stati chiamati da delle amiche del ragazzino. Quest’ultime, per altro, hanno subito insulti sessisti, sempre dallo stesso branco di ragazzi, come “p*ttane, tr*ie, quanto vuoi per un bocch**o…”
Un odio nei confronti delle donne e verso la comunità LGBT+ di cui la politica italiana è colpevole. Il Governo, infatti, continua a non fare nulla per fermare odio e discriminazione, soprattutto all’interno delle scuole. Con l’articolo 7 presente nel DDL omotransfobia, di fatto, rende quasi impossibile la sensibilizzazione contro l’omofobia e le discriminazioni di genere.
Aggressione omofoba a Roma con annesso sessismo: ecco cosa è successo e le parole della mamma della vittima
“(…) Mio figlio era al parco e stava festeggiando la fine della scuola con un gruppetto di amici. Si è avvicinato un grosso gruppo di coetanei di un’altra scuola che ha iniziato a provocarli. Loro non hanno risposto allora è partito il lancio delle uova, che ha colpito mio figlio lasciandogli anche un livido, lui era da solo con 4 ragazze. Ma la cosa brutta sono stati gli insulti a lui rivolti: Filippo – (nome di fantasia) – ha i capelli lunghi, ama mettersi lo smalto colorato, usare l’eyeliner, è affascinato dal mondo Lgbt+, ha una borsetta arcobaleno, ha il suo modo di esprimersi, gli piace scrivere, disegnare etc.
Fino a ora non abbiamo avuto problemi, ma questa volta sono arrivati insulti pesantissimi. ‘Frocio di merda, gay schifoso, sei maschio o femmina’. A quel punto – poiché i ragazzi erano tanti – mio figlio forse si è sentito sopraffatto, si è allontanato e ha chiamato il padre per farsi venire a prendere (…)”
Insulti sessisti alle 4 amiche della vittima
(…) Le ragazze che erano con lui hanno provato a difenderlo ma sono state spinte a terra e coperte di insulti: “puttane, troie, quanto vuoi per un bocch**o”. La cosa è durata per un po’. Quando sono tornata a casa credevo che il problema fosse solo il lancio di uova, non sapevo degli insulti omofobi e sessisti. Sono tornata al parco e ho trovato un’amica di mio figlio che ancora piangeva perché era stata presa a calci. Ho trovato il gruppo di ragazzi e mi sono arrabbiata, ho detto loro che non potevano colpire così dei loro coetanei (…)
Per leggere l’intervista nella sua interezza potete cliccare qui. Intanto, vi segnaliamo che nessuno dei genitori degli aggressori è andato a parlare con quelli della vittima o con lui e non hanno nemmeno chiesto scusa. Ci sembra evidente che forse un po’ di educazione serva anche a questi “genitori” che, evidentemente, hanno allevato ed educato i loro figli come delle bestie in cattività e non come delle persone.